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Colombia, Peru' e Brasile: il "narcoterrorismo" si sposta?
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Articolo di a cura di Donatella Poretti
22 febbraio 2004 20:25
 
"Rapporti stilati dalla Polizia Federale brasiliana in Amazzonia, dal maggio dello scorso anno, rivelano come gruppi terroristi delle Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) stiano reclutando giovani indigeni brasiliani. I responsabili delle indagini ritengono che questi giovani vengano usati come "muli" del traffico di droghe che attraversa la frontiera".
Inizia cosi' l'intervento firmato dal ministro della Difesa colombiano, Jorge Alberto Uribe Echavarría, pubblicato dal quotidiano brasiliano Folha de S. Paulo: "Come sconfiggere il narcoterrorismo".
"Altri rapporti hanno rivelato la presenza dei gruppi delle Auc (Autodifese Unite della Colombia), quelle che scorrettamente vengono chiamate forze paramilitari, che starebbero facendo delle incursioni a Panama: "I paramilitari entrano nei villaggi indigeni di Paya e Pucuru, nella regione panamense di Darién, dove hanno assassinato quattro persone e hanno provocato uno sfollamento massiccio di abitanti, un fatto insolito nella storia del Paese".
Oltre a questo, il presidente del Consiglio per la Pace del Peru' ha detto che "le Farc sono presenti in Peru' non come gruppi armati, neppure mettendo accampamenti, ma inviando istruttori e reclutatori per collaborare nei lavori di istruzione sovversiva".
Questi fatti, tra molti altri, evidenziano la minaccia che questi gruppi narcoterroristi, di portata internazionale, rappresentano per le frontiere tra i nostri Paesi.
Questa presenza criminale nella scena andina non e' un fenomeno statico, e senza una realta' dinamica. Queste azioni criminali esercitano un effetto corrosivo sulla qualita' della vita degli abitanti della regione, e per questo motivo non importa se i presunti ideali dei criminali siano di sinistra o di destra -il risultato e' lo stesso.
Recentemente, Colombia, Peru e Brasile hanno sottoscritto uno storico accordo bilaterale che contribuira' allo smantellamento della rete criminale che minaccia la pace e la sicurezza nella regione.
Stiamo ufficializzando un trattato che e' stato discusso negli ultimi mesi tra i Governi dei tre Paesi, in particolare tra i ministeri della Difesa dei tre, visto che siamo convinti del fatto che, uniti, potremo e dovremo fare fronte alla grande minaccia del narcotraffico e del narcoterrorismo internazionale.
I tre Paesi amazzonici condividono non solo lunghe frontiere, ma anche una visione comune della sicurezza, il che e' una precondizione per lo sviluppo economico stabile nella regione. Questa e' una opportunita' per le nostre popolazioni di sconfiggere la violenza finanziata dalla produzione e dal traffico di stupefacenti.
Dobbiamo stabilire un controllo ferreo sui fiumi, che sono le vie di comunicazione piu' importanti delle nostre frontiere, per garantire che i nostri cittadini possano utilizzarli come rotte del commercio e della liberta', e non come condotto attraverso il quale i narcoterroristi trafficano droghe, miseria e morte.
Colombia, Peru' e Brasile sono Paesi ricchi in tema di cultura e di biodiversita', e la nostra cooperazione in vista della sicurezza e' decisiva. Gruppi come le Farc, o le Eln (Esercito di Liberazione Nazionale) e le Auc non sono altro che organizzazioni criminali internazionali il cui unico proposito e' il proprio arricchimento attraverso lo sfruttamento e l'oppressione di innocenti, come succede con gli indigeni che risiedono in questa regione del pianeta da innumerevoli generazioni.
Questa e' una dimostrazione in piu' che il narcotraffico e il terrorismo non sono solo un problema colombiano, ma un problema dell'umanita'.
Come conseguenza dell'eliminazione dei santuari di cui disponevano i piantatori di coca, cosi' come della riduzione massiccia delle piantagioni illecite, a partire dall'iniziativa del Governo colombiano, questi criminali vanno a cercarsi regioni piu' lontane, anche terreni nei Paesi vicini.
Oltre a questi problemi, fino alla data odierna piu' di 1,8 milioni di ettari di foresta tropicale sono gia' stati distrutti per la coltivazione e il raffinamento della coca, per colpa del grande numero di sostanze chimiche altamente tossiche utilizzate in queste attivita' criminali.
Non possiamo permettere che questo continui ad avvenire in Colombia, o in nessuno dei Paesi vicini. E' per questo che si e' lavorato tanto per arrivare a questo accordo.
Noi, in Colombia, conosciamo questi gruppi per le loro azioni di terrore e di assassinii e non per le loro sigle, cosi' come appaiono nei giornali, e speriamo che i nostri vicini non debbano soffrire come noi.
Insieme, possiamo migliorare le condizioni di vita nella regione e sconfiggere questi gruppi criminali. Divisi, noi ci convertiremo nelle loro vittime, e le nostre popolazioni, nei loro schiavi. Con la firma a questo accordo, facciamo un passo in piu' nella direzione della pace e della sicurezza dei cittadini dei nostri Paesi".
 
 
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