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A proposito della Conferenza di Palermo. La neutralita' scientifica non diventi "foglia di fico"
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Articolo di Giuseppe Vaccari *
15 ottobre 2005 11:50
 
Non voglio, e non ne avrei l'autorevolezza, soffermarmi a disquisire su di un tema molto caro alla comunita' scientifica: quello della neutralita' del sapere scientifico in rapporto alla politica.
Colgo solo che non vi sono opinioni univoche e che, piu' in generale, negli ultimi cinquant'anni filosofia e sociologia della scienza hanno progressivamente insistito sul carattere non neutrale della conoscenza. La questione non e' ovviamente quella di limitare l'autonomia degli scienziati o la loro liberta' di ricerca, ma di capire se tale ricerca sia eticamente qualificata, se favorisca o meno una comprensione piu' approfondita dei complessi legami tra scienza e societa', se sia in grado di intrecciare il sapere scientifico-tecnologiche con le trasformazioni sociali e civili.
Questa premessa per interrogarmi su un atteggiamento che ritengo preoccupante di alcune associazioni e societa' scientifiche o professionali nel campo delle dipendenze patologiche rispetto all'invito del ministro Giovanardi di partecipare alla prossima conferenza sulla droga di Palermo.
Nello scorrere le dichiarazioni di due di queste, Federserd e Fict, sembra che l'apertura di credito al governo sia data perche' a Palermo sara' concessa loro liberta' di parola!
Ci mancherebbe altro! La coalizione che ci governa si chiama "casa della liberta'"!
Ma per dare fiducia a qualcuno non basta che ci ascolti, occorre interagire, discutere assieme, assumere decisioni condivise, aver riconosciuta la reciproca competenza ed autorevolezza, poter contare nelle scelte.
Tutto cio' che questo Governo ha fatto o non ha fatto, ha detto o non ha detto nel corso di quattro lunghi anni ha escluso totalmente una tale prassi. Fino ad ieri era del tutto indifferente alle proposte (e sono state tante) avanzate dal mondo di chi ci lavora. Lo consideriamo solo un lungo letargo? Una ininfluente trascuratezza?
Quando si attaccavano i SERT, si preparava il disegno di legge Fini, si tagliavano i fondi, si creava divisione tra pubblico e privato, tra privato e privato, era tutto uno scherzo? Cosa di nuovo od interessante sta proponendo ora Giovanardi? di abbandonare le ipotesi punitive? di ricostituire il fondo nazionale di lotta alla droga secondo la dotazione originaria? di consolidare le politiche di riduzione dei rischi a tutela della salute delle persone dipendenti? Di finanziare in modo adeguato la sanita' per permettere alle regioni una decorosa organizzazione dei Sert? Di lasciare alla liberta' clinica dei professionisti la decisione su quali trattamenti adottare nelle terapie per i tossicodipendenti?
Nelle "aperture" di Giovanardi non ho letto nulla di simile. In nessun esponente di questo governo ho colto segnali di ravvedimento od autocritica. Basta un viaggio premio a Palermo per dare loro credibilita'?
Attenti allora che un approccio al tema droga e tossicodipendenze positivistico, tecnico, professionale cosi' come rivendicato dalle organizzazioni citate, non diventi, loro malgrado, una foglia di fico con cui si cercheranno di coprire le tante manchevolezze del passato e le cattive intenzioni future in tema di droga da parte di questo governo.


* Responsabile Progetto tossicodipendenze, Dipartimento Welfare, Direzione Nazionale DS
 
 
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