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Francia e Olanda. L'Aja irrita Parigi
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Articolo di Rosa a Marca
23 aprile 2004 17:00
 
Ancora una volta la politica sulla droga interferisce nelle relazioni tra Francia e Olanda. Il nuovo punto di frizione e' nato alla fine dell'anno scorso. Allora l'Aja decise, in via provvisoria, di effettuare controlli sistematici a Schiphol, l'aeroporto internazionale di Amsterdam. La misura non poteva che tranquillizzare gli altri Paesi Ue, se non fosse stata accompagnata da un atto di clemenza particolare: in base alle nuove disposizioni, i passeggeri trovati in possesso di "piccole" quantita' di droga sarebbero stati rilasciati subito, senza nemmeno pagare un'ammenda. Ieri, il ministro degli Interni Dominique de Villepin lo ha giudicato un sistema "intollerabile", che consente alla gente di entrare nello spazio comune contravvenendo alle leggi della Ue e di ripartire senza sottostare ad alcuna sanzione.
Da parte olandese ci si e' meravigliati di quest'alzata di scudi, e si ricorda che il 23 dicembre tutti i Paesi Ue erano stati informati delle intenzioni olandesi, anche nei dettagli. In quanto alla clemenza, essa e' molto limitata. Non riguarda persone gia' perseguite, e in ogni caso da dicembre a oggi i "graziati" sono solo 142, contro 378 espulsi. Le persone non sanzionate sono per lo piu' dei piccoli spacciatori, a cui viene sequestrata la droga e il cui nome viene inserito in una lista nera che gli impedisce l'accesso a Schiphol. "Se a ogni controllo dovessimo arrestare tutti i passeggeri, nel giro di un mese le prigioni olandesi scoppierebbero", spiega , portavoce del ministero olandese della Giustizia. Qual'e' la quantita' limite che consente di sfuggire alla giustizia? Tre chili. E comunque, quello che interessa agli olandesi e' sequestrare la droga, non perseguire dei poveracci che spesso sono ricattati. L'Aja intende ottenere dei risultati rimanendo fedele alla propria tradizionale politica di tolleranza e comprensione nei confronti dei piccoli spacciatori. Con l'accordo dei governi locali, tutti i passeggeri provenienti da Suriname e dalle Antille olandesi -destinazioni che coprono il 50% dei sequestri di cocaina- vengono perquisiti. Le dogane riferiscono che nei primi tre mesi dell'anno sono state fermate 640 persone contro le 1.200 del 2003. Paradossalmente, pero', i sequestri sono praticamente nulli.
Alla Francia, che ha sempre puntato su una politica repressiva e proibizionista, il messaggio olandese non piace perche' suggerisce ai trafficanti la possibilita' di tentare e di farla franca. Agli occhi di Dominique de Villepin l'atteggiamento olandese appare "poco opportuno", soprattutto alla luce delle indagini che dimostrano i forti legami tra traffico di droga e terrorismo internazionale. L'irritazione e' ancora maggiore quanto piu' la polizia olandese si dimostra restia a fornire l'elenco dei passeggeri rilasciati. Il ministro francese ha promesso di chiedere al piu' presto "spiegazioni" ai "nostri amici olandesi".
 
 
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