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Italia. Ritirate il premio al primo ministro thailandese!
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1 ottobre 2004 13:37
 
Il primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra, lo scorso mese e' stato premiato con l'International Forgiveness Award, dall'Istituzione Perdonanza Celestiniana, con sede in Italia, sulla base degli "sforzi del governo thailandese nel trattare i tossicodipendenti come pazienti piuttosto che come criminali". Riportiamo la lettera indirizzata al presidente dell'Istituzione, Antonio Cicchetti, da Mauro Guarinieri, presidente dell'European AIDS Treatment Group, un gruppo di organizzazioni internazionali, che si occupano di diritti umani e di salute pubblica.

Le scriviamo a nome di alcune delle principali associazioni che tutelano i diritti umani e la salute pubblica, in Thailandia e nel resto mondo. Abbiamo appreso di recente che la vostra organizzazione ha consegnato al primo ministro thailandese, Thaksin Shinawatra, l'International Forgiveness Award, sulla base degli "sforzi del governo thailandese nel trattare i tossicodipendenti come pazienti piuttosto che come criminali". Le scriviamo pregandola di riconsiderare la decisione alla luce delle sistematiche e brutali violazioni dei diritti umani perpetrate in Thailandia contro i consumatori di sostanze illegali, sotto la guida del Primo ministro Thaksin.

Nel Febbraio 2003, il primo ministro Thaksin ha dichiarato "guerra alla droga" in Thailandia, in apparente risposta ad un significativo aumento del consumo di metamfetamine nel Paese. Riferendosi ai consumatori come "feccia della societa'" e "pericoli per la sicurezza sociale", il primo ministro ha erogato incentivi economici agli agenti di polizia e ai funzionari locali allo scopo di "rimuovere dalla circolazione" migliaia di tossicodipendenti e sospetti consumatori, precedentemente inseriti in una "lista nera" appositamente compilata dal Governo. Nel giro di tre mesi, circa 2.275 tossicodipendenti, o presunti tali, hanno trovato la morte in vere e proprie esecuzioni extra giudiziarie. Il 24 Febbraio 2003, tre settimane dopo la dichiarazione di "guerra" contro la droga, l'incaricato speciale per le Nazioni Unite sulle esecuzioni sommarie, arbitrarie, o extra giudiziarie, Asma Jahagir, ha espresso profonda preoccupazione per le notizie relative ad oltre 100 morti avvenute in Thailandia, a seguito della svolta repressiva contro il mercato di sostanze illegali. Una reazione simile, tanto severa da portare Thaksin a definire gli Stati Uniti "un amico fastidioso", e' stata diffusa dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Nelle due settimane comprese tra il 20 Febbraio ed il 7 Marzo 2003, la commissione Thailandese per i diritti umani ha ricevuto denuncie relative a 123 esecuzioni extra giudiziarie, e arresti illegali di cittadini thailandesi ritenuti coinvolti nel mercato della droga, rispetto alle 12 denuncie ricevute nelle sei settimane precedenti.

Nel momento in cui gli osservatori internazionali hanno reso visibile il loro sdegno per la politica repressiva sulle droghe promossa dal governo thailandese, il primo ministro Thaksin ha ripetutamente sostenuto che la maggior parte delle morti erano dovute a "regolamenti di conti tra bande rivali di spacciatori". Sino a questo momento non e' stato tuttavia possibile stabilire le vere ragioni della maggior parte di tali omicidi. Al contrario, esponenti di primo piano del Governo thailandese hanno sostenuto ripetutamente l'escalation di violenza contro i tossicodipendenti, o sospetti tali, raccomandando al sistema giudiziario di adottare la regola dell'"occhio per occhio". Nel mese di Agosto 2003, il primo ministro Thaksin ha dichiarato che le forze di sicurezza thailandesi avrebbero "sparato per uccidere" contro i trafficanti che importano droga dalla vicina Burma. "Non esiste cosa sotto il sole che polizia thailandese non possa fare", ha dichiarato Thaksin annunciando la sua "guerra alla droga" nel Gennaio 2003. "Visto che i trafficanti sono spietati con i nostri bambini, essere altrettanto spietati con loro non e' per niente una cattiva cosa".

Come senz'altro sapra', nel 2003 la Thailandia ha approvato una legge che si riferisce ai tossicodipendenti (a differenza di quanto faccia per i trafficanti) come "pazienti", garantendo ai piccoli consumatori un trattamento di disintossicazione invece del carcere. Tuttavia, quello che in pratica succede e' che sia i consumatori, sia i trafficanti sono stati vittime della brutale repressione promossa da Thaksin. Moltissimi consumatori hanno riferito arresti arbitrari e detenzioni illegali durante tutto il periodo corrispondente alla cosiddetta "guerra alla droga". Alcuni sono stati costretti a firmare false confessioni dichiarando di essere spacciatori di compresse di metamfetamina. Mentre un numero significativo di consumatori e' stato costretto a seguire programmi di disintossicazione forzata nelle strutture governative, altri sono stati costetti alla disintossicazione dopo essere stati arrestatati arbitrariamente, o minacciati di arresto qualora non avessero accettato il trattamento. Altri hanno interrotto trattamenti che avevano volontariamente richiesto, temendo che essere identificati come tossicodipendenti esponesse al rischio di arresto o di omicidio.

Un aspetto poco noto, benche' gravissimo, della politica sulle droghe promossa da Thaksin e' il suo impatto sull'epidemia di HIV/AIDS in Thailandia. Si stima che in Thailandia 100.000-250.000 consumatori iniettino eroina, un comportamento che espone al rischio di infezione da HIV tramite scambio di siringhe infette. Durante la "guerra alla droga" un numero incalcolabile di consumatori e' stato costretto alla clandestinita', una condizione che ha reso impostile accedere ai pochi servizi di prevenzione esistenti in Thailandia. Altri sono stati incarcerate in istituti di pena in cui i servizi di prevenzione contro l'HIV sono del tutto inesistenti, e lo scambio di siringhe tra detenuti, un fatto di tutti i giorni. Si stima che in Thailandia circa il 40 per cento dei consumatori per via iniettiva sia sieropositivo, lo stesso dato del 1988. Nel mese di Agosto 2004, l'incaricato speciale per le Nazioni Unite per i diritti umani, Paul Hunt, ha dichiarato di temere che "la campagna antidroga [.] abbia di fatto creato le condizioni per una maggiore diffusione del virus dell'immunodeficienza acquisita in Thailandia".

Il continuo riferirsi ai consumatori come "pazienti" da parte di Thaksin non ha nulla a che vedere con la repressione effettivamente in atto in Thailandia, ma sembra distrarre la comunita' internazionale dal criticare la situazione effettivamente in atto nel Paese. Nel corso della cerimonia inaugurale della XV conferenza internazionale sull'AIDS, tenutasi proprio in Thailandia, Thaksin ha annunciato che la Thailandia avrebbe implementato un programma nazionale di "riduzione del danno", un termine che si riferisce a programmi di scambio di siringhe e a programmi sostitutivi con metadone per i tossicodipendenti. Nel momento in cui scriviamo, e nonostante le indiscutibili evidenze scientifiche che hanno ormai dimostrato l'associazione tra i programmi di scambio di siringhe e la significativa riduzione della trasmissione del virus HIV, non esiste un solo programma per lo scambio di siringhe in tutta la Thailandia. I programmi sostitutivi con metadone sono scarsi e sottoposti a pesanti restrizioni, tali da renderne praticamente impossibile l'implementazione. E i pochi servizi esistenti devono fare i conti con il clima di paura che ormai circonda il consumo di droghe, e la tossicodipendenza.

Nell'assegnare l'International Forgiveness Award al primo ministro Thaksin, la vostra organizzazione non ha tenuto conto di tali informazioni, o le ha volontariamente ignorate. Nell'interesse di coloro che si trovano sotto la minaccia della politica repressiva messa in atto dal Governo Thailandese, e per il buon nome del vostro premio, vi esortiamo a ritirare pubblicamente il premio assegnato quest'anno. Come ambasciatori internazionali del perdono e della clemenza, siamo certi che non vorrete macchiare per sempre la vostra reputazione associando il vostro riconoscimento ad una feroce campagna di repressione, denunciata piu' volte dalle maggiori organizzazioni internazionali.
 
 
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