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Colombia. Sospese le fumigazioni per ordine del tribunale, quindi sospesa la sentenza
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Articolo di Donatella Poretti
27 giugno 2003 20:34
 
Il Tribunale Amministrativo di Cundinamarca interpellato sulla pericolosita' delle fumigazioni, ha risposto che deve essere applicato il principio di precauzione stabilito nella Costituzione, dove si dice che quando non esiste una sicurezza scientifica in merito alle conseguenze dannose di un procedimento, e' d'obbligo sospendere quella misura, e poi aggiunge che tutti i colombiani devono essere protetti nei loro diritti alla sicurezza e alla salute pubblica.
Tradotto in sentenza: le fumigazioni con il glifosato, il micidiale erbicida gettato dagli aerei per distruggere le piantagioni illegali di foglia di coca, devono essere sospese fino a quando non saranno chiariti i dubbi sull'impatto ambientale e sulla salute umana.
Il dispositivo del tribunale prevede che devono essere realizzati studi medici e scientifici per verificare gli effetti dell'erbicida nella salute dei colombiani, accogliendo cosi' la tesi dei cittadini che avevano chiesto la sospensione delle fumigazioni, perche' venivano portate avanti senza un piano ambientale che ne mitigasse gli effetti dannosi, andando cosi' a colpire i diritti di godere di un ambiente sano e della conservazione delle specie animali e vegetali.
Nella decisione, la magistrata Ayda Vides Paba, con i due giudici a latere, Carlos Pinzon e Luis Vergara, ha tenuto conto di almeno 20 prove tecniche e scientifiche a sostegno della sentenza. Tra queste: uno studio giuridico di un Comitato di Esperti creato nel 1984, che aveva raccomandato il metodo chimico come l'ultimo a cui ricorrere nella lotta alle coltivazioni illegali; un documento della Ecoforest Ltda del 1988 che su richiesta del Consiglio degli Stupefacenti, aveva avvertito che gli erbicidi andavano utilizzati solo da terra, o al massimo con voli bassissimi da elicotteri, ma non con aspersione aerea, perche' il trattamento era contaminante; un rapporto della Contraloria General de la Republica del 2001, una sorta di Corte dei Conti, in cui si avvertiva del pesante impatto ambientale, economico e sociale delle fumigazioni; la dichiarazione del ministero della Salute che ammetteva di non avere realizzato studi sperimentali sul glifosato e la salute umana e, per contro, analisi scientifiche dei possibili effetti sulla tossicita', anche della International Agency Research Cancer World Healt Organization in cui vengono mostrati i risultati sugli animali di alcuni componenti del glifosato; dichiarazioni giurate di esperti della pelle e tossicologi, in cui si spiegano gli effetti della sostanza incriminata nelle persone umane; infine le denunce delle comunita' in cui viene gettato il glifosato, sulle morti dei bambini e degli adulti e le malformazioni nei neonati.

Il Governo colombiano per bocca del ministro dell'Agricoltura, Carlos Gustavo Cano, ha gia' preannunciato di appellarsi alla sentenza, e, nel frattempo, di proseguire: "il problema non e' il glifosato, ma la mancanza di alternative alle coltivazioni illegali, per cui la soluzione e' promuovere l'agricoltura legale". Rispettiamo la sentenza, hanno fatto sapere dal Governo, non la condividiamo e ci appelliamo al Consiglio di Stato. Cosi', a rimanere sospesa, e' la sentenza del Tribunale di Cundinamarca.
A sostegno delle fumigazioni e' arrivato subito il portavoce del Dipartimento di Stato dell'Emisfero Occidentale della Casa Bianca, Charles Barclay, spiegando che numerosi studi sostengono che le fumigazioni non producono alcun rischio considerevole ne' per le persone, ne' per l'ambiente. E dalla parte del glifosato c'e' invece la considerazione che l'anno scorso le coltivazioni di coca sono state ridotte del 15% e quelle di papavero da oppio del 25%. "Non voglio anticipare la sentenza d'appello. Noi abbiamo fiducia nel sistema colombiano e proseguiremo a fumigare mentre questa avra' corso", ha detto sibillino Barclay. "Le eradicazioni delle droghe sono al centro del nostro impegno in Colombia. Stiamo facendo molte cose per aiutare il Paese, ma il nostro principale obbiettivo, perche' ci colpisce direttamente, e' quello di frenare il traffico di droghe. Senza fumigazioni, che sono il metodo piu' efficace per affrontare il problema dalla prospettiva colombiana, dubito molto che il Congresso voglia proseguire ad apportare risorse economiche", dicono fonti della Casa Bianca riportate oggi dal quotidiano colombiano "El Tiempo".

La sentenza e' arrivata a distanza di 24 ore dal rapporto delle Nazioni Unite in cui si ribadiva che la Colombia continua ad essere il "grande problema" per la produzione di cocaina nel mondo, ma si riconosceva anche che tra il 2000 e il 2002 la produzione di cocaina si e' ridotta del 37%, e le piantagioni di foglia di coca si erano ridotte anch'esse del 30%. Dal novembre 2001 al dicembre 2002 si era passati da 145 mila ettari a 102 mila. E ad essere particolarmente colpite erano state le coltivazioni delle zone piu' problematiche: Putumayo, Caqueta' e Meta. Proprio dove le fumigazioni sono state piu' dure.
 
 
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