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Brasile. Lo sguardo del narcotraffico nell'urna carioca
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Articolo di Donatella Poretti
7 settembre 2004 20:02
 
I trafficanti di droghe non si limitano piu' a disputarsi i territori per la vendita della marijuana e della cocaina a Rio de Janeiro. A meno di un mese dalle elezioni sono con lo sguardo puntato sulle urne. Il Tribunale Regionale Elettorale (TRE) ha individuato e impugnato le campagne di alcuni candidati a consigliere collegati al traffico e ancora sta indagando sulla partecipazione di criminali nella propaganda fatta nelle favelas di Rio de Janeiro. Per il presidente del Tribunale Marcus Faver e' solo una questione di tempo perche' il traffico riesca ad eleggere rappresentanti nel legislativo. A raccontarlo e' un reportage pubblicato dal quotidiano di Rio Jornal do Brasil.
"Le indagini sono secretate, ma non mi sorprende che avvenga. Lo stavamo aspettando. E' una cosa preoccupante, perche' la gente immagina che il traffico si stia raffinando e percepisce che puo' influenzare la politica", spiega Faver che racconta di avere inviato delle équipe per fare indagini sulle denunce che sono giunte al TRE per il coinvolgimento del narcotraffico nelle campagne elettorali nei quartieri di Rio.
La maggior parte delle denunce riguarda l'influenza dei criminali nella propaganda elettorale nelle varie comunita'. Inoltre alla verifica della fedina penale, molti candidati sono risultati coinvolti nel traffico di droghe e nei gruppi di sterminio.
Tutto questo non avviene per caso. Secondo i dati dell'Instituto Brasileiro de Geografia e Estatistica (IBGE) e dell'Instituto Pereira Passos (IPP), del Comune di Rio, sono circa 1.200 mila le persone che vivono nelle favelas di Rio. Il numero rappresenta circa il 18% della popolazione della citta'. Ambire a quei voti ha una spiegazione: possono portare dei candidati ad occupare degli incarichi pubblici. Nelle scorse elezioni, per esempio, la favela Rocinha, con i suoi 56 mila abitanti e circa 20 mila elettori, ha garantito una buona parte dei voti che hanno portato all'elezione della consigliera Liliam Sá (PL) al Consiglio Municipale.
Avendo preso coscienza di questo potere i trafficanti sono passati a decidere quali candidati devono essere votati. Negli ultimi mesi sono arrivate cosi' una serie di informazioni al TRE, ma anche alla Polizia federale e militare. In questi tempi di campagna elettorale, i trafficanti carioca non si limitano ad imporre la propaganda dei loro candidati nelle favela dominate dai loro gruppi. In alcune occasioni hanno anche impedito che fossero fatti comizi o volantinaggi.
Nella favela Coréia, a Senador Camará, zona occidentale della citta', per esempio, il trafficante Márcio José Sabino, arrestato da una settimana, obbligava gli abitanti della comunita' a mettere i manifesti di un candidato nei muri delle loro case. Chi non eseguiva gli ordini veniva minacciato. Ed e' la stessa comunita' in cui due mesi prima al candidato Marcelo Crivella (PL) era stato impedito di entrare dopo uno scontro a fuoco tra fazioni diverse di criminali. In un'altra circostanza era stato fatto entrare il vescovo della Chiesa Universale, ma non i candidati che erano con lui. Nella favela di Chapadâo, a Pavuna, il criminale Sérgio Marques Rodrigues, noto come Risadinha, chiede una specie di "donazione" ai candidati che vogliono apporre la loro propaganda nei muri delle case dentro la favela.
"Il potere del traffico di droghe silenzia la voce della comunita'. Anticamente, il potere pubblico negoziava con le associazioni degli abitanti. Attualmente questo e' cambiato. I trafficanti negoziano direttamente con i rappresentanti del Governo", spiega José Cláudio Alves, dell'Universita' Federale Rurale di Rio.
"Degli abitanti di una favela mi hanno raccontato che, nelle scorse elezioni, dei trafficanti erano arrivati a fare delle boca-de-urna (una sorta di punti fissi di campagna elettorale) per i loro canditati. Questa situazione e' sempre peggio e mostra il dramma di queste persone. E' una nuova forma di voto museruola", racconta Alves.
Questo tentativo delle organizzazioni di criminali di influenzare la vita politica della comunita' sta crescendo negli ultimi anni. Nel 2001, quando era gia' arrestato, il trafficante Luiz Fernando da Costa, noto come Fernandinho Beira Mar, arrivo a telefonare dalla prigione perche' una delle favelas sotto il suo potere votasse compatta.
 
 
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