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Gb. Piani antidroga dei conservatori: chi paga?
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Articolo di Alessandro Garzi
3 luglio 2003 19:28
 
Il leader conservatore britannico Ian Duncan Smith ha detto che la droga e' la "piu' grande questione che la Gran Bretagna deve affrontare", ed ha rivelato i piani del suo partito per combattere traffico e tossicodipendenza, proponendo di portare i posti dei centri di recupero da 2000 a 20000.
I Tories avrebbero in programma, in caso di elezione nel 2005, di destinare almeno mezzo miliardo di sterline (722 mil. ¤) nei servizi di recupero per i tossicodipendenti. I dati dell'ultimo anno hanno visto i reati per droga aumentare, secondo Smith, del 16%, e quelli da arma da fuoco del 36%, per cui il leader conservatore pensa di utilizzare una strategia sullo stile della New York anni '90, con l'assunzione di 40.000 nuovi poliziotti per combattere il crimine, "e per dare ai drogati la possibilita' di uscire dalla criminalita', dovremmo prendere ad esempio la Svezia dove, grazie ai centri di recupero, si e' notevolmente abbassato il livello di dipendenza e di conseguenza il tasso di criminalita'".

Il "sistema svedese", comprende pero' una piccola clausola che vede la riabilitazione obbligatoria per legge, e coloro che la rifiutano devono scontare lunghi periodi di detenzione, affinche' il Governo possa mostrarsi "duro" contro la criminalita'.
La domanda che "sorge spontanea" e' "chi paga?". Il programma annuale verrebbe a costare 460 milioni di sterline, per decuplicare (e mantenere) i posti a disposizione nelle comunita' e assumere (e stipendiare) 40.000 nuovi poliziotti, soldi che verrebbero sottratti da quelli a disposizione della Sanita', a discapito di altri utilizzi.
Il "piano" di Smith contro droga e crimine, secondo alcuni osservatori", inoltre, sarebbe un tentativo di raccogliere voti, (che potrebbe apparire "disperato", data la situazione attuale dei "Tories") soprattutto nella "provincia" inglese, usando l'argomento "classico" della criminalita'. La politica conservatrice sulle droghe, in questi anni, ha avuto alcuni "acuti" come quando nel 2000 l'allora leader William Hague propose la tolleranza zero sulla cannabis, seguito dalla confessione dell'allora ministro ombra dell'Interno Ann Widdecombe di essere stata una "fumatrice" in passato. Messa da parte la "tolleranza zero", adesso sembra che le attenzioni si siano spostate sulle droghe pesanti.

Il titolare dell'Home Office David Blunkett ha definto "positivo" il passaggio dei "tories" alla lotta alle droghe pesanti, ma ha poi aggiunto che "questa e' la solita riproposizione della solita politica conservatrice sulle droghe. Nessuno crede piu' a belle promesse fatte tirando fuori dei dati da un cilindro".
Sullo stesso piano, e' la risposta all'ambizioso programma di Smith fatta da Vivenne Evans, a capo di Adfam, un centro di recupero per tossicodipendenti che dice di vedere bene qualsiasi nuovo introito per i servizi che offrono "ma solo se le promesse si basano su dati realistici".
Danny Kushlick, direttore di Transform, un'altra comunita', accusa invece i Tories di aver "mancato il bersaglio": "la questione -dice Kushlick- non e' il recupero. Il problema piu' grosso per la maggior parte dei consumatori di stupefacenti, che siano giovani o vecchi, e' che le droghe sono proibite".
 
 
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