testata ADUC
Narcosalas. Ma siamo proprio sicuri che non servono? L'esperienza australiana dice il contrario
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Vincenzo Donvito
14 marzo 2006 11:41
 
Nei giorni scorsi sulla proposta delle narcosalas (o 'safe injection room', 'stanza per drogarsi') presentata alla regione Toscana ne abbiamo sentite di tutti i colori. Soprattutto da parte di chi ritiene che il fenomeno droga e tossicodipendenze sia piu' che altro una questione di ordine pubblico e non di sanita', di cultura, di informazione, con cui ognuno si deve confrontare e decidere di conseguenza.
Quello che ci ha piu' colpito e':
- l'aspetto sminuente (causa campagna elettorale?) da parte dei proponenti: i Verdi toscani che hanno fatto un po' marcia indietro rilevando che non e' una proposta su cui si giocano i loro posti di governo in questa regione, visto la contrarieta' manifestata dall'assessore al Diritto alla Salute della medesima maggioranza politica di cui fanno parte; insomma, niente di nuovo, il solito tirarsi indietro dietro al talmud del "dio politica" che tutto dispensa.
- Il coacervo di dinsinformazione e luoghi comuni con cui gli oppositori "idelogici" hanno tuonato contro. Abbiamo letto di dati disastrosi relativamente a dove questi esperimenti sono in corso, ma nulla relativamente alle fonti di queste informazioni, alle indagini ad hoc e, soprattutto, ai presunti danni che queste narcosalas avrebbero apportato li' dove sono sperimentate. Ci rendiamo conto che, a fronte di un presupposto ideologico, la storia e' piena di storici, letterati, politici, scienziati di ogni scienza, pronti a giustificare l'ingiustificabile (da un punto di vista di osservazione razionale), ma nel contempo ci rendiamo anche conto quanto male questo metodo possa fare all'essere umano e alle istituzioni.
Noi non sappiamo se drogarsi faccia bene o male, e diffidiamo da tutti coloro che invece lo sostengono magari brindando con un superalcolico (pronti a berne altri dieci) o schiantando da qualche parte per il cervello sfatto da metanfetamine. Ci preme solo informarci, con la curiosita' che contraddistingue gli ingenui, e da questo aiutarci e aiutare a farci meno male di quanto l'essere umano scientemente non faccia ogni giorno ovunque.
Per questo registriamo (dati di oggi) i successi della narcosala di King Cross a Sydney (Australia): oltre 100 mila episodi di iniezioni di droga in luoghi pubblici prevenuti, con riduzione di morti e danni da overdose. I dati sono ufficiali (National Centre in Hiv Epidemiology Research), del Governo del Nuovo Galles del Sud. Da quando cinque anni fa fu istituita, nel periodo maggio 2001 / dicembre 2004 ha avuto 214 mila visite e gestito, senza casi mortali 1262 overdose; ha indirizzato 3620 persone a trattamenti di disintossicazione e cure mediche. In aggiunta a questi dati, i 1700 casi di overdose verificatisi fino a dicembre 2005 sono stati trattati immediatamente, 20 o 30 minuti prima di quanto sarebbe accaduto per strada e senza quegli esiti letali che altrimenti avrebbero potuto avere.
Questi sono solo i dati di oggi, relativi alla citta' australiana, Chi volesse documentarsi di piu' su tutti gli altri esperimenti in corso, non ha che da usare il nostro specifico motore di ricerca su questo quotidiano.
Quello che ci preme sottolineare e' che, a differenza del furore ideologico in corso pro e contro la criminalizzazione di droghe illecite, cio' che conta sono i dati, che vanno presi in molta considerazione per decidere politiche che, a partire dalle negative esperienze gia' effettuate e in corso, con una forte "iniezione di realismo" aiutino i nostri politici a decidere di conseguenza. A nostro avviso, chi non usa questo parametro, siccome stiamo parlando di vite umane, e' solo in malafede, cercando di mascherare a se stesso e agli altri l'uso strumentale che intende fare della vita e della morte dei piu' demuniti.
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS