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Tajikistan. Intervista al primo ministro Vazirov su sviluppo economico e lotta alla droga
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Articolo di a cura di Katia Moscano
17 luglio 2003 12:01
 
Riportiamo uno stralcio dell'intervista concessa all'Agenzia IRIN dal primo ministro Zokir Vazirov, responsabile per gli affari umanitari e allo sviluppo

Nell'intervista il premier ha affrontato vari argomenti, tra i quali gli aiuti umanitari necessari per lo sviluppo economico, la lotta ai trafficanti di droga, data la posizione geografica del Paese situato sulle rotte di transito dei traffici d'oppio dall'Afghanistan e l'instabilita' dei rapporti Iraq e Usa che si ripercuotono sulla fragile economia del Paese per le fluttuazioni globali del petrolio.

D. Quanti aiuti internazionali state ricevendo e se sono sufficienti.
R. In maggio, durante un importante meeting sono stati promessi 900 milioni di Usd in assistenza, crediti e investimenti nei prossimi tre anni: 400 milioni in assistenza umanitaria, 200 in approvvigionamento di cibo e 300 milioni per crediti a lungo termine. Inoltre l'investimento di capitali stranieri si e' molto incrementato. La nostra politica prevede che l'assistenza ricevuta vada all'industria, all'agricoltura e ad altri settori. Al momento abbiamo avuto dei successi: il prodotto interno lordo (PIL) e' aumentato del 10% negli ultimi sei mesi. Non abbiamo problemi, dunque, nel pagare gli stipendi o le pensioni.

D. Come contribuite alla ricostruzione dell'Afghanistan?
R. Ci siamo resi disponibili perche' i nostri territori fossero utilizzati per l'assistenza umanitaria. Recentemente abbiamo costruito otto ponti sul fiume Pyandzh (posto tra i due Stati, ndr) per facilitare il flusso degli aiuti umanitari ed eroghiamo l'elettricita' al nord dell'Afghanistan.

D. Quali sono le ripercussioni per il Tajikistan ora che l'attenzione internazionale si e' spostata dall'Afghanistan all'Iraq.
R. Certamente siamo penalizzati perche' gli aiuti umanitari si dirigono verso l'Iraq. In termini economici la crisi non ci riguarda direttamente, se non nelle fluttuazioni globali del petrolio che possono ripercuotersi sulla nostra economia.

D. Quali progetti per rendere la nazione indipendente dagli aiuti internazionali.
R. Abbiamo un piano di tre anni per sconfiggere la poverta' con l'appoggio della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, con l'obiettivo di incrementare l'occupazione e realizzare uno sviluppo tecnico. Nei prossimi tre anni contiamo di incrementare il nostro PIL del 50%. Riteniamo che nel futuro sara' possibile ridurre la richiesta d'assistenza umanitaria.

D. Durante gli ultimi anni il Tajikistan e' stato la rotta di passaggio, per il nord, dei traffici illegali afghani, nonostante l'intervento internazionale e le misure usate per impedirli, come mai non c'e stata una diminuzione?
R. Infatti siamo ostaggi dei trafficanti, perche' noi non produciamo nulla. A seguito dell'intervento militare americano la produzione e' aumentata di due volte. Il commercio della droga si valuta stimato in 1,5 miliardi di Usd, e se la produzione di droga non e' interrotta, continueremo ad avere traffici illeciti sul nostro territorio. La comunita' internazionale dovrebbe aiutare i coltivatori locali, permettendo loro di rivolgersi ad altre colture. Necessitiamo di aiuti internazionali per rinforzare le nostre frontiere anche perche' proteggiamo l'Europa.

D. E' ottimista sul futuro del Tajikistan?
R. Posso vedere la luce alla fine del tunnel. Ripetendo le parole del filosofo greco Socrate "Non dovete insegnare alle persone come mangiare il pesce, ma come pescarlo". Con i nostri partners internazionali andiamo verso il risanamento e lo sviluppo. Sono sicuro che entro 3/5 anni lei potra' vedere molti cambiamenti positivi in Tajikistan.
 
 
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