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Spagna. Euskadi: scommettere sulla regolamentazione delle droghe
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Articolo di Donatella Poretti
5 novembre 2003 13:20
 
Secondo la direttrice delle Tossicodipendenze del Governo basco, Belén Bilbao "le politiche proibizioniste non diminuiscono sostanzialmente ne' l'offerta ne' la domanda, e non contribuiscono in assoluto a ridurre il problema di salute pubblica che loro stesse generano".
E' un'accusa pesante nei confronti delle politiche di "tolleranza zero" riferite alle droghe, che la Bilbao ha lanciato ieri in occasione della presentazione del libro "Globalizzazione e droghe" di Xabier Arana. La Bilbao si e' schierata anche a favore delle politiche di riduzione del danno: "sono politiche tolleranti e rispettose dei diritti umani, dato che fissano i loro obiettivi da un punto di vista realistico e pragmatico, come si fa davanti a qualsiasi altro problema di salute pubblica, e stabiliscono le misure concrete per ridurre le conseguenze che il consumo porta con se'".
La Bilbao ha anche ricordato che un consumatore di stupefacenti adulto e' un soggetto con i suoi diritti e che la "scommessa" deve andare verso una regolamentazione delle sostanze tale che i cittadini "siano capaci di prendere decisioni libere e in maniera responsabile, assumendo e gestendo i rischi che derivano dalle loro decisioni". Cosi' finira' la stigmatizzazione e la criminalizzazione che "sono la principale fonte dei problemi sociali".

Il quotidiano Diario Vasco pubblica oggi un'intervista a Xabier Arana, esperto di tossicodipendenze che lavora all'Istituto Basco di Criminologia. Ne riportiamo alcuni stralci.
"Sappiamo molto chiaramente chi non beneficia (delle leggi proibizioniste sulle droghe): i consumatori, i quali sono visti come malati o come amorali, nonostante siano persone, soggetti di diritti".
"Le droghe sono state, sono e saranno tra di noi, per cui e' meglio aiutare e imparare a convivere con le droghe che dire di no. Tutti abbiamo nelle nostre case farmaci che utilizziamo in certi momenti, e sappiamo anche fare un uso ludico di certe sostanze. Alle volte ci saranno problemi, ma l'importante e' educare la gente ad un loro uso responsabile".
"Sono un sostenitore della regolamentazione dell'uso delle sostanze e di non criminalizzare ne' sanzionare il consumo. Si puo' cominciare con la cannabis per arrivare ad altre sostanze. Questa non e' la panacea, ma una politica che puo' aiutare a ridurre gli effetti secondari". Effetti che innanzitutto "siano sostanze legali o illegali, sono conseguenze del consumo: se tutti i giorni bevo un litro di vodka, in poco tempo il mio fegato ne risentra'. Altre conseguenze secondarie sono quelle che derivano dalle attuali politiche: adulterazioni, corruzione, mancanza di diritti per i consumatori, creazione delle mafie, eccetera".
"Il Plan Nacional sobre Drogas ha insistito sul messaggio "di' no alle droghe", che costituisce un riduzionismo ideologico. Noi cittadini diciamo si' e no alle droghe continuamente: mi piace il caffe', tuttavia se lo prendo la notte non dormo; quando andiamo in una birreria facciamo la stessa scelta, perche' pensiamo che ci potrebbero fare un controllo alcolemico; cosi' avviene con la farmacia che tutti abbiamo sotto casa, ma che non utilizziamo in maniera irrazionale. Il messaggio non deve essere quello di dire di no, ma di imparare a sapere utilizzare le droghe in maniera responsabile. Non si tratta di promuoverle, ma di promuovere un uso responsabile per prevenire usi problematici".
 
 
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