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Haiti. Aristide colluso con il narcotraffico: gli Usa cercano prove e testimonianze
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Articolo di Redazione
2 aprile 2004 21:30
 
Le autorita' statunitensi stanno indagando sui possibili legami che avrebbe potuto avere l'ex presidente haitiano Jean Bertrand Aristide con i narcotrafficanti.
Nonostante che ogni accusa formale sia "lontana mesi" dalla fase attuale delle indagini, Aristide avrebbe, secondo questa prima ricostruzione, accettato denaro pur di far passare le navi sulla rotta Colombia-Usa attraverso la sua parte dell'isola.
Almeno un grosso trafficante, in prigione, avrebbe ammesso la partecipazione di Aristide nei traffici. Inoltre, il capo responsabile della sicurezza dell'ex presidente, Oriel Jean, e' stato recentemente estradato dal Canada agli Usa per affrontare un processo per narcotraffico a Miami.
Gli avvocati di Aristide considerano queste accuse come "parte della campagna statunitense per l'assassinio politico" dell'ex capo di Stato haitiano.
Da parte americana, si ammette che il fattore politico e' stata una delle ragioni per la quale si e' indagato soltanto adesso su Aristide ed i suoi presunti traffici. Da almeno un anno, si erano trovati, infatti, diversi indizi sulla connessione del Governo haitiano ed il narcotraffico, ma mai nessuna prova concreta, a parte una cifra di circa 300.000 dollari in biglietti da 100 trovata in una cantina nascosta della casa dell'ex presidente.
A Washington si e' preferito chiudere un occhio, in quanto, a parte il fato che secondo la legge internazionale e' difficilissimo incriminare un capo di Stato nel pieno delle sue funzioni, ma, anche dal punto di vista politico, un'accusa di questo tipo avrebbe tolto qualsiasi arma nelle mani dell'amministrazione americana su questioni come quella che riguarda il rimpatrio dei rifugiati haitiani. Adesso i rapporti di forza sono cambiati, ma da parte americana si cerca di avviare un processo che sia "sicuro", per mettersi al riparo dalle accuse politiche che Aristide ha lanciato fin dall'inizio, sostenendo di essere stato spodestato da un colpo di Stato appoggiato dagli americani. Un'accusa che si risolva in una bolla di sapone, avvalorerebbe questa tesi.
Beaudoin Ketant, narcotrafficante haitiano condannato a 27 anni di reclusione negli Usa, ha paragonato Aristide ad un bambino affamato: "non gli basta mai, devi continuare a pagarlo -dice- e se non lo paghi muori, o te ne devi andare". "Mi ha tradito come Giuda tradi' Gesu'", ha detto alcuni giorni prima della fuga di Aristide dal Paese, lo scorso febbraio. Proprietario di una casa valutata 8 milioni Usd a Vivi Michel, sulle alture intorno alla capitale Port-au-Prince, con tanto di quadri di Picasso e Monet, Ketant e' stato riconosciuto colpevole di aver distribuito piu' di 40 tonnellate di cocaina colombiana negli Usa nell'arco di una dozzina di anni. "Il padrone e' Aristide, Io l'ho pagato durante questi anni", ha detto al tribunale di Miami che lo ha condannato. Partner dei principali cartelli colombiani di Medellin, di Cali e del Norte del Valle, Ketant ha debuttato nel traffico di droga con il colonnello Michel François, uno dei cervelli del colpo di Stato che aveva spodestato Aristide nel settembre del 1991. Questo ex-capo della polizia e' rifugiato in Honduras, un Paese che non ha accordi di estradizione con gli Usa. Ketant aveva allacciato strette relazioni con il presidente Aristide dopo un loro incontro, nel 1998, grazie alla intermediazione di un altro trafficante. E lo qualifico' come "compadre", un espressione amicale comune in America Latina. Ketant sostiene che gli versava circa 500 mila dollari al mese per l'uso esclusivo della Nationale 9, dove versava altri 500 mila dollari all'anno per la "Famille Lavalas", il partito presidenziale, e inviava regolarmente delle somme rilevanti alla "Fondazione Aristide per la democrazia", cosi' come fanno sapere alcune testimonianze raccolte in prigione dall'intermediario del suo avvocato.
 
 
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