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Francia. Festa dello spinello
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Articolo di Rosa a Marca
18 giugno 2006 15:55
 
In quanti saranno domenica, 18 giugno, alla Villette di Parigi, a fumare uno spinello per reclamare la depenalizzazione della cannabis? Jean-Pierre Galland, presidente del collettivo d'informazione e ricerca sulla cannabis (Circ), che ha mandato gli inviti, non si fa troppe illusioni. Ma spera almeno che la celebrazione di "Appel du 18 joint", lanciato trent'anni fa da Lib?ration, risvegli il dibattito sulla depenalizzazione. L'8 giugno, Nicolas Sarkozy, presidente dell'UMP, ha ammesso che l'attuale legislazione e' rimasta inapplicata e ha concluso con la necessita' di rivedere la legge 1970 che punisce con un anno di prigione e 3.750 euro di multa l'uso di stupefacenti. Dal canto suo, il Partito socialista promette d'aprire un dibattito "sulla pertinenza di una regolamentazione pubblica".
Nel 1976, Appel chiedeva "la depenalizzazione totale della cannabis" e "l'apertura di centri d'informazione sugli psicotropi". Raccolse circa 2.500 firme. Versione 2006, Appel si trova a ripetere piu' o meno le stesse cose: "l'uso privato e' sempre proibito e la caccia ai consumatori e' aperta tutto l'anno". Ma trent'anni dopo ci sono molte persone che mancano all'appello. Perche' sono morte o perche' fanno i morti. O perche', come scrive a Galland il direttore delle ricerche al CNRS, "ho imparato delle cose in trent'anni. . Le conoscenze cambiano, i modi di farsi anche. . Cio' non m'impedisce d'appoggiare qualsiasi resistenza verso la repressione condotta su chi nuoce solo a se stesso". Reazione del destinatario, cio' "riassume bene lo stato delle cose trent'anni dopo". All'epoca avevano firmato Andr? Glucksmann, Isabelle Huppert e , allora fondatore di "Medici senza frontiere". Insieme ad altre persone famose. "Erano giovani, non lo sono piu'. La loro posizione e' cambiata, nel frattempo hanno avuto figli. Trovano che la cannabis ponga dei problemi di salute". Trent'anni piu' tardi, qualche artista da sempre, o anche alcuni intellettuali, numerose associazioni per la riduzione del danno, e ormai "non pochi politici", nota Jean-Pierre Galland. Giovani Verdi o di LCR, per lo piu'. I discorsi ufficiali non hanno progredito, le prassi si'.
L?on Mercadet, giornalista a Canal + e firmatario di due appelli, si ricorda che nel 1976 la cannabis "era una droga di lusso". Per qualche migliaia di persone al massimo. "Il rapporto Pelletier del 1978 considerava che i fumatori di cannabis fossero solo dei giovani contestatori in piena crisi adolescenziale. Esso chiedeva di non mandarli in prigione e giudicava inutili i trattamenti terapeutici", racconta Anne Coppel, sociologa. Fino all'epidemia delle droghe pesanti degli anni 1980. Nel 1986, il presidente Chirac ingaggia la guerra agli stupefacenti. "Per la prima volta la classe politica vuole applicare la legge del 1970", continua Anne Coppel. Il carcere o l'obbligo di curarsi. Eroinomani o fumatori di spinelli "tutti nello stesso sacco". Grazie al trattamento di sostituzione, gli eroinomani hanno abbandonato la strada. I fumatori, loro, sono invece decuplicati. Secondo le stime dell'OFDT, ci sono quattro milioni di fumatori occasionali l'anno. Tra il 1990 e il 1999 la polizia ne ha fermati 320.000 per consumo; piu' di 380.000 tra il 2000 e il 2005. "Le sanzioni colpiscono soprattutto i consumatori di cannabis (91%)", nota Anne Coppel. "E' inutile in termini di ordine pubblico, ma fa scena". Inutile anche in termini di sanita' pubblica: la Francia e' uno dei pochi Paesi d'Europa dove il numero dei fumatori di cannabis sia in aumento. Perche' "non si crede nella prevenzione", e' la sua analisi. "Ora, se la gente non ne fa uso, non e' per la repressione, ma per la realta' dei rischi". E cita i problemi di concentrazione, di memoria, le emozioni esacerbate. "I Paesi che hanno lanciato delle buone campagne di prevenzione fanno leva sulla nuova preoccupazione della popolazione per i problemi di salute pubblica. E' il miglior freno al consumo di psicotropi".
 
 
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