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Onu. Intervista al direttore dell'Unodc sull'Afghanistan
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Articolo di a cura di Katia Moscano
5 settembre 2003 11:31
 
Riportiamo uno stralcio dell'intervista al direttore dell'ufficio dell'Onu per il controllo degli stupefacenti e la prevenzione del crimine (Unodc), Antonio Maria Costa, concessa all'agenzia Irin News

Domanda: quali cambiamenti ha notato, nella sua recente visita in Afghanistan, sull'estensione delle coltivazioni di oppio, rispetto al 2002?
Risposta: nel 2002 furono stimati 74 mila ettari di terra coltivata, con una produzione del valore di svariati miliardi di dollari. Non ci sono, purtroppo, ancora i dati per il 2003, ma verranno presto resi noti dal mio ufficio. Comunque dei cambiamenti ci sono stati: alcuni in positivo, altri no.
Il dato negativo e' che le coltivazioni stanno diffondendosi in nuove province, oltre alle cinque storicamente conosciute, quali Nangarhar, Kandahar, Badakhshan e altre. Nelle cinque province, che forniscono il 98% dell'intera produzione, il problema e' grave tanto quanto lo era lo scorso anno. La buona notizia e' che il prezzo e' diminuito del 50% negli ultimi 12 mesi, e questo significa un taglio drastico dei guadagni dei trafficanti e di tutto il mondo che ruota attorno al commercio illegale.

D: chi sono i trafficanti e i coltivatori?
R: ovviamente i contadini sono coinvolti, sia coltivando i loro terreni che quelli di altri. Chiunque puo' essere un trafficante, molti gruppi etnici lo sono. Domando: lo sono i comandanti, i capi militari e gli amministratori locali? Si' e no. Credo che molti dei comandanti usino gli introiti dei narco-traffici per approvvigionare i loro eserciti.

D: quali sono le sfide per l'eradicazione delle coltivazioni in Afghanistan?
R: tutto e' una sfida. Il Counter Narcotics Directorate (CND) -l'ufficio responsabile per la droga e il crimine nel Paese- e' debole e necessita di rinforzi, cosi' come il settore per le droghe della polizia. Il rispetto della legge e' agli albori e deve essere rinforzato; i contadini chiedono aiuti finanziari, data la loro poverta'; gli amministratori richiedono maggiori infrastrutture per le scuole e per gli ospedali, l'elettricita' per le strade, dunque tutto e' una sfida.

D: quando ritiene che il Paese sara' libero dalle coltivazioni?
R: Non ho la sfera di cristallo e non posso predire il futuro. In altre nazioni, come la Thailandia, la Turchia o il Pakistan sono stati necessari dai 15 ai 20 anni. Il Governo ha approvato una piano strategico per 10 anni, ma questo non significa che dobbiamo aspettare nove anni per fare qualcosa. Dobbiamo agire proprio adesso. Il futuro del Paese e' nelle mani degli afghani.

D: lei pensa che il consumo sia un problema serio in Afghanistan?
R: certamente. Tutte le province hanno tossicodipendenti, come ci sono in tutta l'area dell'Asia centrale. Credo che le coltivazioni portino al consumo e questo alla morte, ed ecco perche' sono necessari centri disintossicanti.

D: una soluzione e' aiutare economicamente i contadini a sostituire le coltivazioni illegali, e' questo possibile?
R: non credo si debbano pagare i contadini affinche' non coltivino l'oppio. Abbiamo bisogno che il Governo di Kabul faccia rispettare la legge. Con una legge da applicare, chiunque la infranga accetta le conseguenze del suo gesto, per questo dobbiamo sostenere il Governo. Sono a conoscenza che il budget del CND e' di tre milioni di dollari, che pero' non sono mai stati distribuiti, e si suppone che l'organo possa sconfiggere l'impero economico della droga pari a 1,2 miliardi di dollari. Quanti trafficanti e paramilitari si possono mantenere con questi guadagni?

D: ha richiesto maggiori risorse e fondi per la lotta alla droga?
R: certamente. Se vogliamo combattere seriamente il traffico, le autorita' necessitano di maggiori risorse economiche. Siamo nelle mani della Comunita' internazionale, la quale deve provvedere ai fondi, che pero' sono inferiori alle mie richieste e a quanti ne occorrono, percio' chiediamo maggiori contributi. Credo che la necessita' di un'autorita' giudiziaria non sia presa in considerazione dai Paesi stranieri, ma ritengo che molti traffici ci siano per la corruzione di ufficiali, degli addetti degli aeroporti e di molti altri. Dobbiamo impegnarci per combattere il problema, ma sento molte parole e vedo poca azione.

D: quanto Kabul e' impegnata nell'eradicazione dell'oppio?
R: il Governo afghano e' molto impegnato, questo non e' in discussione. Il problema e' la mancanza di risorse. Il 5% della popolazione e' coinvolta nei traffici, vorrei che il restante 95% fosse ugualmente interessato e impegnato tanto quanto il primo ministro Karzai.
 
 
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