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Svizzera. Un appello perche' non si torni indietro nella politica delle droghe
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Articolo di Rosa a Marca
26 aprile 2004 18:21
 
Alla vigilia elettorale dell'autunno scorso, il Consiglio nazionale decise di non mettere mano al disegno di legge sulle droghe. Ora, una scarsissima maggioranza della commissione competente di quello stesso ramo parlamentare ha ribadito il No. Diversa, invece, la posizione del Consiglio degli Stati che in questa sessione ha riaffermato di volere rivedere la legge attuale. Se il Consiglio Nazionale dovesse seguire l'orientamento della propria commissione e ribadire il rifiuto a trattare l'argomento, la questione verrebbe definitivamente accantonata.
In vista del dibattito parlamentare, previsto per giugno, medici, terapisti, associazioni di familiari e rappresentanti della polizia si sono appellati al Consiglio Nazionale chiedendo di non affossare il progetto di legge. Si tratta di qualcosa di piu' della semplice depenalizzazione dello spinello. Un No farebbe vacillare l'intero impianto pragmatico della politica sulle droghe vigente ormai da dieci anni. La revisione ha il solo scopo di prendere atto dei mutamenti sociali intervenuti. Si tratta di riconoscere l'efficacia della politica dei quattro pilastri -prevenzione, repressione, riduzione del danno e terapia- e di creare condizioni normative realistiche per il consumo di cannabis, ha spiegato Toni Berthel della Societa' di medicina per le tossicodipendenze (SSAM). Con il rinvio del disegno di legge al Governo non si risolve alcun problema, s'impedisce di legalizzare in modo razionale il consumo di cannabis e di dare un nuovo impulso alla prevenzione e dunque ad un'adeguata tutela dei giovani. Martin Jaeggi, presidente della Conferenza dei comandanti di polizia cantonali, ha spiegato che la legge vigente non corrisponde piu' alla realta'. La polizia non e' infatti piu' in grado di arginare il "reato di massa", costituito dal consumo di cannabis, ne' l'aumento dell'uso di droghe leggere. I divieti attuali portano inevitabilmente al mercato nero, con le conseguenze ben note. Serve percio' una nuova base normativa che tenga conto della realta', consenta di ridurre il numero dei nuovi consumatori e d'incrementare quello di coloro che vogliono smettere. La tossicodipendenza e' una malattia caratterizzata dal bisogno di assumere una certa sostanza, ha spiegato Antonia Biedermann dell'associazione dei familiari dei tossicodipendenti. Questi i concetti espressi: la proibizione e la criminalizzazione hanno fallito, la polizia dovrebbe concentrarsi a perseguire la criminalita' organizzata, i drogati non sono cittadini di seconda classe. Ne va della salute di trentamila persone con problemi di dipendenza e dei loro familiari, oltre che di mezzo milione di consumatori di cannabis. Tutte queste persone hanno diritto ad essere trattate con serieta' dal legislatore.
 
 
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