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Myanmar. L'eradicazioni stanno conducendo alla poverta' quasi due milioni di persone
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Articolo di Katia Moscano
20 dicembre 2003 10:45
 
I responsabili anti-droga delle Nazioni Unite lanciano l'allarme: si sta profilando una crisi umanitaria nel nord del Paese, dove le coltivazioni di oppio sono state sradicate senza che fosse fornito un sussidio economico ai contadini. Contemporaneamente, alcuni dissidenti contestano il programma d'eradicazione, perche' lo ritengono manipolato dal Governo militare.
Il capo dell'ufficio Onu per le droghe e crimini Jean-Luc Lemahieu, ha dichiarato che 150 mila persone del nord del Paese hanno perso le loro fonti di guadagno per l'eradicazione dell'oppio. Nel Myanmar -il secondo produttore mondiale di oppio- i contadini tradizionalmente coltivano il papavero per la scarsita' dei raccolti di riso. Alcuni ex gruppi ribelli, ai quali era stata garantita l'autonomia in cambio del cessate il fuoco, hanno acconsentito a non coltivare piu' l'oppio entro pochi anni, e hanno anche rimosso, con la forza, alcuni dei villaggi produttori. Gli esperti ritengono che questi gruppi non siano in grado, pero', di aiutare economicamente i contadini. Lemahieu sostiene che senza aiuti internazionali, due milioni di persone dovranno vedersela con una crisi economica nei prossimi due anni. "Questo significa che la situazione sara' peggiore nel futuro. Negare assistenza in questo momento e' cinico e, dal punto di vista umanitario, inaccetabile". Le Nazioni Unite hanno un progetto pilota, nell'Area dei Wa vicino al confine cinese, per sostenere i contadini che abbandonano l'oppio, ma non e' stato esteso ad altre aree per la mancanza di fondi. I Paesi che fanno in genere le donazioni sono restii ad elargire fondi al Governo militare, per le violazioni dei diritti umani di cui esso e' spesso accusato. Tuttavia l'eradicazione produce dei risultati. Ricerche dell'Onu e del Governo Usa, mostrano che le coltivazioni di papavero sono diminuite di due terzi, negli ultimi anni.
Ma alcuni dissidenti contestano queste cifre. Keun Sai, un attivista Shan, ha dichiarato che i dissidenti della sua etnia hanno pubblicato, questa settimana, delle loro statistiche, le quali mostrano che la produzione di oppio e' quattro volte maggiore rispetto a quanto riportato dalle fonti internazionali. "Secondo la popolazione locale, soprattutto del sud e dell'est, le coltivazioni sono aumentate". Lemahieu riconosce che le coltivazioni sono aumentate in alcune aree, ma accusa di questo il programma nazionale. "Se si comprime un pallone da una parte, esso si gonfiera' da un'altra. Questo e' cio' che accade se le persone sono costrette a non coltivare piu' oppio. Esse lo faranno in un altro luogo". Keun Sai aggiunge che non e' solamente una questione economica. Il Governo militare adopera l'anti-droga per i propri interessi politici e prende di mira i coltivatori di oppio di certe regioni, permettendo che alcuni gruppi etnici, suoi alleati, traffichino indisturbati, sovente con il supporto di ufficiali corrotti. Spesso -accusa Sai- gli aiuti economici elargiti al Governo per combattere la droga, finanziano la repressione della popolazione. "Comprendo", dichiara Lemahieu "che alcuni dissidenti non vogliano che siano elargiti aiuti finanziari al Governo, ma i fondi Onu non sono diretti a quello, ma perche' siano giustamente spesi".
La sofferenza dei contadini, costretti ad abbandonare le loro coltivazioni senza il necessario supporto economico, ha convinto alcuni esperti internazionali a procedere piu' lentamente verso l'eradicazione delle colture.
 
 
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