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Italia. Un ministero della Droga per ferragosto?
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Articolo di Donatella Poretti
6 agosto 2004 16:12
 
E se sotto l'ombrellone di ferragosto spuntasse un ministero ad hoc sulla Droga in quota ad Alleanza Nazionale e studiato con gli "amici" di San Patrignano? Un colpo di sole? No, l'idea sembra che circoli da diverse settimane e in pratica dovrebbe essere un dicastero che raggruppi le deleghe ora divise tra sei ministeri, dal Welfare alla Giustizia.
Giacche' le "buone" notizie sono sempre in compagnia -stando all'anticipazione de l'Unita' che citava come fonte clicca qui, che a sua volta citava fonti del Dipartimento per la lotta alla droga- su questa proposta e' da settimane che Nicola Carlesi, ex parlamentare di An, ora capo del Dipartimento, e' al lavoro insieme a San Patrignano per l'organizzazione di questa nuova struttura. E se non vi basta, circola gia' un nome per la neopoltrona, quello del magistrato parlamentare di An Alfredo Mantovano.
Un ministero con "un portafoglio", visto che quantomeno dovrebbe avere a disposizione 31 milioni di euro. Una struttura cosi' articolata: 4 direzioni generali, a loro volta articolate in una decina di uffici diversi, tra i quali sarebbero ulteriormente ripartite le competenze. La prima direzione si occuperebbe di affari generali e relazioni internazionali; la seconda sarebbe preposta al monitoraggio del fenomeno (inglobando quindi l'Osservatorio nazionale sulla droga) e all'impostazione di attivita' di contrasto, oltre che al raccordo operativo tra i vari ministeri che hanno competenze in materia (Istruzione, Interni, Difesa, Welfare); la terza direzione sarebbe competente riguardo la prevenzione, la riduzione della domanda, la riabilitazione e il reinserimento dei tossicodipendenti; infine la quarta direzione si interesserebbe in sostanza dei progetti presentati dalle amministrazioni dello Stato e da altri soggetti pubblici e privati da finanziare con le risorse sopra accennate.
Capitolo a parte per la riforma dei Sert. Sempre in quota An resterebbe la nomina di due direttori generali: Mariano Martone oggi a capo della direzione droghe e alcool del Welfare e di Andrea Fantoma, medico e componente del comitato scientifico dell'Osservatorio nazionale sulla droga e stretto collaboratore di Carlesi. Mentre da settembre e' in calendario la proposta di legge del vicepremier Fini, che non sembra avere raccolto grande consenso, ne' in seno alla maggioranza, ne' tra le istituzioni locali e le comunita' pubbliche e private del settore.

"Hanno scritto il decreto insieme a San Patrignano -dice Riccardo De Facci, responsabile nazionale del Consiglio nazionale comunita' d'assistenza- gli stessi cui sono state affidate le ultime campagne nazionali antidroga". Sul piatto c'e' naturalmente la gestione dei fondi stanziati dallo Stato per i progetti di recupero. "Ancora una volta l'esperienza delle migliaia di operatori pubblici e privati, i suoi piu' di 6.000 ospiti tossicodipendenti accolti annualmente, non hanno diritto di parola nell'intervento sulle dipendenze. Cosa accadra' al Fondo di quest'anno che e' stato previsto dalla Finanziaria? Sara' ancora possibile per gli operatori e le organizzazioni nazionali costruire progetti nazionali?", spiega De Facci sul quotidiano l'Unita'.

"Fumo e fiamma" era il titolo del commento scritto dal presidente di Forum Droghe, Franco Corleone sul quotidiano Il Manifesto. "Che cosa di meglio di un ministero senza portafoglio per la lotta alla droga? D'altronde un partito alla ricerca dell'identita' (o della fiamma) perduta e di consensi di settori sociali mossi dall'ossessione securitaria non puo' che rivolgersi a battaglie ideologiche. Sono tre anni che Gianfranco Fini nei consessi internazionali e nei meetings delle comunita' a lui vicine annuncia il cambio della politica delle droghe in Italia di 180 gradi e l'approvazione di una nuova legge proibizionista e punitiva.[.] Ora avremo uno zar antidroga di famiglia, un ministro, se son vere le voci che si riferiscono ad Alfredo Mantovano, dedicato alla propaganda della fede proibizionista. La regia suprema affidata a Fini per accreditarsi presso gli Stati uniti come l'alleato piu' fedele nella war on drugs. Se veramente Mantovano divenisse ministro per la lotta alla droga, saremmo di fronte all'ennesimo colpo di mano di chi in nome dello stato etico, occupa il potere per distribuire fondi agli amici senza controllo e cancellare i servizi pubblici colpevoli di mantenere i tossicodipendenti in stato di schiavitù (sic!). Il governo si guarda bene invece dal rispettare l'impegno di convocare la quarta conferenza sulla tossicodipendenza dopo quelle di Palermo, di Napoli e di Genova e che sarebbe la sede idonea e prevista dalla legge per un confronto sui dati, sulle esperienze italiane ed europee, sulle prospettive. Berlusconi per volonta' di sopravvivenza offre uno spettacolo indecoroso; senza nessun senso dello stato appalta settori delicati al peggior integralismo alla faccia del pensiero liberale sventolato in passato. Il ministro Martino tacera'? Sara' complice? [.]".

"L'ipotesi di realizzare un ministero ad hoc sulle droghe da dare in gestione ad An e' l'ennesimo gioco di poltrone realizzato dal centrodestra, questa volta sulla pelle di migliaia di tossicodipendenti o peggio di semplici e occasionali consumatori di droghe leggere", a dirlo e' il deputato Verde Paolo Cento, vicepresidente della commissione Giustizia alla Camera. "Il ministero proibizionista coerente con la proposta di legge Fini sulla droga e' in realta' un nuovo tentativo di criminalizzare e costringere al carcere chiunque fa uso di sostanze senza alcuna capacita' ne' di prevenire ne' di combattere seriamente e rigorosamente il grande mercato del narcotraffico". "Se insistono su questa proposta, che per altro non ha precedenti in Europa faremo di tutto per bloccarla in Parlamento e nel Paese".
 
 
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