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Francia. A Roissy, lo stupore dei doganieri per la fantasia dei trafficanti di cocaina
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Articolo di Rosa a Marca
28 dicembre 2005 17:57
 
Sembra un concorso di abilita'. A pochi giorni di distanza, i doganieri di Roissy hanno realizzato tre sequestri di droga (22,570 chili in tutto) nascosta nei posti piu' impensabili. Il 16 dicembre, un cane antidroga s'immobilizza davanti a un bagaglio a mano di un passeggero di nazionalita' ghanese proveniente da Lomé (Togo). Annusa una particella minima di cocaina, ma sufficiente a condurre i doganieri a frugare nel bagaglio in deposito. All'interno ci sono degli ignami, un legume usuale nella cucina africana. Spiega un responsabile: "Trovare legumi, frutta, carne affumicata sui voli provenienti dall'Africa e' normale". Lo e' meno il fatto che questi tuberi siano stati vuotati e poi farciti con oltre 6 chili di sacchetti di cocaina (valore stimato: 230.000 euro). "Erano molto ben fatti", racconta un funzionario. "Non si vedeva che gli ignami fossero stati aperti. La buccia era stata rincollata con cura". Il 17 dicembre e' la volta di un cittadino messicano in partenza per Ibiza (Spagna) che si presenta a Roissy con una borsa da DJ contenente una ventina di 33 giri. Un doganiere, piu' abituato a vedere passare CD che dischi in vinile, tasta le copertine e scopre sacchetti di plastica di spessore finissimo, riempiti di cocaina. Peso della merce sequestrata: 3,100 chili per un valore di 120.000 euro. L'ultimo sequestro (13,420 chili) risale al 20 dicembre su una coppia di nazionalita' venezuelana, di una sessantina d'anni, che effettuava il tragitto Caracas-Parigi-Damasco. Nel loro bagaglio a mano i doganieri scoprono due bottiglie di whisky contenenti un liquido torbido di colore ocra. "Si trattava di una soluzione acquosa in cui era stata dissolta la cocaina. I trafficanti contavano di recuperarla facendo evaporare il liquido", racconta un funzionario.
Il trasporto clandestino di cocaina da parte dei muli (passeggeri che ingeriscono la sostanza) resta un classico ma, secondo i doganieri, rappresenta una parte poco "importante benche' costante" nel traffico di cocaina. La droga, rinchiusa nei preservativi, e' ingerita nello stomaco o nascosta nella vagina o nel retto, con tutti i rischi relativi all'overdose in caso di rottura del contenitore. Una mula, interpellata su un treno tra il Belgio e l'Italia, aveva assorbito in questo modo 1,3 chili di cocaina. Per quantita' piu' importanti, il traffico di cocaina, e' un po' come la moda: esistono tendenze cicliche. "I trafficanti sperimentano la nostra vigilanza sui sistemi di trasporto", spiega un agente delle dogane. "I sistemi evolvono, spariscono, ritornano. L'immaginazione dei passeurs e' senza limiti."
Tra le tendenze del 2005 si puo' citare anche il trasporto di cocaina tramite abiti, tele e bagagli impregnati della sostanza. Arrivata a destinazione, la droga viene recuperata attraverso il trattamento dei supporti utilizzati. Il 20 luglio, ad esempio, sempre a Roissy, un viaggiatore argentino diretto ad Amsterdam, fu controllato al suo arrivo proveniente da Buenos Aires e affermo' di non aver nulla da dichiarare. Interrogato sui motivi del viaggio, rispose che andava ad Amsterdam per turismo e che avrebbe soggiornato in un albergo. Aprendo la valigia in deposito, i doganieri trovarono una tenda da campeggio priva del materiale necessario a montarla, ma che in compenso emanava un forte odore chimico e con la superficie viscida. Dall'analisi di un campione, i doganieri scoprirono che il tappeto della tenda e un sacco a pelo erano impregnati di oltre 4 chili di cocaina. Ancora: in settembre, sei chili e mezzo di droga erano impregnati in una giacca di cuoio e nella sacca da viaggio di un boliviano diretto ad Amsterdam.
 
 
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