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Italia. Se la polizia gioca a fare le retate...
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Articolo di Alessandro Garzi
1 ottobre 2003 21:00
 
Nel 1947, l'ispiratore delle leggi contro la marijuana negli Usa, Harry J. Aslinger, che guidava l'ente che piu' tardi sarebbe diventato la Dea, chiese al Congresso di poter avere a disposizione piu' agenti. Quando gli chiesero il perche' lui rispose "perche' in alcuni ambienti si fa largo uso di marijuana". Alla domanda di quali fossero questi ambienti, che i deputati si immaginavano chissa' quali bande di mafiosi e malavitosi, lui rispose "i musicisti, ma non quelli bravi, i musicisti di jazz". Ad Aslinger, non piaceva il jazz.
Piu' di cinquanta anni dopo, in Italia, si assiste a qualcosa di simile.
Qualcuno che siede sui banchi del Governo, ha detto che la marijuana e' una droga pesante: non e' ancora legge, ma serve.
Quindi si potrebbe pensare che qualcuno, nella polizia, nonostante i traffici di stupefacenti anche pesanti, e l'uso che ne viene fatto anche in ambienti piuttosto "bene", abbia parafrasato il buon Aslinger dicendo che si dovevano moltiplicare gli sforzi per sconfiggere l'uso di droga in alcuni ambienti, quali? Gli studenti del liceo, aizzati dai cantanti. Il problema droga e' li'.
Sono state quindi effettuate perquisizioni nelle case di alcuni studenti, trattati in pratica come criminali, e finalmente lo sforzo delle Forze dell'Ordine (la maiuscola e' lievemente ironica), del tipo "Squadra di Polizia", quelli che riescono sempre a trovare i cattivi (e quelli giusti) nel giro di mezz'ora, prima dell'ultimo break pubblicitario, si e' concretizzato. Uno di questi piccoli criminali, aveva con se' addirittura "alcune dosi di hashish", un paio di canne al massimo. Lui e' stato denunciato (a 17 anni) per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ed altri cinque sono stati segnalati come consumatori.
Ottimo lavoro della polizia. Peccato che solo sei consumatori di droghe pesanti (tale e' il volgarissimo "fumo" per i politici di Governo) in un'intera scuola, il liceo "Virgilio" di Roma, e' una situazione quanto meno rosea, sarebbero scolaresche da invitare a San Patrignano e mostrarle come esempio al Tg1.
E si sono anche impegnati, li hanno anche pedinati e filmati per andargli a perquisire la casa, non e' il solito "blitz" piu' educativo che altro che si svolge ogni tanto davanti alle scuole.
Poi, dalle forze dell'ordine, la palla e' passata ai giornalisti, che hanno raccontato la questione, ci si puo' aspettare come, tanto che la pubblicazione sui quotidiani della notizia delle denunce per possesso di droga e delle perquisizioni fra gli studenti del liceo, un primo risultato lo ha ottenuto, quello di compattare gli alunni e gli insegnanti a difesa della loro scuola.
La scuola e' stata infatti dipinta come un posto dove "ci ammazziamo di canne e di chissa' che altro -ha detto all'Ansa una studentessa-. Il liceo e' stato dipinto come un luogo dove succede di tutto, come se in altre scuole non succede lo stesso".
La "fama" di "scuola dove c'e' la droga", sarebbe cominciata dopo un'occupazione, due anni fa, e dopo la denuncia di un genitore; da allora la polizia, saltuariamente, perquisiva gli studenti con l'aiuto dei cani
I giornalisti in questione avrebbero anche messo in imbarazzo gli insegnanti, che si sentono "a disagio perche' la situazione dipinta non li rappresenta".
Nel pomeriggio e' stato convocato il consiglio d'istituto con preside e vicepreside ed i rappresentanti dei docenti, degli alunni e dei genitori per un esame della vicenda. Il consiglio ha espresso rammarico "per la campagna di stampa denigratoria che ha coinvolto l'istituto" dopo l'operazione antidroga della polizia che ha riguardato alcuni studenti della scuola.
Il consiglio ha smentito il coinvolgimento diretto a qualunque titolo nell'operazione "del capo dell'Istituto e di ogni altro componente della scuola"

Sulla questione e' intevenuta l'Unione degli studenti: "si tratta -afferma l'Uds in una nota- di una misura repressiva che si lega ad altre iniziative che mirano a tenere sotto controllo e spaventare gli studenti, come l'idea della questura di Napoli di insediare nelle scuole della provincia poliziotti e carabinieri per prevenire atteggiamenti vandalici e consumo di droghe, e come le direttive del capo della polizia De Gennaro sulla linea dura da tenere sul tema del consumo di droghe leggere".
L'Uds condanna con fermezza questa politica repressiva "perche' una scuola che per funzionare ha bisogno di essere controllata dalle forze dell'ordine e' una scuola che non insegna nulla e trasmette totale sfiducia nei confronti degli studenti"

Ha preso le difese degli studenti il deputato verde Paolo Cento che ha dichiarato che "quanto accaduto agli studenti del liceo romano Virgilio, oggetto di una vera e propria caccia alle streghe alla ricerca di spinelli, e' inaccettabile e rischia di procurare allarmismi ingiustificati. Le stesse modalita' delle perquisizioni suscitano dubbi e interrogativi a cui e' necessaria una immediata risposta dei ministri dell'Interno e dell'Istruzione. Che il Governo con la proposta Fini intenda scavalcare in maniera demagogica la questione droga l'avevamo capito, ma che tutto cio' si scaricasse su alcune decine di studenti e famiglie di un istituto romano appare sproporzionato. La prevenzione della diffusione delle droghe tra i giovani, la distinzione peraltro prevista dalla normativa tra uno spinello e le droghe pesanti, il rispetto dei minori sono principi cardini che non possono essere stravolti da alcuna strumentalizzazione. Si impieghino piuttosto le risorse delle forze dell'ordine per colpire il grande spaccio delle droghe pesanti, anziche' inseguire qualche consumatore di spinello".

Per il capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio, Angelo Bonelli, "i minorenni sono stati trattati come delinquenti. Un episodio decisamente preoccupante. Sono stati perquisiti nelle loro case, pedinati, fotografati, registrati con strumenti sofisticati. Un'operazione insomma che si solito di prepara per i grandi e pericolosi spacciatori di droga, quella vera. L'esito e' stato poi il ritrovamento di dieci dosi, cioe' alcuni grammi di hascisc.
Rimango attonito di fronte a questa notizia -ha aggiunto l'esponente dei Verdi- E' come se ci trovassimo di fronte ad uno Stato di polizia. Ancora non e' stato reso esecutivo il ddl di Fini sulle droghe, e gia' abbiamo avuto modo di vedere le sue conseguenze".

Sandro Battisti, senatore della Margherita, si e' invece rivolto al ministro degli Interni Pisanu: "siamo in un Paese nel quale non si celebrano processi, ci sono filmati di gente che va allo stadio e uccide e continua a girare indisturbata e lo Stato che fa? Mette in piedi blitz e retate per qualche spinello raggiungendo l'unico sconvolgente risultato di una denuncia e di qualche 'canna' nascosta nei jeans. Nessuno vuole lo spinello libero, nessuno vuol giustificare il consumo di alcun tipo di droga o impedire i necessari controlli, qui pero' c'e' dell'altro, non crede anche lei che si stia perdendo di vista il rispetto della dignita' e della liberta' delle persone?".

"Stando a quanto riportato dalla stampa -ha detto il presidente del I Municipio Giuseppe Lobefaro- i metodi usati nei confronti dei ragazzi e delle famiglie sono stati violenti e diseducativi, adatti piu' ad obiettivi di macro-criminalita' che non a minorenni che hanno bisogno di essere accompagnati nella conoscenza delle droghe e di tutte le implicazioni connesse".
 
 
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