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Intervista al ministro Gb degli Esteri sulle coltivazioni di papavero in Afghanistan
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Articolo di Katia Moscano
26 ottobre 2004 16:36
 
Per l'Unodc, (ufficio antidroghe e crime dell'Onu) nonostante gli sforzi internazionali per affrontare la proliferazione delle colture d'oppio in Afghanistan, sono piu' di 100 mila gli ettari coltivati a papavero. Stime maggiori rispetto ai 91 mila del 1999.
Il Regno Unito e' sensibile al problema, con il 95% dell'eroina disponibile sul territorio britannico che arriva dall'Afghanistan.
Intervistato dall'agenzia IRIN, Bill Rammell, ministro degli Esteri britannico, ha detto che Londra e' consapevole della necessita' di ridurre la domanda delle droghe sul proprio suolo, cosi' come occorre ridurre la produzione alla fonte, ossia in Afghanistan.

Domanda: dato l'aumento della produzione d'oppio negli ultimi due anni, possiamo parlare di successo nel combattere il problema?
Risposta: ci aspettiamo un aumento della produzione per quest'anno, ma cio' non significa che abbiamo fallito. Significa che occorre tempo. Siamo nei primi due anni, in una strategia per risolvere i problemi dell'Afghanistan di dieci anni. Occorre un approccio globale. Ingenti quantita' di droghe sono state sequestrate (51 tonnellate quest'anno) e trafficanti arrestati. Ma un Afghanistan piu' sicuro e stabile e' necessario per il successo contro le coltivazioni illegali.
D: qual'e' il prossimo passo: ridurre o eradicare le coltivazioni di papavero?
R: abbiamo bisogno di leggi contro i narcotici piu' snelle. Dobbiamo fare sradicamenti mirati. C'e' in azione un programma centrale per organizzare e verificare la distruzione delle coltivazioni. Occorrono progetti nazionali per affrontare il problema della tossicodipendenza tra gli afghani e sostentamenti (per i contadini) finanziari alternativi. Ma tutti questi progetti sono gia' in azione. La verifica su quello che abbiamo fatto, avverra' nella prossima stagione della semina.
Io credo che quello che facciamo e' e sara' un successo.
D: la strategia del Regno Unito e' sulla strada giusta?
R: Siamo dove avevamo previsto di essere. Se osserviamo quei Paesi dove, nel passato, si e' con successo affrontato il problema delle coltivazioni di papavero, come la Thailandia e il Pakistan, vediamo che inizialmente le coltivazioni ebbero un'impennata per poi diminuire per i miglioramenti apportati alle infrastrutture, alle forniture dell'acqua. Io penso che la situazione era simile a quella attuale, qui.
D: puo' il Regno Unito affrontare l'enorme problema afghano da solo? R: noi abbiamo assunto la direzione internazionale, ma certamente non possiamo fare tutto da soli. Il compimento della strategia per l'Afghanistan richiede il supporto, ovviamente del Governo Afghano, e gli afghani sono determinati quanto noi ad eliminare l'oppio, ma abbiamo bisogno dell'ulteriore supporto delle Nazioni Unite e delle altre nazioni. Stiamo fornendo importanti aiuti finanziari, e abbiamo stanziato circa 180 milioni di Usd, per i prossimi tre anni.
D: ha avuto qualche successo il programma provinciale di sradicamento di quest'anno?
R: il Governo afghano deve appoggiarsi, per quest'anno, ai governatori provinciali per compiere le operazioni di sradicamento, poiche' non ha ancora poteri centrali. A nostro avviso, la campagna di eradicazione non e' ancora completa. Il Governo afghano deve affrontare il problema con i governatori.
Abbiamo una struttura centrale per compiere le eradicazioni, le quali sono gia' cominciate e nel prossimo anno andranno avanti con grande efficienza. La politica dell'eradicazioni e' responsabilita' del Governo afghano. Pensiamo che possano funzionare se ci si concentra su aree dove esistono mezzi di sostentamento alternativi.
D: qual'e' il suo pensiero sulla strategia, dello scorso anno, di finanziare i governatori locali, molti dei quali signori della guerra, con centina di migliaia di dollari per eradicare il papavero nelle loro aree?
R: fu un'idea del Governo afghano, che riteneva di fare quello che serviva per coinvolgere quei governatori. Come ho detto prima, la strategia non e' ancora completa. Penso che il Governo debba fare domande precise su come siano stati spesi e che risultati siano stati raggiunti con quel denaro.
Noi stiamo controllando tutti questi progetti, ecco perche' siamo preoccupati e speriamo che il monitoraggio influenzi le operazioni del prossimo anno.
D: gli afghani vogliono sapere cosa voi farete per la riduzione della domanda nel Regno Unito, dato che il 95% dell'eroina li' in vendita arriva dall'Afghanistan?
R: sono consapevole che non possiamo dire ad un Paese che vogliamo che tagli le coltivazioni d'oppio, anche se e' manifestamente nel suo interesse. Abbiamo una strategia che affronta il problema al livello della domanda-offerta. Non sto dicendo che abbiamo una soluzione magica, ma siamo ben consapevoli di cio' che occorra per ridurre la domanda nel nostro Paese.
D: come le campagne antidroghe afghane possono avere piu' successo?
R: non ci sono scorciatoie per il successo, ma noi e gli afghani abbiamo fatto dei progressi sulla strada per le soluzioni a lungo termine. Ci sono progetti per dare ai contadini delle alternative ed e' gia' programmata la distruzione, per il prossimo anno, delle coltivazioni illegali.
Non c'e' un'attivita' piu' importante di un'altra. Bisogna fare molto: occorrono reparti militari per gli interventi e per il sequestro delle droghe, sradicare le coltivazioni illecite, introiti finanziari alternativi per i contadini e ingenti forze di polizia. Senza questi elementi il successo non arriva.
 
 
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