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Cuba. Fidel, il narcos colombiano e la taglia Usa
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Articolo di a cura di Donatella Poretti
24 luglio 2004 16:49
 
Cuba non consegnera' alla Colombia, almeno in tempi brevi, uno dei narcotrafficanti piu' ricercati dagli Stati Uniti, Hernando Gómez Bustamante, detto Rasguño, arrestato all'inizio di luglio nell'isola, secondo quanto riferito dal direttore della Polizia Giudiziaria della Colombia, il colonnello Oscar Naranjo: "Cuba sta prendendosi del tempo per valutare le possibili attivita' di Rasguño nell'isola".
Questa decisione contrasta con l'ottimismo espresso la scorsa settimana dal direttore della Polizia colombiana, il generale Jorge Daniel Castro, in merito alla possibilita' di portare in Colombia il potente capo del cartello del Norte del Valle. Occorre ricordare che sul narcotrafficante pende una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti, se Cuba lo consegna alla Colombia, equivarrebbe a consegnarlo agli Usa.
Il quotidiano colombiano El Tiempo, aveva analizzato questa vicenda con l'editoriale del 23 luglio "Il nuovo garbuglio di Fidel".
"Fidel Castro ha un problema. E' colombiano e ha nome, cognome e soprannome. Si chiama Hernando Gómez Bustamante, Rasguño, il famoso capo del cartello del Norte del Valle.
E' stato catturato all'Avana, mostrava un passaporto falso all'aeroporto, quando, sembra, si stesse dirigendo verso il Messico. Dopo una settimana dal suo arresto, Rasguño ha ammesso la sua identita'.
Indipendentemente dalle confuse circostanze che hanno portato quest'uomo a Cuba, una cosa e' evidente: nelle mani della sicurezza di Cuba c'e' ora uno dei piu' importanti narcotrafficanti del mondo. Rasguño e' nella lista dei 12 narcos piu' ricercati dagli Stati Uniti. Era il secondo uomo del cartello del Norte del Valle. Quando esplose la lotta intestina tra Don Diego e Jabón Varela, prese le distanze ed evito' di farsi coinvolgere direttamente. E si era mantenuto in maniera discreta nell'ombra, cercando di nascondere il suo volto. Fino alla sua cattura.
Aveva cercato di scomparire. Mise perfino in piedi un sequestro organizzato dalle Farc nella strada La Linea, cercando di spacciarsi per morto. I suoi santuari nei territori sotto il comando dei paramilitari di los Llanos, Caucasia e Cordoba fanno parte della leggenda.
E un giorno appare a Cuba. Si sospetta che stesse viaggiando, con un passaporto falso, dal Venezuela per andare in Messico. Che cosa faceva nell'isola? Chi, o che cosa, ce lo aveva portato? Ci stava per fermarsi, o era di passaggio? Cercava di cancellare le sue tracce?
Queste sono le domande su cui i cubani vorrebbero delle risposte prima di inviare il detenuto in Colombia, da dove, sicuramente verra' estradato verso gli Stati Uniti.
I meccanismi legali non sono molto chiari. Un trattato tra Cuba e la Colombia del 1934, che non e' mai stato applicato, prevede che oltre all'accordo di entrambi i Paesi per estradare uno dei loro connazionali, richiederebbe anche il consenso del detenuto.
Ma, oltre alla questione di formalita' giuridica, il fatto e' che Castro ha nelle sue mani una patata bollente. Inviare in Colombia Rasguño, con l'evidente conseguenza che alla fine lo si starebbe mandando negli Stati Uniti, comporterebbe un costo molto alto per un campione dell'antimperialismo come Fidel. Rimandare la consegna puo' essere interpretato come un atteggiamento equivoco del Governo cubano di fronte al narcotraffico, che, come tutti i Governi dell'emisfero, dice di combattere.
Il sistema giudiziario cubano puo' tenere sotto osservazione Rasguño per molto tempo. Inoltre, puo' condannarlo per un qualche reato contro la sicurezza dello Stato. Ma questo rimanderebbe solamente la decisione di estradare un noto narcotrafficante. E' complicata l'alternativa per Fidel: l'antimperialismo o la lotta contro il narcotraffico.
Per quanto Rasguño fosse segnalato come uno dei capi del cartello del Norte del Valle e le sue proprieta' -valutate in oltre 105 mila Usd- sono state oggetto di confisca, solo pochi giorni fa un giudice colombiano ha emesso un ordine di cattura nei suoi confronti. La misura e' un segnale per Cuba affinche' consegni il detenuto: si tratta di un criminale che e' processato nel suo Paese di origine e non e' semplicemente un "estradabile". Che poi questo acceleri la consegna a Bogota' e' tutto da vedersi.
La questione e' piccante. Per questi paradossi della vita, gli Stati Uniti devono a Cuba i 5 milioni di dollari della ricompensa che offrivano per la cattura di Rasguño. Sicuramente sara' il primo caso nella storia in cui ne' l'offerente e' disposto a pagare la ricompensa, ne' chi se l'e' guadagnata e' pronto per riscuoterla".
 
 
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