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Peru'. La minaccia della "guerra della coca"
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Articolo di Donatella Poretti
2 gennaio 2006 15:28
 
Solo nel mese di dicembre sono stati uccisi 13 poliziotti nelle valli cocalere del Paese andino. Due le imboscate, entrambe attribuite ai resti della guerriglia maoista del Sendero Luminoso. Se la guerriglia si riteneva sconfitta sotto la presidenza Fujimori e dopo l'arresto del leader Abimael Guzmán, esistono ancora delle colonne armate su cui oggi analisti politici si interrogano in merito al loro modo di operare. Sono divenuti "solo" dei sicari al soldo dei narcotrafficanti e in protezione dei campesinos cocaleros, oppure cercano di esercitare un "potere" dal basso proteggendo da par loro i contadini dalle eradicazioni forzose, interpretando cosi' una funzione di riferimento politico e amministrativo nelle valli piu' coinvolte dal fenomeno delle coltivazioni illegali? Risposte diverse producono politiche diverse.
Il rischio di una "colombianizzazione" del Peru', dove gruppi armati illegali e narcos si confondono potrebbe comportare l'adozione di un "Plan Peru'", cioe' una risposta unicamente militare per entrambi i fenomeni.
Di sicuro il 20 dicembre un gruppo armato del Sendero Luminoso nel villaggio di Aucayacu, nella valle dell'Alto Huallaga ha ucciso 8 poliziotti. Sotto la guida di Alberto Cerrón Palomino, "camarada Artemio", il gruppo opera nella valle in cui si concentra il 34% delle coltivazioni illegali di foglia di coca.
Il 5 dicembre un altro gruppo, guidato da Ronaldo Huamán Zúñiga, "camarada Alipio" ha ucciso 5 poliziotti a Palmapampa, dove da meno di un mese era entrata in funzione una base antidroga sostenuta dagli Usa che avevano fornito 5 elicotteri esclusivamente per combattere i narcotrafficanti. Il gruppo di Alipio opera nella parte piu' meridionale tra le valli dei fiumi Ene e Apurimac, dove si concentra il 29% delle coltivazioni illegali.
Sentito da radio CPN il presidente Alejandro Toledo ha parlato di zone "complicate", "ci sono zone di difficile accesso (per le forze dell'ordine), ci sono zone dove i terroristi si sono trasformati in mercenari pagati per la protezione dei narcotrafficanti". Nel frattempo il Governo ha decretato uno stato d'emergenza per 60 giorni. "Si e' presa la decisione di fare uno sforzo congiunto tra le forze armate e di polizia. Il Consiglio dei Ministri del 28 dicembre ha approvato maggiori risorse, ha preso la decisione di proseguire con questa strategia", ha aggiunto Toledo senza fornire ulteriori dettagli, confermando che i gruppi del Sendero Luminoso stanno operando insieme ai narcotrafficanti per far fallire i programmi di eradicazione della coca.
Nils Ericsson, presidente della Comisión Nacional para el Desarrollo y Vida sin Drogas (Devida), ammette che nella valle dell'Ene, come in molte altre zone cocaleras, la sua istituzione non riesce a lavorare per mancanza di risorse. "Ci sono molte zone cocaleras in cui non siamo, cioe' ci siamo solo in teoria, ma non abbiamo fondi per agire".
 
 
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