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Francia. La legge per la riduzione del danno
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Articolo di Vincenzo Donvito
16 gennaio 2004 18:28
 
E' la fine di un'aberrazione francese. La notte fra il 14 e 15 gennaio il Senato ha approvato un emendamento che da' un assetto legale alla "riduzione del danno" legata al consumo di droghe. Da piu' di venti anni, quella consuetudine che si e' imposta per necessita' di fronte all'Aids distribuendo siringhe pulite ai tossicodipendenti, e' stata legalmente supportata solo da una semplice circolare, come ha ricordato il ministro della Sanita', Jean-François Mattei. Forte dei suoi successi "con una diminuzione notevole del contagio dell'Hiv per via endovenosa" e "un calo dell'80% delle morti per overdose", secondo il ministro la riduzione del danno, etichettata come "RDR", sara' ormai inserita nella legge.
L'emendamento presentato dal senatore Bernard Plasait (Ump) e fatto proprio dal Governo, precisa che "la definizione della politica di riduzione del danno rilevato dallo Stato .... tende a prevenire il contagio delle infezioni ... la morte per overdose ... e i danni sociali legati alla tossicodipendenza da sostanze classificate come stupefacenti". Le iniziative da intraprendere saranno precisate in un "documento specifico approvato per decreto" e finanziato dallo "Stato senza pregiudicare che ci possano essere altri finanziatori, soprattutto le amministrazioni locali". Infine "le persone che entreranno nei centri di accoglienza e di accompagnamento .... beneficeranno del servizio in modo anonimo e gratuito".
Ora tutti coloro che partecipano al progetto "RDR", piu' di 150 associazioni e strutture diverse, svolgeranno un servizio di sanita' pubblica. "Act Up" fa sapere che "e' un progresso, ma occorre essere vigili perche' le associazioni siano prese in considerazione per la stesura del decreto". E anche l'"Association nationale des intervenants en toxicomanie" (Anit) dice: "Il finanziamento da parte dello Stato resta aleatorio e la concezione della riduzione del danno non puo' limitarsi al rischio di infezioni e deve comprendere le questioni legate alla precarieta' e al sostegno psicologico". "E' bene che la questione abbia una base legale. Siamo rincuorati dal fatto che la logica sanitaria si riappropri dei suoi diritti nei confronti della sicurezza pubblica. Tantomeno sulla questione dell'Aids, perche' per le droghe moderne e che si consumano per via non-endovenosa, niente e' previsto", dice Anne Coppel, sociologa esperta di droghe.
A questo punto tutto dipendera' da cio' che il Governo adottera' per mettere in pratica questa norma. Il "bus méthadone" di "Médicins du monde" che distribuisce prodotti sostitutivi agli eroinomani lungo le strade? L'analisi delle pasticche di ecstasy proposta dai volontari di "Techno-plus" durante le feste rave? I "negozi" che offrono consigli, preservativi e gettoni gratuiti per prendersi un "kit d'iniezione pulita" ai distributori? E' bene ricordare che il senatore Bernard Plasait ha tenuto a precisare "l'dea che ci si possa drogare, a condizione di farlo in maniera pulita, e' insostenibile".
 
 
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