Il ministro della Solidarieta' Sociale, Paolo Ferrero, si e' detto disponibile a prendere in considerazione la sperimentazione delle narcosalas.
Si tratta di ridurre il danno di quei tossicodipendenti fanno a se stessi e alla societa' tutta, continuando a fornirsi di eroina dal mercato illegale e a iniettarsi la sostanza nelle vene senza un minimo di sicurezza sanitaria.
Certamente sarebbe meglio che le persone non si "facessero" di eroina, ma fintanto che hanno una qualche motivazione per farlo, crediamo sia dovere di chi ci governa evitare che il danno sia estremo.
E' bene ricordare che sulle narcosalas non si tratta di esperimenti molto avventurieri e dubbiosi, perche' sono anni che avvengono in diversi Paesi europei e con risultati positivi. Dalla Gran Bretagna alal Spagna e, soprattutto, la Svizzera. Giova a proposito ricordare che secondo una ricerca dell'universita' di Zurigo pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet
(clicca qui), sono in calo i consumatori di eroina. Gli studiosi dell'ateneo svizzero hanno individuato la ragione di questo calo nella politica dei quattro pilastri introdotta nel 1991 (prevenzione, terapia, riduzione del danno, repressione), che considera la tossicodipendenza una malattia e non un crimine. Di questa politica fa parte integrante il programma di distribuzione delle siringhe e di eroina adottato in numerose città svizzere. I dati parlano chiaro: se dal 1975 al 1990 i nuovi consumatori nel cantone di Zurigo erano aumentati ogni anno fino a 850, dopo il 1991 sono cominciati a calare fino ai 150 del 2002.
E la Svizzera, come il resto d'Europa, non e' tanto lontana. Questo per dir che ci sono tutti gi elementi perche' non si stia a temporeggiare, ma si passi subito all'azione. Tant'e' che per farlo non ci sarebbe bisogno neanche di cambiare le leggi, ma che alcune citta' e regioni decidessero di procedervi in vista di un'emergenza sanitaria a cui cercare di dare una risposta.