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Gb. Intervista a Caroline Flint, ministro per la Politica sulle droghe
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Articolo di a cura di Katia Moscano
20 novembre 2003 14:21
 
Riportiamo uno stralcio dell'intervista-conversazione del ministro Caroline Flint con il giornalista Alan Travis, pubblicata sul quotidiano "The Guardian", edizione on line.

Caroline Flint all'inizio del suo mandato, alcuni mesi fa, raggiunse gli onori della cronaca perche' ammise di avere fumato in gioventu' la marijuana.
Intervistandola, appare chiaro che e' a conoscenza della complessita' dei problemi relativi alle droghe. Ha una mente aperta. Si intuisce da come affronta il problema della riduzione del danno o quello delle siringhe abbandonate.

Flint: parte importante della riclassificazione della cannabis (la Camera dei Lords l'ha approvata con 63 voti contro 37, e la legge entrera' in vigore il prossimo 29 gennaio) e' che la polizia potra' occuparsi dei crimini e del mercato connessi alle droghe piu' pericolose, quelle di classe A.
Travis: negli ultimi cinque anni i programmi riabilitativi si sono affermati in molte strutture carcerarie, ma non e' corrisposto un altrettanto sviluppo in quelle cittadine. Con il risultato che, in alcune parti del Paese i tossicodipendenti se fuori delle carceri non sono curati.
F: i tossicodipendenti in prigione ricevono delle cure, arrivando in alcuni casi anche a disintossicarsi, ma poi escono e sono "allo sbando". Tanti raccontano che non hanno ricevuto alcun aiuto nelle prime 24 o 48 ore di liberta'. Essi ritornano nei loro luoghi d'origine e, nonostante il buon lavoro svolto in prigione, iniziano nuovamente a drogarsi. La soluzione potrebbe essere il nuovo progetto-pilota, attivo gia' in 30 aree con il tasso piu' alto di criminalita', che sta per essere esteso in altre 20 e nei programmi previsti per i ragazzi piu' giovani.

Il ministro ha aggiunto che piu' a lungo i tossicodipendenti sono curati, maggiori sono le probabilita' di successo, ma questo dipende anche da dove e come vivono una volta "liberi", o se riescono a trovare un lavoro. Appare particolarmente soddisfatta nel vedere lo sviluppo, negli ultimi mesi, dei servizi per i consumatori di crack e, anche se i precedenti risultati del drug testing and treatment orders (DTTOs) non sono stati univoci, ritiene che siano un'importante alternativa alle carceri.

F: i centri (DTTOs) stanno crescendo vertiginosamente, e comprendono la disintossicazione, asili per i figli dei pazienti e cure a domicilio. Stiamo cercando d'imparare dall'esperienza. Coloro che usufruiscono di queste strutture devono essere responsabilizzati, ma allo stesso tempo siamo consapevoli che essi hanno delle vite molto confuse.

E' anche interessata a risolvere il problema delle siringhe abbandonate nei parchi pubblici, e ritiene utile lo scambio delle siringhe usate con le nuove. Il suo ministero ha programmato, inoltre, per l'inizio del prossimo anno una campagna informativa sui cambiamenti della legge sulla cannabis, che evitera' l'arresto per il semplice possesso, in assenza di aggravanti, ma i possessori riceveranno un ammonimento dalla polizia e la confisca della sostanza.

F: vedremo gli effetti di questo cambiamento e se ci saranno piu' arresti per crimini commessi sotto l'effetto delle droghe pesanti. C'e' molta disinformazione sulla riclassificazione, e cio' non aiuta. Alcuni quotidiani hanno volontariamente creato confusione, annunciando che non ci sara' piu' l'arresto per tutte le offese connesse alla cannabis. Ripeto, non abbiamo mai affermato che la cannabis sia meno pericolosa delle altre droghe e continuera' ad essere illegale.
 
 
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