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Jamaica. Buju Banton e la marijuana
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Articolo di Katia Moscano
5 gennaio 2004 12:58
 
Buju Banton, star della musica reggae, e' stato fermato tre settimane fa per possesso di droga. A seguito di un normale controllo antidroga, la polizia ha trovato nel suo studio delle piante di marijuana. In tribunale, il cantante si e' dichiarato non colpevole dall'accusa di possesso e coltivazione di marijuana. Il processo e' fissato per il sette gennaio, nel frattempo gli e' stata comminata una multa.
"Fumare la marijuana non e' un gesto occasionale", dichiaro' in un'intervista (di cui riportiamo stralci) concessa durante il suo tour estivo in Gran Bretagna, al giornalista Nazma Muller "E' qualcosa di spirituale. Ho fumato la prima volta all'eta' di quattordici-quindici anni. Appena provata, gli occhi si aprono su una realta' mai vista prima".

D. Fu spaventato?
R. Ogni esperienza la prima volta e' paurosa. E' un'esperienza di vita che porta alla saggezza.

D. Quanto fuma in un giorno?
R. Non fumo l'erba come coloro che fumano tabacco. Uso il fumo come una meditazione. E' un'azione spirituale. Quando penso o faccio qualcosa che richiede molta concentrazione fumo periodicamente. Mi calma, sono sulla stessa lunghezza d'onda su cio' che sto facendo.

D. Pensa che debba essere legalizzata?
R. E' gia' in tutto il mondo "occultamente" legalizzata.

D. Ma come la mettiamo con i giovani?
R. Con la legalizzazione ci sono le leggi e le regole. Come i minori non possono liberamente comprare l'alcool e le sigarette -che sono molto piu' pericolose- cosi' non avranno accesso alle droghe.

D. Ma lei ha fumato la prima volta a 14 anni?
R. Nel mio Paese e' differente. Io ho una cultura e un'educazione differenti.

D. In che modo in Jamaica e' importante la ganja?
R. Puo' essere un fonte importante di guadagno, se usata correttamente. Possiamo legalizzarla in molti modi: come canapa, sarebbe molto vantaggiosa. Mentre mercati stranieri la usano e hanno industrie. Noi che siamo in grado di coltivare i generi piu' diversi di erba, non lo facciamo. Non riusciamo a capitalizzare questa grande risorsa.

La sua posizione e' condivisa dalla maggioranza dei jamaicani, tanto che fu istituita una commissione governativa per risolvere il problema del consumo -anche religioso- della sostanza. La commissione presento' due anni fa al Parlamento una relazione con la quale suggeriva che fosse permesso ai cittadini di fumare nella privacy della loro abitazione, e che venisse istituita un'agenzia per la ricerca sulla cannabis, affinche' "La Jamaica non resti indietro nel commercio, crescente, della marijuana terapeutica".
Anche con il supporto della Chiesa Cattolica, del Concilio delle Chiese, dell'associazione medica e della comunita' legale e' difficile che il Paese faccia un passo cosi' grande, soprattutto rispetto agli Stati Uniti. "Negli anni, i Governi hanno dovuto bilanciare i desideri del popolo con il potere dei nostri vicini nordamericani", ha detto l'avvocato Michael Lorne, "Molti, per non perdere gli aiuti e i benefici della cooperazione con gli Stati Uniti, hanno evitato di affrontare queste questioni, ma ora non e' piu' possibile rimandare. C'e' troppo interesse, fervore, agitazione sociale".
Nelle aree piu' avanzate del mondo, l'erba e' equiparata al Prozac, ma meno costosa, mentre nel terzo mondo, fumare la ganja puo' significare finire in prigione.
 
 
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