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Un Dipartimento allo sbando?
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Articolo di Donatella Poretti
29 giugno 2005 19:54
 
Si sarebbe potuto dire aridatece er puzzone, qualsiasi "puzzone", nel leggere i lanci dell'Ansa che riportavano la conferenza stampa del ministro Carlo Giovanardi.
Senza offesa, signor ministro, siamo letteralmente sbalorditi del lavoro a dir poco grossolano fin qui prodotto, nonche' delle dichiarazioni e interpretazioni di un fenomeno che ci interessa, anche se con approcci differenti.
Il primo appunto riguarda una relazione "monca". I dati riferiti al 2004 riguardano solo i giovani, per la popolazione in generale dobbiamo accontentarci di restare a quelli del 2003. Possiamo sperare che nella relazione del 2005 compaiano quelli del 2004, oppure l'anno lo saltiamo?
Il secondo appunto riguarda il consumo tra i giovanissimi. La relazione ammette che si registra un consumo "consistente" gia' tra i 15enni, e ammette che il primo contatto deve essere avvenuto qualche anno prima. Il tempo necessario per passare dalla prima volta al consumo consistente. Ma il ministro Giovanardi in conferenza stampa smentisce, non la relazione, ma l'allarme lanciato nelle scorse settimane, cioe' che l'iniziazione avviene a 11-12 anni. E poi asserisce tranquillizzante, la prima volta e' a 15 anni. Presa per buona la relazione significa che l'iniziazione coincide con il consumo consistente. La novita', ci permettiamo di evidenziare e' che dalla prima volta ad un consumo assiduo non trascorre neppure qualche mese?
Questi i dati su cui occorrera' fare chiarezza. Seguono le interpretazioni.
Se un 32,1% ha fatto uso di cannabis le spiegazioni offerte dalla relazione stanno nel clima di banalizzazione della sostanza e percio' della bassa percezione del rischio. Ma questo vale solo per i giovani o per tutta la popolazione? Non e' dato saperlo, almeno in riferimento al 2004. Unico dato a cui aggrapparsi e' infatti quello del 2003 quando il 70% della popolazione percepiva rischioso per la propria salute fare uso di stupefacenti.
Infine, mentre non possiamo far altro che gioire per il de profundis suonato al ddl Fini, ci preoccupa quell'aggrapparsi a tutti i costi al voler introdurre la quantita' di droga per cui si possa dire se la persona che ne viene trovata in possesso e' un consumatore o uno spacciatore. Pur di rivedere quel passaggio della legge sugli stupefacenti che i cittadini decisero con un referendum si passa sopra il cadavere della legge Fini e si fa strame di tutte le belle parole dette fino ad oggi... che la riforma non voleva solo essere punitiva ma un approccio completamente diverso al fenomeno. Belle parole, appunto, smascherate da questa fretta di stralciare un ddl di cui eravamo critici e oppositori, pur di far passare l'unico punto che interessava davvero, la reintroduzione della modica quantita'.
La situazione e' preoccupante piu' che per le proposte in se', per il contesto.
 
 
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