Spettera' al senatore
Jaime Orpis dell'UDI (
Unión Demócrata Independiente) realizzare uno studio per prospettare le modalita' per sanzionare il consumo di stupefacenti tra i pubblici funzionari. Il compito che portera' avanti con esperti del Governo gli e' stato affidato dalla Commissione Costituzionale del Senato nell'ambito del progetto di legge sulle droghe.
"Con questa misura si cerca di dare un forte segnale alla cittadinanza nel proibire il consumo di droghe agli alti funzionari pubblici, per questo si sta studiando che tipo di sanzioni possiamo applicare, ma non sara' punito come un reato e neppure con una pena carceraria", ha spiegato il senatore.
Ma il compito non si prospetta facile. Intanto andra' operata un distinzione tra i funzionari dello Stato eletti e quelli nominati dal presidente. E sul tipo di sanzione gia' si intravedono dei problemi. Se, infatti, le prime ipotesi avevano avanzato possibili destituzioni, sospensioni o inabilitazioni per esercitare incarichi pubblici, per quei funzionari sorpresi a fare uso privato di droghe, la cosa non e' cosi' semplice. Nel caso di autorita' elette con voto popolare, il loro mandato e' nelle mani dei cittadini elettori e hanno una durata che e' stabilita in Costituzione; solo una riforma costituzionale percio' potrebbe prevedere la rimozione dal loro mandato. Ma anche nei casi dei funzionari nominati, come i ministri scelti dal presidente della Repubblica, la loro destituzione sarebbe una sorta di restringimento delle facolta' presidenziali grazie alle quali e' stata scelta una persona di fiducia per un compito specifico.
Il senatore
José Antonio Viera Gallo, del PS (
Partido Socialista) ha detto che non si puo' sanzionare il consumo privato di una autorita', a casa sua, visto che rientrerebbe nell'ambito della sua privacy. E gia' si prospettano nuove ipotesi di lavoro: differenziare, per esempio, se il consumo e' avvenuto a casa del funzionario oppure nei suoi uffici di lavoro.
la vignetta di De la Barra e' tratta dal quotidiano cileno "La Cuarta"