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Portogallo. Cannabis, la medicina proibita. Alcuni pareri
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Articolo di a cura di Donatella Poretti
21 settembre 2003 20:39
 
Il quotidiano portoghese "Publico" fa oggi uno speciale sulla cannabis terapeutica prendendo spunto dalla decisione del Governo olandese di autorizzarne la vendita in farmacia. "Cannabis, la medicina proibita" e' il titolo dell'articolo a firma Vania Esteves, in cui spiega che nel 1999 in Portogallo e' stata autorizzata la vendita del Marinol -che contiene il dronabinol, una versione sintetica del thc- anche se dietro rigide regole per la prescrizione medica. Se ben utilizzata e con regole precise, la cannabis potrebbe essere prescritta anche in Portogallo sostiene Zeferino Bastos, medico dell'Istituto Portoghese di Oncologia di Porto e membro della direzione dell'Associazione Portoghese dello studio del Dolore, che poi si spinge oltre e dice che prima o poi "sara' possibille prendere una misura simile a quella dell'Olanda". A ritenerla una decisione "inevitabile" e' Ricardo Silva, editore della rivista "Cânhamo", che spiega come "l'inalazione dei vapori della cannabis e' l'unica alternativa di questo mondo ai problemi provocati dalla chemioterapia".

Poi vengono sentiti una serie di nomi noti, a cui vengono poste due domande:
1 - E' d'accordo con l'uso della cannabis per fini terapeutici?
2 - Crede che il Portogallo dovrebbe autorizzare la vendita della cannabis dietro ricetta medica?

Ecco le risposte:
Eduardo Maia Costa, Procuratore generale aggiunto
1 - Sono d'accordo. Se ha fini terapeutici, se e' un rimedio, non vedo quale sia il problema. Questa e' una questione diversa e piu' semplice di quella del consumo di tipo ricreativo.
2 - Si', se si prova che ha effetti terapeutici e che non e' nociva, l'industria farmacologica dovrebbe sviluppare tecniche e lavorare in questa direzione.

João Goulão, medico
1 - Sono d'accordo. Io credo che tutti i mezzi per far diminuire certi tipi di dolori siano leciti e non ho nulla contro la cannabis, dopo che sono state dimostrate le sue proprieta', come nel caso del suo effetto antiemetico (che previene o combatte la nausea e il vomito, ndr).
2 - Penso di si'. Il problema e' che questo tipo di sostanze, per essere incluse nella lista che classificano il possesso e il consumo come illecito, hanno circuiti molto difficili da controllare. Tuttavia, in linea di principio, e provata l'efficacia terapeutica del composto cannabis, sarei favorevole all'autorizzazione della commercializzazione per questi fini.

Alexandre Quintanilha, biofisico
1 - Ovviamente si'. E' gia' utilizzata in molti luoghi e sembra che stia dando dei buoni risultati in relazione a pazienti in stati gravi, essendo il principio chimico che fa parte della cannabis l'unico che da' qualche sollievo.
2 - Mi sembra assolutamente normale che questo avvenga. Cio' che io credo straordinario, in tutta questa discussione, e' che tutte le persone sanno molto bene quali sono le conseguenze del tabacco e dell'alcol e non si conoscono invece le gravi conseguenze della cannabis, visto, fino ad oggi, una gran parte degli studi mostra che la cannabis non conduce all'uso di altre droghe piu' pesanti. Per questo, non e' logico che noi accettiamo, senza ricetta medica, il consumo di alcol e tabacco e che abbiamo bisogno della ricetta medica per la cannabis. Tuttavia comprendo che ci sono aspetti culturali complicati e, pertanto, dovremmo avanzare lentamente.

João Menezes Ferreira, presidente dell'Associazione Portoghese Antiproibizionista
1 - Si'. Gli effetti terapeutici della cannabis sono, in questo momento, ovvi. La storia delle sostanze psicotrope o stupefacenti e' una storia che comincia ad essere medica. Pertanto, credo che sia un bene.
2 - Si'. Ricordo che, nella strategia di coloro che lottano per la modifica delle leggi della droga in Portogallo, non si vuole distinguere la cannabis ne' scordarsi l'essenziale intervento medico nella prescrizione della cannabis.

Luis Fernandes, psicologo
1 - Concordo completamente. Sono dimostrati gli effetti terapeutici della cannabis in diverse malattie e la sperimentazione clinica con la cannabis e' stata interrotta solo per ragioni morali e non per ragioni scientifiche. Questo e', quanto meno, deplorevole.
2 - Ho dei dubbi che la ricetta medica sia la forma migliore di rendere la cannabis accessibile dal punto di vista terapeutico. Io sono restio a consegnare nelle mani del monopolio della medicina convenzionale tutto il controllo del dolore umano -in determinate situazioni, si', ma non in tutte, perche' ha gia' mostrato effetti perversi. Le persone hanno nozione sulle modalita' per colpire la sofferenza, hanno tutto lo spettro delle piante medicinali e della medicina alternativa, e suppongo che la cannabis si potrebbe utilizzare con una modalita' di automedicazione. Nonostante tutto, quella della ricetta medica potrebbe essere una strada percorribile, non mi dispiacerebbe nessuna delle strade.

Lourenço Martins, giudice
1 - Se la cannabis ha alcune proprieta' terapeutiche, mi sembra che non ci sia nessun ostacolo perche' possa essere utilizzata. I dubbi che vengono sollevati, e sono i medici che li pongono, sono se, realmente, la cannabis abbia delle virtu' terapeutiche. Se ci sono medici che dicono di si', la loro sarebbe una posizione di natura medica e deontologica, e noi, come giuristi, non avremmo nulla da opporre.
2 - Non mi pronuncio su questo. Credo che sia una questione medica. Come giurista, cio' che vedo nel panorama internazionale e' che ci sono ancora molti piu' dubbi che certezze.
 
 
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