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Francia. Un libro parla di droga nel mondo del lavoro
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Articolo di Rosa a Marca
13 marzo 2006 19:18
 
Premessa. Per decenni le imprese hanno totalmente ignorato il problema del consumo di sostanze psicotrope, considerandola una questione sanitaria legata alla sfera privata. Ma il tabu' inizia a sgretolarsi. Nel momento in cui si moltiplicano i divieti di fumare negli uffici e nelle officine, il mondo del lavoro prende coscienza dei danni dell'alcolismo, ma anche delle droghe illegali come cocaina o cannabis. Al di la' di manifestazioni eclatanti, esiste tutta una popolazione di consumatori di droghe (legali e no) perfettamente integrate, che gestiscono con discrezione il loro vizio e non fanno mai parlare di se'.
Il libro. Etnologa dell'associazione LRSH, il laboratorio di ricerca in scienze umane, Astrid Fontaine si e' interessata di questa tribu' invisibile che rappresenta oggi la maggioranza dei consumatori di sostanze psicotrope. Per quattro anni ha incontrato consumatori regolari di cannabis, cocaina, eroina, alcol o medicinali che esercitano un'attivita' professionale da numerosi anni. Il suo studio si e' tradotto nel libro appena pubblicato Double vie. Les drogues et le travail. Un libro insieme inquietante e rassicurante, che mostra come il mondo del lavoro non sia estraneo al problema, ma anche che la droga non faccia necessariamente rima con emarginazione.
Tipologia del drogato. Puo' essere chiunque, senza distinzioni: dall'informatico al funzionario, dalla segretaria al ricercatore della Sorbona, passando per la giornalista o il commercialista. Vi si trovano giovani di 25-30 anni di ceto agiato e frequentatori di ambienti musicali, come persone piu' vecchie, tra i 40 e il 60 anni, che hanno alle spalle un lungo percorso con la droga. Tutti si ritengono cittadini rispettabili, attenti alla propria immagine, che sanno controllare accuratamente il consumo. Sono cocainomani o eroinomani "asintomatici", non registrati dal servizio sanitario ne' dal sistema repressivo, privi di esistenza statistica. Un signore, eroinomane di una cinquantina d'anni, non si e' mai fatto notare sul lavoro. tranne quando ha tentato di smettere.
Modalita' d'uso. Sono pochi coloro che assumono la sostanza sul luogo di lavoro. La maggior parte ci tiene a separare vita privata e professionale. Anche se poi confessano che talvolta fanno uno "strappo" alla regola, per esempio assumendo una piccola quantita' di cocaina per superare un momento di particolare stanchezza.
Ruolo degli psicotropi. Ci sono persone che lavorano tanto, e dopo hanno bisogno di qualcosa per distendersi. Altri non riescono ad affermarsi professionalmente e utilizzano la sostanza come una "stampella chimica", necessaria all'integrazione. Un uso regolare di cocaina o di eroina puo', paradossalmente, contribuire a mantenere un'apparente normalita', alla stregua di un antidepressivo. L'uso di prodotti illegali aiuta alcuni a costruirsi un'identita', gli permette di non essere confinato nella professione, d'essere collegato a un universo piu' attraente, a un circuito, a una cultura.
Farmaci. Prescritti o no, il loro uso e' raro nei giovani, molto piu' diffuso tra gli adulti: pillole contro l'appetito, antidepressivi, sonniferi. Curiosamente, i consumatori di prodotti legali (tabacco, alcol) non hanno nessun vocabolario per parlare degli effetti delle medicine psicotrope quando le assumono. Al contrario, i consumatori di droghe proibite sanno descrivere cosa provano. Sono piu' inclini a documentarsi e sono anche piu' critici verso l'ambiente medico.
Approccio al problema. In generale, se gli specialisti descrivono una sessantina di tipi d'alcolismo, quasi nulla si sa dei consumatori di cocaina o di cannabis, che pure sono altrettanto differenziati. A maggior ragione, la tossicomania sul lavoro e' un problema che non si sa gestire, anche perche' non se ne parla apertamente. Il Codice del lavoro e' molto vago in proposito, le sanzioni non sono previste in modo chiaro se non in caso di errore professionale o d'incidente. La responsabilita' spetterebbe ai medici del lavoro, che pero' non sono prepararti sull'argomento, mentre le politiche di prevenzione sono quasi inesistenti. C'e' una domanda di screening sempre piu' pressante da parte dei capi d'impresa, ma i test sono tutt'altro che efficaci. Per esempio, non sono in grado di rilevare la cocaina assunta due ore prima, in compenso rilevano uno spinello di cannabis fumato diverse settimane avanti. Per non parlare dei prodotti di falsificazione, che consentono di mascherare la droga, e il cui uso e' molto esteso negli Stati Uniti.
 
 
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