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Colombia. Il fungo anticoca che disgusta Bogota'
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Articolo di Rosa a Marca
13 ottobre 2005 21:00
 
Un pugno di congressisti Usa ha rispolverato un'idea che per gli ecologisti e' un vero film dell'orrore: la produzione di un fungo "mangia coca", un microrganismo che distruggerebbe la pianta base per la cocaina. Il loro disegno di legge, che ancora dev'essere discusso e poi arrivare in Senato, mira a promuovere l'impiego di microerbicidi nel "Paese, grande produttore di droga".
In Colombia, primo esportatore mondiale di cocaina, il progetto ha provocato una levata di scudi. "No alla guerra biologica degli Stati Uniti", e' insorto il senatore di sinistra, Jorge Enrique Robledo, il primo a denunciare la cosa. Il Governo statunitense, che finanzia la politica d'eradicazione forzata delle colture nel Paese andino, da dove parte l'80% della polvere bianca consumata in Usa, non e' al primo tentativo. Gia' nel 2000 e poi nel 2003 aveva tentato d'imporre un tipo di Fusarium oxysporum, un fungo di cui ogni varieta' s'attacca a una pianta specifica. Ma ogni volta si e' visto opporre il veto di Bogota', preoccupato per i rischi all'ambiente. Eppure l'idea potrebbe piacere. Da quasi dieci anni, la Colombia e' il solo Paese al mondo a lottare contro le colture illegali attraverso i getti aerei dell'insetticida glifosato, le cui conseguenze ecologiche, sanitarie e sociali non sono a tutt'oggi calcolabili. Il fusarium, presentato dai suoi difensori come un "controllore biologico", al 100% ecologico, verrebbe sparso solo in una regione con quelle colture, dove ucciderebbe pazientemente le piante di coca. Sarebbe cio' che e' avvenuto in modo naturale nella vallata peruviana di Alto Huallaga nel 1984: la pianta era stata devastata.. con grande meraviglia delle autorita' statunietnsi. "L'effetto dura nel terreno per molti anni, e impedisce le nuove piantagioni", constatera' un documento del Segretariato all'Agricoltura.
La specie anticoca e' stata identificata nel 1987, e David Sands, un ricercatore vicino al Segretariato dell'Agricoltura, ha individuato il suo interesse commerciale. La guerra biologica era di moda: fino al 1998, l'Onu stessa appoggiava un progetto di microrganismo "mangia papavero" nell'Uzbekistan. Associato all'impresa Ag/Bio Co, David Sands propose nel 1999 all'Ufficio antidroga della Florida di spandere, per 10 milioni di dollari, un altro membro della famiglia fusarium, un anticanapa, per sradicare le fiorenti colture di cannabis dello Stato. Il niet dei responsabili per l'Ambiente di quello Stato non l'ha scoraggiato, tant'e' che e' andato a Bogotà a promuovere il fungo anticoca. Senza grande successo, per la verita'. "Il busillis e' che il fusarium non s'accontentera' di morire dopo aver ucciso l'ultima pianta di coca", spiega lo specialista del suolo Tomas Sicard, dell'Universita' nazionale colombiana. In effetti e' molto resistente. I floricoltori colombiani l'hanno constatato sui loro garofani, attaccati da una specie dello stesso fungo: incapaci di sradicarlo nelle loro serre malgrado le tecnologie usate, per sfuggirgli hanno dovuto trasferire i gerani all'esterno. "Immaginate cosa accadrebbe a livello di Amazzonia", continua il ricercatore. Tanto piu' che il microrganismo sembra pronto ad arricchire il proprio menù: in Perù, dopo la coca si sarebbe attaccato ad altre specie. Infine, le numerose tossine che produce potrebbero colpire animali e uomini. Il fusarium, previene Tomas Sicard, e' "opportunista", vale a dire particolarmente aggressivo su un organismo indebolito. "I contadini affetti da leucemia, cancro o Aids diventerebbero presto vulnerabili".
La comunita' scientifica colombiana non abbandona tuttavia la speranza di un "controllore biologico" contro la droga. Per evitare la pioggia d'erbicidi che Bogotà ha giurato d'estendere sui parchi nazionali colombiani, dove si nasconderebbe un quindicesimo delle coltivazioni illegali del Paese, alcuni ricercatori e un senatore propongono la diffusione di una farfalla anticoca. L'eloria noyesi, le cui larve si alimentano solo di questa pianta, "non distrugge che le foglie che interessano ai trafficanti", secondo l'universitario Gonzalo Andrade che la studia. L'arbusto e la stessa specie non verrebbero distrutti. Ma questa "arma ecologica" si scontra ancora una volta con un dettaglio umano: i contadini risponderebbero senz'altro con nuvole d'insetticidi... Per Tomas Sicard, la farfalla eloria "resta una soluzione ingenua per un problema complesso. L'eradicazione della coca e' diventata una pretesa vana, che ci ha fatto dimenticare gli aspetti economici e sociali del traffico".
 
 
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