Fare uso di P, una metanfetamina che sta diffondendo un vero e proprio allarme in Nuova Zelanda, potrebbe essere un'attenuante per un processo per duplice omicidio. La droga aveva infatti reso l'omicida, Ese Junior Falealii "invincibile", piu' irritabile e meno tollerante nei confronti del cassiere di una pizzeria che aveva problemi ad aprire il registratore di cassa. Secondo gli psichiatri che assistono al processo, trovarsi ad essere irritato, meno tollerante e armato, puo' farti diventare piu' pericoloso del solito.
Non avrebbe molto senso riportare un episodio di cronaca nera, per lo piu' avvenuto dall'altra parte del globo, se cose di questo tipo (un omicida reo confesso che cerca una scappatoia attraverso l'"incapacita' da droga") non fossero il frutto, puntuale, delle strumentalizzazioni della stampa contro una sostanza, quando si lancia l'allarme su qualcosa senza perdere troppo tempo ad informarsi su cosa e' veramente.
Dopo il decennio della "pazzia da spinello", o "reefer madness", negli Usa degli anni '30, quando la stampa speculo' in modo scandaloso (ed interessato) su tutti i malanni possibili che portava l'erba, si moltiplicarono per anni nei tribunali le assoluzioni per delitti terribili, dovute all'incapacita' che veniva dopo aver fumato, a volte anche con casi clamorosi: una donna ammise di aver ucciso un guidatore di autobus perche' la marijuana l'aveva trasformata in un vampiro e fu assolta, deposizioni di psichiatri e medici che parlavano di "vibrazioni omicide" dovute alla marijuana per il caso dell'assassinio di un poliziotto.
Anche l'Italia non e' immune dagli allarmi stagionali, ultimo dei quali il delitto "Jucker", per il quale e' stato sottolineato come l'omicida avrebbe prima "fumato uno spinello". Ma "ad alto tasso di Thc", perche' a certe speculazioni, oggi, risulta piu' difficile continuare a credere.