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Il narcotraffico corrompe gli agenti della Dea in Colombia
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Articolo di Walter Fanganiello Maierovitch *
4 febbraio 2006 13:20
 
I presidenti Bush (Usa) e Uribe (Colombia) stanno raccogliendo la tempesta dopo aver seminato il vento del disastroso Plan Colombia, della lotta agli insorgenti e del sostegno velato ai paramilitari. Secondo il Dipartimento della Giustizia del governo Bush, agenti antidroga della Drug Enforcement Agency (Dea), distaccati in Colombia, sono stati corrotti da trafficanti di cocaina.
Non bastasse, gli agenti della Dea avrebbero anche riciclato del denaro sporco della cocaina per conto dei trafficanti e si sarebbero fatti coinvolgere nell'omicidio di alcuni informatori della polizia, tutto con la complicita' dei paramilitari delle Autodifese Unite della Colombia (Auc), che a loro volta trafficano cocaina negli Usa.
In Colombia operano 135 agenti della Dea. La scoperta di queste azioni criminali si devono all'avvocato Tomas Kent, che lavora nel settore delle Intercettazioni Telefoniche e Droghe Pericolose del Dipartimento della Giustizia del Governo Bush. In merito, abbondante documentazione e' stata pubblicata sul settimanale colombiano Semana (clicca qui) e diffusa da Radio Caracol, la piu' ascoltata nel Paese.
Il fallito Plan Colombia e' durato cinque anni e sono stati sprecati 5 miliardi di dollari. La punta di diamante del Piano erano le fumigazioni, la dispersione per via aerea degli erbicidi nelle regioni cocalere, in particolare nel Putumayo, Caqueta, Meta e Guaviare.
Oltre alla migrazione delle coltivazioni verso altri Paesi andini e la foresta amazzonica, l'effetto e' stato che i coltivatori di coca hanno invaso le Riserve Naturali e i Parchi Nazionali. Nelle aree protette la legge, infatti, proibisce di gettare gli erbicidi, che causano irreparabili danni ecologici. Di conseguenza, queste zone sono divenute una sorta di luoghi sicuri, al salvo dagli aerei della DynCorp, cioe', dell'impresa privata di sicurezza nordamericana che per contratto provvede all'aspersione dell'erbicida: il glifosato, prodotto dalla multinazionale Monsanto.
Come soluzione per cercare di evitare la trasformazione dei parchi nazionali in aree cocalere, il presidente Uribe ha dato il via, a partire dal parco La Macarena, alle eradicazioni manuali. Il parco ha 4.598 ettari e circa 11 mila contadini vivono grazie alla coltivazione e alla vendita della foglia di coca.
Il presidente Uribe era alla Macarena per la tradizionale festa pirotecnica, come César Maia a Rio de Janeiro. Lo stesso Uribe ha distrutto 60 piante ed e' stato ripreso da telecamere e fotografato per guadagnar prestigio. Nell'occasione ha detto che i cocaleros della Macarena sarebbero divenuti temporaneamente guardie forestali. Ogni anno avrebbero ricevuto 441 dollari, una cifra ritenuta sufficiente per mantenere le famiglie senza piantare la coca nella regione.
Uribe ha annunciato che avrebbe trasferito i cocaleros della Macarena per dargli delle terre. Interpellato, il ministro dell'Agricoltura ha detto che sta cercando le terre per trasferirci i cocaleros. Nel frattempo, sarebbero rimaste come guardie forestali.
La corruzione e la partecipazione degli agenti della Dea negli omicidi aspettano una soluzione dalla Casa Bianca. In quanto al Parco della Macarena, e' evidente che i narcotrafficanti possono offrire di piu' dei 441 dollari annuali promessi da Uribe.
Insomma, senza soluzioni e senza il denaro del fallito Plan Colombia, Uribe cerca di giocarsela e sempre obbedendo agli ordini di Bush. Per chi ancora non aveva compreso, ora potra' capire perche' Chávez aveva espulso la Dea dal Venezuela e Evo Morales ha dichiarato di non volere piu' questa Dea in Bolivia.


* 58 anni, gia' segretario antidroga del Brasile, consulente al Tribunale di Giustizia di San Paolo, presidente dell'Istituto Brasiliano Giovanni Falcone di scienze criminali
 
 
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