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Quattro anni per aver ceduto due spinelli. L'urgenza di cambiare questa legge e' nei drammi come questo
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Articolo di Vincenzo Donvito
28 giugno 2006 18:02
 
Il tribunale di Torino ha condannato un giovane di 27 anni a quattro anni di galera perche' aveva ceduto due spinelli (0,7 grammi) ad un amico. Il reato ascrittogli e' cessione di stupefacenti e il giudizio e' stato emesso in base alle nuove norme della legge Fini, che punisce lo spaccio di qualsiasi sostanza con la reclusione da sei a venti anni, divenuti quattro con le attenuanti, ma non per quell'"ipotesi lieve" che porterebbe la condanna da uno a sei anni (il giovane extracomunitario, spostato con un'italiana e con un figlio di pochi mesi, aveva un precedente per un reato contro il patrimonio).
Ci sembra che questa sia la risposta a tutti quei sostenitori dell'attuale legge che hanno sempre stigmatizzato la portata carceraria della stessa, sostenendo che le galere non sarebbero mai state riempite di consumatori e piccoli spacciatori.
Cosa vogliamo fare, caro Governo, caro ministro della Salute, caro ministro degli Interni?
Avete, come noi, colto la necessita' di intervenire con urgenza o dobbiamo aspettare di farci ancor piu' male?
Quanti altri giovani dovranno finire in galera per questo tipo di reati, prima che voi vi rendiate conto che e' necessario un blocco degli effetti dell'attuale normativa e procedere subito ad una nuova?
Se poi -ve lo ricordiamo per l'ennesima volta- a questa situazione affianchiamo che in questa stagione i tossicodipendenti che ci lasciano le penne sono molto numerosi, cosa aspetta il ministro della Salute a dare disposizioni ai Sindaci per interventi urgenti sanitari istituendo le narcosalas?
Certamente ci sono gli accordi internazionali a cui l'Italia non puo' non fare fede e non puo' decidere di ignorare, e sono tutti accordi che hanno il taglio punizionista, ma come avviene, per esempio, in Svizzera, in Gran Bretagna e in Spagna, non si puo' fare altrettanto in Italia?
E noi insistiamo a chiedervi perche' lo facciate subito. Ne guadagneremmo tutti, cittadini e istituzioni.
 
 
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