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Svizzera. Ticino: tabula rasa per il mercato della cannabis
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Articolo di Rosa a Marca
16 settembre 2003 17:35
 
Per anni la cannabis e' stato un mercato florido nel canton Ticino. Dal 1996, dopo l'apertura del primo negozio di prodotti alla canapa, coltivazione e vendita sono cresciute in modo esponenziale. Eppure, benche' la dimensione del fenomeno fosse nota a tutti, le autorita' non hanno reagito fino alla primavera di quest'anno quando hanno deciso di intervenire col pugno duro. Cosi' e' stato. Un'operazione in grande stile ha portato alla distruzione delle coltivazioni all'aperto, al sequestro delle piante cresciute nelle serre, alla chiusura di 73 negozi su 75, alla denuncia di 250 persone per violazione della legge sugli stupefacenti. Il tutto, con il plauso di gran parte della popolazione. Non sono pero' mancate le critiche. L'avvocato Marco Broggini ha fatto notare che per anni lo Stato e' rimasto inerte e quindi complice di comportamenti di legalita' apparente. Di piu'. Si era arrivati al punto che i centri regionali di collocamento indirizzassero i disoccupati a raccogliere la canapa.
La realta' e' che per anni ci si e' mossi su un terreno scivoloso, nella zona grigia di una preannunciata legalizzazione. La tolleranza verso il consumo di cannabis appariva ragionevole, questo tipo di attivita' era diventata una manna per molti, e persino per le aziende elettriche che fornivano alle serre una grande quantita' di energia.
Poi il vento e' cambiato. Una diversa composizione politica del Governo cantonale ha fatto si' che si cominciasse a respirare aria proibizionista. E i consumatori sono stati i primi a farne le spese. La cannabis, ripiombata nel mercato nero, ha un prezzo gia' raddoppiato: 16 franchi al grammo.
 
 
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