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Peru'. Il ritorno di Sendero Luminoso, piu' buoni con i cocaleros
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Articolo di Donatella Poretti
5 luglio 2003 17:42
 
Il ritorno alla lotta armata di Sendero Luminoso -il gruppo maoista che negli anni 80 e primi anni 90 ha sparso molto sangue in Peru'- confermato da una serie di recenti incursioni in certe zone piu' remote, rappresenta una nuova sfida al presidente Alejandro Toledo.
I venti anni della guerra civile in Peru' (1980-2000) potrebbero avere lasciato un saldo tra i 40 mila e i 60 mila morti, aveva stimato nelle scorse settimane il presidente della Commissione Verita' e Riconciliazione in Peru', Salomon Lerner: "quasi il 50% delle vittime sono state assassinate da Sendero Luminoso".
In meno di 10 giorni, colonne di Sendero hanno ucciso un soldato e ne hanno feriti altri tre in una imboscata contro una pattuglia militare; sono entrati dentro dei villaggi andini e amazzonici dove hanno fatto comizi e hanno richiamato gli abitanti ad aggiungersi alla "lotta popolare". Negli ultimi due mesi l'organizzazione "Consejo por la Paz" stima siano state 57 le azioni armate da fare risalire a Sendero Luminoso. L'azione piu' d'impatto e' stata quella del sequestro per 36 ore di 71 lavoratori di una impresa argentina in un importante giacimento del gas in una remota zona andina. Ma gia' nel marzo del 2002 erano ricomparsi facendo esplodere un'autobomba davanti all'Ambasciata Usa a Lima, lasciando un saldo di 10 morti.
Questi fatti sono percepiti con preoccupazione dal Governo e dalla popolazione. Una grossa maggioranza di peruviani crede che ci sia una rinascita delle azioni di Sendero, almeno secondo un sondaggio dell'Universita' di Lima reso noto venerdi' scorso. L'89% -di 601 intervistati- ha risposto che si sta realizzando "una rinascita del terrorismo". E questo avviene mentre un peruviano e' stato arrestato ad Almeria (sud della Spagna) per il suo legame con Sendero. E la Polizia dell'antiterrorismo peruviano ha denunciato nei giorni scorsi che Abimael Guzman, il leader del Sendero arrestato nel 1992, continua a dirigere il gruppo armato dal carcere.
Come e' stata possibile questa rinascita del gruppo terrorista? Esperti peruviani in materia, che hanno seguito le evoluzioni del Sendero Luminoso -dai suoi anni d'oro fino alla presunta disarticolazione del 1992-, concordano nel ritenere che la nuova strategia del gruppo e' la migliore spiegazione per comprenderne il ritorno.
"Sendero ha reinventato il suo modo di agire. Oggi assistiamo ad un cambio radicale", spiega da Lima Roger Rumrill, un esperto dell'Amazzonia peruviana che conosce come funziona Sendero. Questa nuova strategia, dice, presenta varie caratteristiche che hanno permesso un avvicinamento alla popolazione, che in precedenza temeva i massacri di cui Sendero si era reso protagonista.
Ora, invece, non solo non uccide piu' i campesinos, ma addirittura li aiuta. Cosi' racconta da Lima Jaime Antesana, esperto in violenza politica. Se prima Sendero arrivava ai villaggi e li saccheggiava, ora gli compra i prodotti dell'agricoltura e paga i campesinos in dollari, fatto inedito per il gruppo. "Nella parte della sua strategia politica, Sendero ha fatto una profonda autocritica e ha deciso di non uccidere la popolazione civile. Hanno riconosciuto essere stato un errore", spiega Antesana.
Sendero ha stretto ancora di piu' i suoi legami con il narcotraffico, e oggi agisce come protettore delle rotte del contrabbando di droghe, il che gli permette di potere contare su risorse economiche fresche. "Il gruppo ha avuto una lunga relazione con il narcotraffico, chiedendo tasse ai seminatori di coca, facendo da guardiani e preparando le piste per l'atterraggio degli aerei", spiega Rumrill.
"Io lo chiamo Sendero alla colombiana", dice Antesana paragonando i metodi di Sendero con quelli della guerriglia della Colombia. A differenza del Sendero degli anni Ottanta, che proclamava una rivoluzione popolare a qualunque costo, ora questo gruppo sovversivo e' cambiato, trasformandosi in una specie di "difensore" dei campesinos. Ed e' in questo senso che realizza una campagna per la difesa della produzione di coca e delle zone cocalere, colpite dalle campagne di eradicazione delle coltivazioni. "L'anno scorso hanno innalzato la bandiera della difesa della foglia di coca", spiega Antesana. Cio' nonostante Antesana sostiene che cio' che e' stato realizzato fino ad ora da Sendero, non siano stati dei grandi colpi o delle operazioni che possano mettere in pericolo la democrazia peruviana. "Uno dei problemi e' che tendiamo a pensare che e' un problema molto piccolo e non facciamo nulla".
 
 
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