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Droga all'Onu. Dalla provocazione di Evo Morales verso il buon senso e la legalizzazione
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Articolo di Donatella Poretti
21 settembre 2006 14:54
 
Droga nel Palazzo di Vetro dell'Onu? Se continuiamo a pensare che dalle foglia di coca si possa produrre solo cocaina o che dal papavero esca fuori solo oppio buono per l'eroina, probabilmente si'! Ieri, il Presidente boliviano, Evo Morales, ha sventolato una foglia di coca durante il suo discorso nell'aula dell'Assemblea Generale dell'Onu per riportare l'attenzione sul problema del narcotraffico in Sud-America. Il leader boliviano non ha inoltre perso l'occasione per accusare gli Stati Uniti di aver strumentalizzato la guerra alla droga per colonizzare i Paesi latino americani. A questo proposito ricordiamo che la politica Usa di "war on drugs" avviata dalla presidenza Clinton e proseguita da quella Bush, ha comportato la spesa di 4 miliardi di dollari in 6 anni per il solo "Plan Colombia" con risultati disastrosi. Morales ha voluto anche ricordare come la coca, oltre ad essere la materia prima usata per produrre cocaina, sia tradizionalmente usata nella medicina boliviana e come il suo utilizzo sia legale. Lo stesso Presidente del Paese sud-americano prima di entrare in politica era un leader sindacale dei coltivatori di coca.
Le politiche in materia delle convezioni Onu si sono occupate del problema cocaina proponendo come unica soluzione quella di estirpare le piantagioni -con fumigazioni o coltivazioni alternative- ma i risultati sono andati in una direzione opposta. Occorre infatti ricordare che per diversi popoli indigeni che vivono sulle Ande, la coca non solo costituisce la coltura piu' redditizia, ma anche una componente sacra e storica della vita quotidiana.
In Afghanistan, dove, secondo gli ultimi dati Onu sulle coltivazioni illegali di papavero, la produzione di oppio rispetto al 2005 e' aumentata del 49%, e' stata avanzata una soluzione alternativa a quella della criminalizzazione. Per frenare l'inondazione di eroina nei mercati occidentali Emma Bonino insieme all'ong Senlis Council ha proposta di acquistare legalmente oppio dai contadini afgani per trasformarlo in morfina e farmaci per cure palliative, e non in eroina nelle mani dei narcotrafficanti come avviene oggi. La proposta e' stata sostenuta lo scorso giugno anche dal ministro dell'Interno Giuliano Amato in occasione del G8 di Mosca e in questi giorni ha fatto un ulteriore passo in avanti con la lettera d'intenti sottoscritta dalla Croce Rossa e da Senlis Council. Un appello ai governi per "ridurre il dolore e la sofferenza nel mondo" e per "aiutare l'Afghanistan a sviluppare l'industria e il commercio di cui ha disperatamente bisogno".
Auspico che la provocazione di Morales porti a qualche risultato e che un'operazione come quella avviata in Afghanistan possa essere intrapresa anche in America Latina.
Per questo sarebbe opportuno che la Comunita' internazionale (Onu in testa, con lo specifico ufficio -Unodc- diretto dall'italiano Costa e finanziato in larga parte da fondi italiani) investa economicamente, in collaborazione coi partner europei e la Commissione di Bruxelles, sia per uno studio di fattibilita' sull'industrializzazione su vasta scala della foglia di coca, che su progetti di produzione di foglia di coca per prodotti leciti, laddove questa gia' avviene -seppure tra mille difficolta' politico-economiche- come in Peru' e alcune regioni della Bolivia stessa.
 
 
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