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Messico. Il Procuratore propone di legalizzare la droga nelle carceri
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Articolo di Donatella Poretti
15 novembre 2003 13:00
 
Il procuratore generale del distretto federale di Citta' del Messico ha proposto ieri di permettere ai detenuti tossicodipendenti di consumare droghe per combattere il narcotraffico nelle carceri della capitale, riaccendendo un antico dibattito sulla legalizzazione degli stupefacenti in un Paese che vede un consumo crescente.
"E' un'idea che io ho maturato da un po' di tempo, che ho proposto e (...) che penso di approfondire maggiormente per cercare di convincere altri che e' realizzabile", ha detto Bernard Bátiz all'emittente radiofonica InfoRed.
Secondo Bátiz la droga verra' somministrata ai reclusi insieme ad un trattamento per la loro riabilitazione.
In Messico, per evitare che siano commessi reati per procurarsi la droga o il denaro per comprarla, non esiste alcun programma di distribuzione di stupefacenti ai tossicodipendenti, e ufficialmente il Governo ha una posizione contro la legalizzazione delle droghe.
"Le mafie dentro i penitenziari hanno come strumento di controllo e di sfruttamento dei detenuti anche la vendita della droga", spiega Bátiz.
"Si spezzerebbe un affare molto grande, un sistema di controllo, un sistema di corruzione", ha aggiunto il procuratore che ha riconosciuto come la sua proposta sia "un'idea appena abbozzata" e che non c'e' ancora una proposta concreta per iniziare un programma.
Il governatore della capitale Andrés Manuel López Obrador ha cercato di frenare le possibili critiche alla proposta di Bátiz dicendo che il tema non era stato trattato nelle riunioni del suo Governo. "Non voglio esprimermi su questo cosi', in maniera precipitosa. Lasciatemi un po' di tempo, ci rifletteremo, perche' e' un dibattito su un qualcosa che ancora non e' stato ben analizzato", ha aggiunto ai giornalisti che lo sollecitavano.
López Obrador gode di un'alta popolarita', maggiore rispetto a quella del presidente Vicente Fox, e infatti e' in testa ai sondaggi a livello nazionale tra i candidati per le elezioni presidenziali del 2006.
Citta' del Messico, con 18 milioni di abitanti, ha una popolazione carceraria di 24 mila persone distribuite in sette penitenziari, un centro per i minorenni e uno per malati mentali. Non esistono statistiche sul consumo di droghe nei penali.

Dopo avere lanciato l'idea e avere aperto il dibattito, Bátiz, ha cercato di spiegare meglio la sua idea "che e' maturata da un po' di tempo e che ieri e' venuta fuori a seguito di una domanda di un giornalista. L'idea e' questa: in un penitenziario c'e' un universo relativamente sotto controllo, definito, e dentro questo si puo' stabilire un sistema in cui ai tossicodipendenti si somministri gratuitamente un trattamento medico".
"L'idea di base sarebbe che dandogliela gratuitamente si romperebbe con le mafie e con i controlli sugli stessi detenuti da parte dei trafficanti, che li sfruttano e controllano attraverso la droga. Se e' la stessa autorita' che somministra con misura e con un trattamento, possiamo rompere questo commercio", ha spiegato Bátiz.
In questo senso, e' possibile sperimentare in una popolazione facile da osservare, "e se non c'e' piu' l'affare, puo' anche diminuire la corruzione, possono diminuire i crimini, le armi". Sarebbero necessari "medici specialisti, psicologi. E' un qualcosa di cui dovremmo analizzarne gli effetti, verificare se si puo' contare su risorse economiche. Io credo che in un luogo chiuso possiamo sperimentarlo". Sarebbe un programma a cui aderire liberamente e sotto controllo medico.
Il crimine, in questo caso il narcotraffico, "esiste perche' e' produttivo. Se produce molti utili, ci saranno molte persone che vi si dedicheranno, e ci sara' un mercato nero e una violenza intorno".

Rafael Macedo de la Concha, procuratore generale della Repubblica del Messico, che era a Washington per un incontro con il suo omologo John Ashcroft, ha manifestato tutta la sua contrarieta' alla legalizzazione dell'uso di droghe come la marijuana, perche' "incrementerebbe il suo consumo e genererebbe un rilassamento sociale".
In un comunicato stampa diffuso poi dalla Procura Generale della Repubblica si evidenzia come "entrambi i funzionari si sono pronunciati contro chi, nella magistratura, pretende di stabilire forme di legalizzazione delle droghe, in particolare della marijuana, visto che produrrebbe un rilassamento sociale che aumenterebbe il consumo e che andrebbe a pregiudicare le societa' di entrambi i due Paesi, oltre che pregiudicare la salute e la sicurezza dei cittadini".
 
 
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