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Brasile. Decriminalizzare l'uso delle droghe, una misura per evitare l'esplosione carceraria
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Articolo di Donatella Poretti
20 agosto 2004 15:15
 
Uno studio del Dipartimento Penitenziario Nazionale (Depen), organo del ministero della Giustizia, prevede l'"esplosione" del sistema carcerario brasiliano entro i prossimi tre anni. Il documento sul tavolo del ministro Marcio Thomaz Bastos e' un ritratto impressionante dello scenario che potrebbe realizzarsi nel 2007, ma offre anche delle soluzioni, come quella della decriminalizzazione dell'uso delle droghe.
L'esplosione sara' una conseguenza della mancanza di posti nei presidi penitenziari, della politica criminale e della disarticolazione degli organi dell'esecuzione penale, con le segreterie dell'amministrazione penitenziaria dei diversi Stati. Il documento -redatto dal direttore del Depen Clayton Nunes- prevede una crescita "impressionante" nel deficit di posti. Per il 2007 "il deficit sara' superiore al numero dei posti del sistema penitenziario", e "non ci saranno posti per la meta' della popolazione carceraria". Oggi mancano posti per 111 mila detenuti, per il prossimo anno ne mancheranno 146 mila, nel 2006 188 mila e nel 2007 si raggiungera' quota 223 mila. Calcoli fatti in base al numero di persone che entrano e che escono dal circuito penitenziario. Ogni mese entrano 9.300 persone e ne escono 5.800, la differenza e' di 3.494 detenuti in piu' ogni 30 giorni. Il numero complessivo di detenuti cosi' calcolati per la fine del 2007 sara' di 476 mila, di cui appunto la meta' sara' in sovrannumero.
Ma l'esplosione -termine usato per ben due volte nel documento, a sottolineare la gravita' della situazione- non dipendera' dai nuovi investimenti e neanche dalla costruzione di nuovi istituti. "Il denaro non sara' la soluzione" -si avverte- anche perche' il problema di fondo e' l'aumento impressionante dell'indice di privazione della liberta' degli ultimi anni.
Se nel 1992 il Paese aveva 114 mila detenuti, cifra pari allo 0,07% della popolazione, nel dicembre 2003 i detenuti non solo erano 308 mila, quasi triplicati in numeri assoluti, ma percentualmente piu' che raddoppiati rispetto agli abitanti. In carcere infatti si trova ora lo 0,17% della popolazione. "Il Paese e' passato ad arrestare, o a detenere, piu' del doppio di individui in poco piu' di un decennio".
Le soluzioni starebbero nel rendere praticabili e nell'ampliare le misure alternative al carcere e la revisione della Ley de Crimes Hediondos, che viene applicata a reati che per la loro gravita' devono essere scontati per tutta la durata in regime chiuso. Tra questi crimini lo stupro, l'omicidio e il traffico di droghe. E su questi due punti il Governo federale, e in particolare, il ministro Bastos stanno portando avanti una loro campagna che si chiede se l'attuale politica stia dando i frutti sperati.
Ma sulle droghe il suggerimento arriva anche dal documento del Depen: evitare la sanzione penale per il consumatore di droghe. E in particolare, evitare gli eccessi e gli invii in carcere in seguito agli arresti in flagrante dei consumatori di droghe, oltre ad una "ingiusta condanna" per spaccio del dipendente che in realta' condivide l'uso degli stupefacenti. Il Depen suggerisce che venga evitato il carcere prima della sentenza, facendo restare come eccezioni, e non come regola, le detenzioni per gli arresti in flagrante, il carcere preventivo e quello temporaneo.
La soluzione dice il Depen e' a portata di mano, basta applicare le misure alternative gia' previste dalla legge. Nel Codice Penale sono 170 le condotte che possono essere sanzionate con pene alternative e nella Legge di Esecuzione Penale sono 40 le condotte che possono utilizzare questo canale alternativo al carcere. E se si pensa che la privazione della liberta' salvo "pochissimi casi" non solo non e' la soluzione adeguata per tenere sotto controllo la criminalita', ma "alle volte serve per accentuare l'esclusione sociale, che e' un generatore di criminalita'".
Insomma, un doppio danno.
 
 
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