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Italia. Relazione tossicodipendenze. Un bollettino di guerra su cui ci sono spazi di intervento per farsi meno male
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Articolo di Vincenzo Donvito
13 luglio 2006 13:08
 
E' stata presentata -in ritardo rispetto al 30 giugno- la "Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia 2005" da parte del ministro della Solidarieta' Sociale Paolo Ferrero.
Un bollettino di guerra! Dove spicca il raddoppio in 4 anni dei consumatori di cannabis (quasi 4 milioni) e quelli di cocaina (700 mila). Una guerra in cui tutti sanno come sarebbe semplice rimediarvi, ma dove gli stessi tutti si parlano addosso e giocano sulla pelle dei consumatori e dei malati. In questi tutti comprendiamo anche coloro che (maggioranza od opposizione poco importa) in questi anni, vedendo aggravarsi sempre di piu' il problema, hanno continuato nella loro inerzia relegando la questione ai dibattiti e alle dichiarazioni pro-legalizzazione.
Il nostro Paese ha, per il momento, le mani legate dai trattati internazionali a cui ha aderito, per cui e' impensabile sostenere la legalizzazione tout-court, ma l'esempio di Paesi quali Olanda, Svizzera e Spagna non ci puo' restare estraneo. Non per risolvere il problema (la cui soluzione e' esclusivamente legata alla varieta' dell'essere umano) ma quantomeno -come Stato e come societa'- per cercare di farsi meno male.
Dopo i nuovi provvedimenti della legge Fini, che a nostro avviso non potranno che peggiorare la situazione delineata nella relazione del ministro Ferrero, occorre intervenire subito in due direzioni:
-depenalizzazione del consumo di cannabis, cancellando le dosi minime. L'80% delle oltre 90 mila segnalazioni effettuate per uso e possesso di sostanze stupefacenti e' stata fatta per possesso di cannabis: un intasamento degli uffici amministrativi e giudiziari che da' anche un effetto contrario di quello sperato, visto che i consumi sono raddoppiati;
- istituzione delle narcosalas e avvio di sperimentazioni con la distribuzione controllata di eroina. Un problema sanitario che deve essere trattato in quanto tale, come un'emergenza, chiedendo la collaborazione dei Sindaci e delle Regioni.
Il problema non e' solo del ministro Ferrero, ma riguarda tutto il Governo e, in particolare, i ministri degli Interni, Giustizia e Salute, a cui chiediamo di pronunciarsi. Il silenzio e' complicita' con l'esistente.

 
 
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