Ingredienti: un presidente della Repubblica accusato di avere ricevuto denaro dal narcotraffico, un membro del partito di Governo che confessa di avere ricevuto i fondi illeciti e un ex governatore arrestato per narcotraffico.
Il quotidiano di Quito
El Comercio ha dato il via a quello che potrebbe essere uno scandalo politico cosi' potente da far saltare la piu' alta carica dello Stato. Dopo avere pubblicato che l'ex governatore di Manabí, César Fernández, ha finanziato con 30 mila dollari la campagna elettorale dell'attuale presidente
Lucio Gutiérrez, si e' rifiutato di fare il nome della sua fonte. E' una persona che "ha partecipato direttamente alla campagna del Partido Sociedad Patriotica", del presidente si e' limitato a dire, certificando comunque la fonte come "affidabile".
Cosi' il presidente Gutiérrez si e' "sottoposto" ieri ad una intervista di 45 minuti con la televisione
Gamavision per cercare di dare la "sua" versione dei fatti. "Sono stato categorico nel sostenere che, per quanto io sia a conoscenza, il signor Fernández non ha dato un solo centesimo per la mia campagna, perche' io non l'ho autorizzato". E poi ha aggiunto che "comunque il fatto che non io non l'ho consentito non significa nulla, visto che un anno fa il signor Fernández era una persona rispettabile". Ma Gutiérrez ha rivendicato la cattura dell'ex governatore, arrestato il 23 ottobre quando cercava di spedire 428 chili di cocaina negli Usa. "Siamo stati noi a catturare questo presunto narcotrafficante. E fin dall'inizio ho dato istruzioni perche' si indaghi", ha aggiunto.
Alla domanda conclusiva se si dimettera' se venisse dimostrato che nella sua campagna elettorale sono entrati soldi del narcotraffico, Gutiérrez risponde: "certamente, non c'e' bisogno che me lo chieda, ma io lo nego categoricamente, non ho avuto un centesimo dal narcotraffico". Poi il suo portavoce in seguito chiarira' che il presidente non ha alcuna intenzione di dimettersi, e che era solo una risposta ad una domanda giornalistica, e ha ribadito la versione ufficiale, come tutta la vicenda sia "falsa e ingiuriosa" e che dietro ci sia un tentativo per destabilizzare il presidente.
E proprio per cercare di chiarire la vicenda il Governo ha proposto di creare una commissione d'indagine, composta da giornalisti, avvocati e rappresentanti della societa' civile. "In Ecuador facciamo commissioni speciali per lo studio di tutti i problemi. Implicitamente stiamo dicendo che non abbiamo fiducia nelle istituzioni di controllo, come la commissione di indagine del Congresso, la Procura o la Corte dei Conti. E questo danneggia molto il Paese", ha commentato l'offerta Arturo Torres del quotidiano
El Comercio.
La prima vittima di questa crisi e' stata quella del ministro del Turismo, Hernán Plaza, che ha presentato le sue dimissioni dopo avere ammesso di avere usato un aereo di proprieta' di César Fernández. La seconda vittima e' stata quella del cognato del presidente, Napoleón Villa, che e' un massimo dirigente del Partido Sociedad Patriotica, da cui e' stato sospeso fino a che non verranno chiariti i fatti.
A questo si aggiungono: uno sciopero indefinito di 120 mila professori che esigono il pagamento dello stipendio e altre rivendicazioni economiche; una popolarita' crollata dal 64% di meno di un anno fa, all'inizio del mandato presidenziale, al 31,5% dello scorso 8 novembre; un anno in cui il Governo ha anche perso il sostegno degli indigeni, con le dimissioni della prima ministra indigena dell'Ecuador, Nina Pacari.
Il presidente Lucio Gutiérrez, eletto il 15 gennaio 2003, non dorme certo sonni tranquilli. La sua situazione, del resto, e' gia' stata paragonata a quella di Ernesto Samper, che si dimise dalla presidenza della Colombia per un'accusa simile, quella del narcotraffico finanziatore della campagna elettorale.