testata ADUC
Usa. La Cia prevedeva il fallimento del Plan Colombia, prima che nascesse
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Donatella Poretti
21 gennaio 2004 15:48
 
La conclusione del rapporto della Cia era che non si sarebbe ridotta l'offerta di droga verso gli Stati Uniti e neppure la produzione degli stupefacenti nella regione andina. La data e' quella del 2000, esattamente l'anno in cui iniziava la strategia statunitense di lotta alla droga nella regione andina. Dopo questo documento gli Stati Uniti hanno investito in Colombia -e in quel Plan Colombia destinato al fallimento secondo le stime dei suoi servizi segreti- la bellezza di 2.500 milioni di dollari.
Grazie alla legge che permette di "declassificare" i documenti segreti dello Stato e ad una richiesta del giornalista Jeremy Bigwood il documento intitolato "L'impatto potenziale del Plan Colombia nel traffico della coca nelle Ande: un esame di due scenari", e' disponibile anche su Internet: clicca qui.

Come indicato dal titolo la Cia prevedeva due scenari. Nel primo, dopo cinque anni di Plan Colombia le autorita' avrebbero eradicato il 50% della coca esistente nel Caqueta' e Putumayo. Questa e' la meta che si erano prefissati gli strateghi statunitensi quando avevano ideato il Plan sotto la presidenza di Bill Clinton. "Anche se i risultati porteranno ad alcune modifiche nei capi del narcotraffico e nella produzione in Colombia, non modificheranno l'affare della coca in maniera significativa ne' in Colombia, ne' nella regione andina". Sempre secondo la Cia l'eradicazione avrebbe spinto le coltivazioni "verso ad oriente del Putumayo, fuori dal raggio di azione delle operazioni degli aerei per le fumigazioni OV-10 e Turbo Trash".
Il secondo scenario e' leggermente piu' ottimista in termini di eradicazioni delle piantagioni, prevedeva infatti la distruzione dell'80% delle coltivazioni illegali, cosi' come promesso dal Governo colombiano. Per la Cia "i trafficanti colombiani cercheranno allora di compensare la riduzione della produzione di coca nel Paese importando pasta di coca dai Paesi vicini, in particolare dal Peru'. Come risultato, questo scenario dell'80 per cento, portera' con quasi certezza un aumento delle coltivazioni nei Paesi vicini". La cosa piu' grave, sosteneva la Cia nel 2000, e' che si sarebbe prodotta una "decentralizzazione del commercio della coca nelle Ande, con molteplici centri di produzione e una complessa rete di trafficanti".

Il rapporto potrebbe sembrare un documento scritto dai critici del Plan Colombia, che fin dall'inizio hanno sempre detto che le fumigazioni avrebbero ottenuto un unico effetto: lo spostamento e la migrazione delle coltivazioni, e con quelle anche del contorno di un affare illegale. Insomma il problema non si sarebbe risolto, ma solo spostato. Di piu', si e' "allargato".
Le notizie di questi giorni che arrivano dalla Colombia sembrano anch'esse scritte nel rapporto della Cia. Infatti, mentre si parla della quarta generazione di narcotrafficanti, quella dei "baby cartelli", l'ambasciatore americano a Bogota' William Wood racconta di un impatto del Plan Colombia pari allo zero sul consumatore americano. Cosi' come a guardare i numeri delle varie rilevazioni satellitari, che mostrano le migrazioni delle coltivazioni e le leggere variazioni, in fondo la conclusione e' sempre che, se la Colombia e' il primo produttore mondiale di cocaina, gli Stati Uniti sono sempre in testa alla classifica come il Paese maggior consumatore.
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS