testata ADUC
Gb. Kushlick-Widdecombe. Scambio di lettere sul "Guardian"
Scarica e stampa il PDF
Articolo di a cura di Alessandro Garzi
17 gennaio 2004 19:47
 
Il quotidiano "The Guardian", ha pubblicato uno scambio di opinioni sulla riclassificazione della cannabis che dovrebbe entrare in vigore a fine mese, tra il direttore di Transform, un'associazione antiproibizionista, Danny Kushlick e l'ex titolare dell'Home Office, la conservatrice Ann Widdecombe.
Nessuno dei due e' entusiasta della nuova legge. Da un lato, la Widdecombe vede nel semplice declassamento della cannabis dalla fascia "B" delle droghe leggere alla fascia "C" degli steroidi, un incoraggiamento, da parte del Governo a farne uso. "Il Governo -dice l'ex ministro- dicendo che si puo' fumare liberamente senza aver paura dell'arresto, lascia ad intendere che le istituzioni non prenderanno piu' sul serio il problema cannabis, e questo significa che sempre piu' persone, specialmente i giovani, ne faranno uso, il che portera' a un uso maggiore delle droghe pesanti. Ed inoltre, sara' piu' facile vendere per gli spacciatori, in quanto la nuova legge non prevede l'arresto per possesso, indipendentemente dalla quantita' ed indipendentemente dal fatto che, in alcuni casi, e' chiara l'intenzione di spacciare. Quanto puo' essere ancora piu' stupido chi presiede l'Home Office?"
Ma e' contrario alla legge anche il militante antiproibizionista: "la riclassificazione -dice Kushlick- ci porta in un'area di mezzo che potrebbe fare soltanto il bene degli spacciatori. La strada ragionevole sarebbe stata quella di legalizzare la cannabis e di regolarizzarla. Questo non solo avrebbe mandato gli spacciatori in fallimento, ma avrebbe permesso al Governo di controllarne la disponibilita', il prezzo, la potenza e di poter comunicarne la pericolosita' sul pacchetto, aiutando cosi' proprio i piu' giovani". In ogni modo, secondo Kushlick, le leggi sulla droga hanno un impatto bassissimo sul consumo. "La cannabis, e' aumentata in tutta l'Europa, dagli anni '70 ad oggi, compresa la Gran Bretagna che ha un consumo circa doppio rispetto a quello olandese. Una politica di buon senso [...] sarebbe stata la legalizzazione, unita con la regolamentazione e l'educazione, non la droga libera per tutti che abbiamo adesso e neanche il compromesso pasticciato di David Blunkett (attuale titolare dell'Home Office n.d.r.)".
Ma per la Widdecombe, la soluzione "non e' la legalizzazione: davvero si puo' credere che legalizzando, i trafficanti se ne andrebbero in silenzio a casa per il te'? Piuttosto cambierebbero obiettivo e si metterebbero a spingere di piu' sulle droghe pesanti".
"Nessuno spacciatore se ne andrebbe, ovviamente -replica Kushlick- a casa per il te', ma per questo vogliamo regalare a queste persone il mercato della droga? Ed allora perche' non criminalizzare anche il te', cosi' possono guadagnarci mentre lo bevono...".
"E' ovvio -continua Kushlick- che ci sarebbe un incremento nell'uso post-legalizzazione. Ma dobbiamo mettere sulla bilancia i costi ed i benefici. Nessuna sostanza e' sicura nelle mani della criminalita', ma, in regime proibizionista, chi prova una droga per la prima volta, va proprio a comprarla dalla criminalita'. Sono d'accordo con l'Organizzazione Mondiale della Sanita' che tutte le droghe siano pericolose, ma credo che il controllo e i regolamenti di legge possano renderle piu' sicure".
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS