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Overdose di cocaina per Lapo Elkann? Auguri!
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Articolo di Donatella Poretti
10 ottobre 2005 19:02
 
Una brutta storia quella successa al nipote dell'avvocato Agnelli, Lapo Elkann, ricoverato all'ospedale Mauriziano di Torino: overdose da cocaina o da un mixer di sostanze stupefacenti. Scampato il pericolo di vita, gli strascichi di cronaca saranno inevitabili. Mentre gia' arrivano notizie di come la Procura e la polizia del capoluogo piemontese si stiano interessando alla vicenda sentendo le persone che avevano passato la serata con lui, pur non essendo -ancora- previsto il reato del consumo di stupefacenti.
Ma mentre facciamo gli auguri per una pronta guarigione, non possiamo far altro che registrare come c'e' gia' chi ci si butta a pesce. Basti solo pensare che la notizia lanciata dalle agenzie di stampa pochi minuti prima delle 14, ha gia' scatenato la messa in onda di un numero ad hoc di Porta a Porta. Bruno Vespa, da grande giornalista, ne ha colto subito al volo l'importanza. Del resto ve li ricordate i pettegolezzi sulle narici rifatte d'oro di Gianni Agnelli? Stavolta c'e' il fatto di cronaca.
"Le notizie sulle condizioni di mio figlio sono state esagerate. Comunque ora Lapo sta meglio", ha detto Alain Elkann. Lo scrittore ha poi polemizzato con la trasmissione di Rai Uno Porta a porta: "mi hanno telefonato per chiedermi di andare a parlare di questa vicenda nella trasmissione. Mi vergogno di essere italiano".
"Un atto di cortesia mal interpretato", ha replicato Vespa, che ha fornito la sua versione: "a nome della redazione di 'Porta a Porta' Antonella Martinelli ha chiamato Alain Elkann facendo gli auguri per un pronto ristabilimento di Lapo. Visto che avevamo in preparazione una trasmissione, ha chiesto se lui voleva fare una dichiarazione e se aveva persone amiche del figlio che volessero partecipare alla trasmissione. Se uno volesse speculare su una situazione, non chiamerebbe il padre della persona interessata. E' stato quindi un atto di cortesia male interpretato".

Sulla vicenda la Rai "fermi la rincorsa allo scoop". A lanciare l'appello un gruppo di parlamentari dell'Unione, Giorgio Merlo (Margherita), Valerio Calzolaio (Ds), Gianfranco Pagliarulo (Comunisti italiani) e Gerardo Labellarte (Sdi) che chiedono a tutti i mezzi di informazione "un surplus di discrezione". "Di fronte alla vicenda di Lapo Elkann chiediamo a tutti i mezzi di comunicazione, senza nulla togliere al diritto di cronaca, un surplus di discrezione e chiediamo in particolare alla Rai di fermare la rincorsa allo scoop che, lungi da approfondimenti, vuole inseguire solo aspetti morbosi o pettegoli. Non sarebbe piu' utile fornire una seria informazione sui pericoli delle tossicodipendenze?". A tutti i giovani, proseguono i parlamentari, "succede di sbagliare e per i giovani che ricoprono posti di responsabilita' l'errore e' ancora piu' grave e censurabile. Ma questo non giustifica la gogna mediatica che si sta scatenando in queste ore attorno a un giovane e alla sua famiglia". Negli scorsi giorni, concludono, "prima la modella Kate Moss poi l'attore Paolo Calissano sono stati al centro di una gara mediatica senza precedenti. Oggi questo ennesimo episodio consiglierebbe di tirare il freno per evitare la corsa alla morbosita' di cui, francamente, nessuno sente il bisogno".
Un commento arriva dalla fidanzata, o ex, l'attrice Martina Stella, che si dice prima "addolorata e preoccupata" ma che tende a precisare che a causa degli "stili di vita diversi" i due si erano allontanati da mesi.
Chi invece ha deciso per un gesto di solidarieta' e' stato Marco Pannella che ha fatto una visita simbolica, non potendo entrare nel reparto di terapia intensiva, e che come ha spiegato Silvio Viale, che l'accompagnava, ha voluto recarsi in ospedale "per un gesto puro di solidarieta' umana". "Se fosse vero che ha assunto droga, reagisco come reagirei quando questo accade ogni giorno in Italia anche per quelli che non fanno notizia: ci sono leggi assassine", ha detto il leader radicale.
A chiedere di astenersi a moralisti e ipocriti e' il segretario dei Radicali Italiani Daniele Capezzone: "a proposito della vicenda che in queste ore riguarda Lapo Elkann, mi auguro che (almeno stavolta, come troppe altre volte non e' successo, rispetto ad altri protagonisti) moralisti e ipocriti in servizio permanente effettivo si astengano dall'emettere sentenze". "Anche perche' nel paese del 'servo encomio e del codardo oltraggio', e' fin troppo lunga la tradizione dell'omaggio al potente e dell'insulto al potente in difficolta'. Auguri a lui, ad Elkann, intanto, di riprendersi presto". "E auguri, soprattutto ai milioni di ragazze e ragazzi che (magari senza mai aver provato la cocaina, ma essendo solo consumatori di droghe leggere) rischiano di subire un'ulteriore criminalizzazione. Il Governo, e in particolare il ministro Giovanardi, vuole infatti giocare la carta dell'approvazione-lampo degli articoli peggiori del disegno di legge sulle droghe. E la conseguenza sarebbe un concreto, immediato rischio di carcere per chiunque fosse trovato con sette-otto spinelli". "Occorre una nuova fase di mobilitazione, e un rilancio della campagna antiproibizionista e di legalizzazione. Sara' uno dei temi del IV Congresso di Radicali italiani a Riccione, e sara' anche una delle questioni di cui il nuovo soggetto socialista, liberale, laico e radicale non potra' non farsi carico".
"E' in corso, da alcune settimane, in questo Paese una campagna giornalistica di disinformazione che mira a rafforzare e a consolidare nell'opinione pubblica la convinzione, del tutto infondata, che la cocaina sia ancora, come lo e' stata in passato, la "droga dei ricchi" -commenta Marco Contini, Segretario di Antiproibizionisti.it- Per ottenere questo risultato si enfatizzano pochi casi eclatanti, senza bisogno neppure che tra loro sia riscontrabile alcun tipo di analogia, affinche' -attraverso il collaudato meccanismo che fa ricorso all'euristica della disponibilita'- scatti quel riflesso semi-automatico che facilita per chi osserva l'associare il nome della sostanza in questione a un contesto e a degli attori non rappresentativi, in termini statistici, di quanto accade nella realta'. Chiunque abbia modo, direttamente o indirettamente, di sperimentare nella vita di tutti i giorni quanto la cocaina sia diffusa tra giovani e meno giovani di tutte le classi sociali o, piu' semplicemente, segua con attenzione le notizie di cronaca (soprattutto quelle che, di norma, non vengono riportate dai mezzi di comunicazione di massa), capisce bene che la manipolazione dell'informazione attualmente in corso non puo' essere casuale e appare anzi molto bene orchestrata. Senza volerci addentrare in un'analisi dietrologica futile e poco interessante, ci limitiamo a segnalare con preoccupazione quella che consideriamo una situazione grave e altamente allarmante. Come spesso diciamo in questi casi, non si tratta tanto -o soltanto- di un problema legato a una sostanza o alla diffusione dei casi di dipendenza dalla stessa, ma piuttosto di un intollerabile processo che ha come fine principale quello di nascondere la verità dei fatti sostituendola con una visione alterata delle cose. La storia ci insegna che non c'e' limite alla deriva che può essere raggiunta per mezzo di tali, irresponsabili, condotte. A chi tutto cio' possa giovare nell'immediato non e' difficile comprenderlo. Sensibilita' e attenzione differenti, invece, sono necessarie per capire che il danno che ne consegue si ripercuoterà inevitabilmente e indistintamente su tutti noi".
Di fronte all'ennesimo episodio di probabile overdose da cocaina che coinvolge persone famose, conviene spostare l'attenzione su "un aspetto spesso trascurato, quello di una progressiva americanizzazione del fenomeno, ovvero la diffusione massiccia di cocaina tra le classi dirigenti italiane". Lo sottolinea Achille Saletti, presidente delle comunita' terapeutiche Saman. Saletti si chiede "quale puo' essere lo stato di equilibrio di un manager di un'industria o di un'azienda qualora, dopo una notte passata 'festeggiando a farmaci e cocaina' debba prendere una decisione vitale per la vita della propria azienda, per chi ci lavora e per chi investe". "Il nostro non e' cinismo, al contrario auguriamo a chiunque sia coinvolto in questo problema di trovare una propria autonoma via di uscita, bensi' una denuncia troppo spesso sottovalutata dalle associazioni di categoria e dalla politica, che preferiscono delegare in toto al sistema dei servizi per le dipendenze cio' che rappresenta sicuramente una problematica di carattere sanitario, ma anche e soprattutto un fenomeno culturale in perenne accelerazione". La cocaina, secondo Saletti, non e' droga per ricchi e dunque un affare di pochi lontani dalla vita pubblica o di tutti i giorni. "Nulla di piu' falso alla luce della diffusione della cocaina in ogni strato sociale. Cio' che pero' resta vero, riguarda le conseguenze dell'abuso che e' inevitabilmente diverso, e decisamente piu' grave in termini di effetti sulla collettivita', se chi ne abusa e' un pilota di aerei o un commesso dei grandi magazzini". In questo senso, conclude, "la responsabilita' di cambiare un fenomeno culturale cade su tutti noi e non solo sui singoli consumatori".
"La vicenda che coinvolge Lapo Elkann mostra interamente quanto le recenti dichiarazioni e le promesse del ministro Giovanardi siano fuori tempo, insufficienti e pericolose": e' il commento di Maurizio Coletti, di Itaca Italia, organizzazione di operatori delle tossicodipendenze. "Di fronte a un episodio probabile di policonsumo a base di cocaina e' necessario riflettere sull'urgenza di rafforzare l'intero sistema degli interventi e dei trattamenti, lasciato da troppo tempo allo sbando. L'attore Calissano agli arresti domiciliari in una Comunita' terapeutica di Torino, Elkann all'Ospedale Mauriziano. Questi sono i presidi da rafforzare: la rete del pubblico e del privato sociale gia' esistente. Magari, risparmiando sui sondaggi voluti per rafforzare le proposte del Governo". "Un'altra domanda viene da questa dolorosa e drammatica notizia: ma se Elkann fosse incappato nelle norme previste dallo 'stralcio' voluto da Giovanardi, cosa sarebbe accaduto? Invece di misure repressive o inefficaci, non e' meglio rendere la rete delle opportunita' di trattamento meno fragile?".
"I gravi episodi accaduti nelle ultime settimane richiedono da parte di tutti una riflessione approfondita sul problema delle tossicodipendenze nel nostro Paese", risponde il ministro per i Rapporti con il Parlamento con delega alle politiche antidroga, Carlo Giovanardi, per il quale la IV Conferenza Nazionale sui problemi connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope, in programma a Palermo il 5, 6 e 7 dicembre 2005 "puo' e deve essere un momento di confronto senza pregiudiziali fra istituzioni e operatori del pubblico e del privato sociale per mettere a punto strategie efficaci verso le vecchie e le nuove forme di dipendenze, in particolare l'esplosione dell'uso di anfetamine e cocaina". "Siamo incoraggiati in questo lavoro all'apprezzamento del Capo dello Stato che ha gia' dato la sua ideale adesione all'iniziativa".
Il Dipartimento nazionale politiche Antidroga interviene sui casi di overdose da cocaina e sostanze stimolanti, confermando di aver gia' finanziato il progetto per l'istituzione di centri specializzati nel trattamento di questa tipologia di consumatori. "Il Dipartimento ha ben presente il problema dell'aumento dei consumi di cocaina e sostanze psicostimolanti, come peraltro aveva gia' evidenziato nella Relazione annuale al Parlamento per l'anno 2004". "In proposito il ministro Giovanardi e il ministro Storace hanno concordato un progetto, gia' finanziato dal Dipartimento, per rispondere al fabbisogno terapeutico di queste tipologie di utenti. Il progetto si propone di sperimentare nuove forme di intervento diagnostico-terapeutico, ad alta integrazione tra Servizi pubblici e privati, finalizzati a delineare strategie di trattamento e riabilitazione per i consumatori di cocaina, ampliando e innovando le classiche metodologie utilizzate dai Sert e dalle comunita' terapeutiche".

Il cuore e' il primo organo a risentire le conseguenze di un'overdose di cocaina e l'insufficienza cardiaca dovuta al consumo di una quantita' eccessiva di questo stupefacente puo' provocare l'insufficienza respiratoria. Quando si verifica quest'ultima, il ricovero in ospedale per alcuni giorni e' necessario per supportare le funzioni vitali, ad esempio per mantenere stabile la pressione. Nei casi piu' gravi e' anche necessario impiantare un pacemaker.
"La cocaina non e' un agente depressivo e di conseguenza non da' quasi mai insufficienza respiratoria, se non quando viene assunta in dosi tali e in combinazione con altri farmaci o con alcol", ha osservato Quirino Piacevoli, presidente dell'Associazione italiana anestesisti e rianimatori e direttore dell'unita' operativa complessa di Anestesia e rianimazione dell'ospedale San Filippo Neri di Roma. L'uso cronico della cocaina ha poi conseguenze dirette sul cuore, provocando aritmie e disfunzioni cardiocircolatorie (come la cardiomiopatia dilatativa). L'aritmia puo' provocare a sua volta ipotensione e arresto cardiorespiratorio. Effetti simili si riscontrano quando la cocaina viene abbinata ad un altro eccitante, come l'alcol. "Anche quest'ultimo puo' avere un effetto cardiodepressivo e dare insufficienza respiratoria". L'entita' delle conseguenze dipende direttamente dalla quantita' di cocaina che si assume: una piccola quantita' di questa sostanza ha un effetto eccitatorio sul Sistema nervoso centrale; una grande quantita' puo' portare a depressione cardiocircolatoria e respiratoria.
In caso di overdose di cocaina, "la terapia consiste essenzialmente nel supportare le funzioni vitali", ha osservato Piacevoli. Ad esempio, si tende a mantenere stabile la pressione arteriosa, anche ricorrendo ad un pacemaker. A seconda dell'eta' della persona, del tempo per il quale si e' fatto uso di cocaina e del tipo di danno, il pacemaker puo' essere impiantato per un periodo limitato, sufficiente per gestire l'aritmia, oppure definitivo, nei casi piu' gravi. Il ricovero, in ogni caso, puo' avere una durata di qualche giorno. Molto piu' lungo e' invece il tempo necessario per il processo di disintossicazione.
 
 
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