Il Governo thailandese ha dichiarato come "drug-free" la provincia di Kalasin, nel nord del Paese. L'agenzia di stampa nazionale da' questa notizia affermando che circa 5.000 persone "provenienti da tutta la provincia" hanno assistito all'"evento" (deve essersi trattato di una specie di taglio del nastro, con la partecipazione di un membro del Governo), e che i partecipanti si sono promessi di "mantenere la provincia libera dalle droghe".
Secondo il membro dell'esecutivo (che porta il nome di Thammarak Isarangura Na Ayudhya, membro dell'Ufficio del Primo ministro), il successo riportato a Kalasin deve essere un buon esempio per tutto il regno, per il modo in cui e' stato sconfitto il problema delle droghe in zona. Perche' una provincia sia dichiarata libera dalle droghe -prosegue Thamarrak- significa che in tutti i distretti non ci siano consumatori e trafficanti di sostanze, che le autorita' e tutte le parti in causa si sforzino per combattere le droghe in ogni loro forma. Liberi dalle droghe significa anche che tutti coloro che le consumavano sono stati ben curati e pienamente recuperati e che non ci sono nuovi tossicodipendenti in tutta la provincia".
Un bel quadretto idilliaco, anche un po' inquietante, specie nell'ultimo punto, mentre, nel frattempo, a Bangkok continuano le esecuzioni per possesso di eroina, e il Governo non sa piu' dove andare a battere la testa, emettendo provvedimenti restrittivi per i turisti, o proibendo la caffeina per prevenire la produzione di metanfetamine che inondano da tempo Bangkok, ma, anziche' ammettere la sconfitta colossale di un metodo altamente proibizionista e punizionista, si limita ai proclami e a nascondere la polvere sotto il tappeto.