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Messico. La dissoluzione del Cartello di Tijuana e i rapporti tra narcos e Farc colombiane
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Articolo di Donatella Poretti
29 aprile 2002 16:49
 
E' stata pubblicata ieri dal quotidiano messicano El Universal un'intervista con Francisco Thoumi, specialista colombiano di narcotraffico e attualmente docente all'Universita' di Miami (Usa), sull'apparente disarticolazione del Cartello di Tijuana dopo la morte del suo capo Ramon Arellano Felix e la cattura del suo fratello Benjamin.
Secondo Thoumi questi fatti hanno portato "all'ascesa di bande regionali che cercano di guadagnare posizioni e spazi, che prima erano sotto il controllo di piccoli capi al servizio dei fratelli Arellano Felix". La dimostrazione di questa tesi sta "nella resa dei conti in corso nella zona di Sinaloa (Stato a nord-ovest in Messico), dove nel giro di qualche giorno sono state assassinate diverse persone per questioni legate al narcotraffico".
Una reale valutazione sull'effettiva portata dei colpi assestati ai due grossi Cartelli messicani, quello del Golfo e quello di Tijuana, tuttavia potra' essere fatta solo da agenzie statunitense come la Dea e l'Fbi, e la stessa Procura Generale messicana, che verificheranno i flussi di droga e di denaro tra Messico e Usa. "Se la quantita' di droga disponibile non e' variata in maniera sensibile e i prezzi si manterranno stabili, o anche leggermente in diminuzione, potremmo dire che nonostante i colpi assestati ai Cartelli, gli stessi non hanno influito nel flusso e nella domanda" di stupefacenti.
Thoumi ha avanzato anche delle interessanti ipotesi sugli attuali movimenti delle Farc, le Forze Rivoluzionarie Colombiane. Sono indiscutibili i rapporti tra i guerriglieri e i narcotrafficanti, anche quelli messicani, "ma ora le cose possono cambiare rapidamente, visto che i narcos e i guerriglieri si sono divisi in due fronti per proteggere i loro interessi, da un lato stanno le Farc e le Eln (Esercito di Liberazione Nazionale), con la loro lotta aperta e dura contro il regime, dall'altra stanno i cartelli, diciamo tra due fuochi, perche' sentono che l'offensiva del Governo, li puo' annullare per la loro vicinanza agli insorgenti". Per Thoumi e' evidente questo raffreddarsi dei rapporti voluto dagli stessi narcotrafficanti, visto che per quanto riguarda i guerriglieri "stiamo parlando di terroristi in affari con i narcos, e questo agli occhi degli Stati Uniti e' molto grave, un qualcosa che i trafficanti non chiedono".
Infatti Thoumi ritiene che "esistono informazioni sulle mosse dei narcos che stanno comprando pasta e base (di cocaina) in Peru'". Di fatto la Dea ha dati che dimostrano l'aumento delle coltivazioni di papavero da oppio in Peru' e in Bolivia, Paesi che stavano tenendo sotto controllo il problema della semina degli stupefacenti, e tutto questo si tradurrebbe in un ennesimo cambio di rotta per la lotta alla droga nell'America Latina.
 
 
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