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Haiti. Aristide: il narcotraffico dietro i ribelli
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Articolo di Donatella Poretti
21 febbraio 2004 17:59
 
Nel Paese piu' povero del continente americano, il 90% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. Da alcune settimane e' in atto un conflitto violento per la richiesta di dimissioni del presidente Jean Bertrand Aristide da parte dell'opposizione che ha conquistato alcune citta' del nord, dividendo il Paese a meta', anche geograficamente.
Otto milioni di abitanti, senza esercito, le operazioni di sicurezza spettano ai 5 mila uomini della Polizia. Per avere un paragone, otto milioni sono gli abitanti di New York che possono contare su 62 mila uomini tra agenti ed altri esperti in sicurezza.
200 anni fa si e' conquistata l'indipendenza dalla Francia, da allora si sono succeduti 32 colpi di Stato. L'ultimo, nel 1991, aveva colpito lo stesso Aristide che il 16 dicembre del 1990 era stato il primo presidente eletto con elezioni libere e democratiche. Nel 1994 l'Onu e l'Osa (Organizzazione degli Stati Americani), ma soprattutto l'impegno di Bill Clinton e della Casa Bianca, riusci' a mobilitare 20 mila uomini per ripristinare l'ordine democratico e far tornare Aristide alla presidenza di Haiti. Oggi Aristide chiede nuovamente l'invio di truppe internazionali.
Intervistato dal quotidiano argentino Clarin, Aristide parla dell'opposizione e dei ribelli paragonandoli ai terroristi che nel 2001 hanno attaccato gli Usa "perche' un terrorista e' qualcuno che rompe l'ordine istituzionale attraverso la violenza", e ne denuncia il legame con il narcotraffico. "Io ho la convinzione che alcuni di loro siano collegati con il narcotraffico. Guy Philippe, uno dei leader dei terroristi, per esempio. Lui con i suoi soci ha utilizzato il denaro della droga per fare un colpo di Stato contro il mio predecessore. Per questo e' dovuto fuggire insieme agli altri a Panama dove lo arrestarono, ma poi e' riapparso nella Repubblica Domenicana. [.] Come fanno ad avere tante armi e tante munizioni? Se hanno tante armi e' evidente che quel denaro e' sporco. [.] Siamo in un momento storico dove dopo 200 anni bisogna utilizzare tutti i mezzi pacifici per rompere questa tradizione di passare da un colpo di Stato ad un colpo di Stato, per iniziare a passare da un presidente eletto ad un altro. Questo garantira' la stabilita' politica che e' indispensabile per la crescita economica".
 
 
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