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Bolivia. La coca si eradica, ma la produzione di cocaina non cala
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Articolo di Donatella Poretti
5 febbraio 2005 18:46
 
Tre governi in 15 mesi: Carlo Mesa, il presidente boliviano si trova a gestire l'eredita' di una difficile situazione. Arrivato al potere dopo la "cacciata" del suo predecessore Gonzalo Sanchez de Lozada, eletto nel 2002, si trova a fronteggiare le pressioni piu' diverse. Le ultime in ordine cronologico sono esplose per l'aumento del combustibile e poi sono sfociate nelle richieste di maggiore autonomia dei vari dipartimenti, in testa quello piu' ricco, quello di Santa Cruz. Uno dei nodi centrali resta quello della coltivazione della foglia di coca, e il fatto che il leader dell'opposizione, Evo Morales, che e' arrivato secondo nelle presidenziali, sia anche il leader dei cocaleros, non e' altro che la conferma dell'importanza dell'argomento.
La politica adottata di eradicazione funziona a meta'. Le piantagioni vengono eradicate, ma non cala la produzione di cocaina. E poi se le piantagioni vengono eradicate in una zona, crescono in un'altra.
Nel 1999 nel Chapare si producevano solo 7.500 ettari a coca e nelle Yungas (dove la coltivazione e' legale, per la commercializzazione della foglia per usi tradizionali) erano 14.000. Quattro anni dopo, la situazione e' cambiata. Nel tropico cochabambino sono diminuiti fino a 4.600, mentre nella zona delle coltivazioni tradizionali, gli ettari a foglia di coca sono aumentati fino a 23.550.
La produzione di cocaina si mantiene stabile tra le 60 e le 80 tonnellate, mentre le eradicazioni proseguono. La Fuerza de Tarea Conjunta ha eradicato 8.425 ettari durante il 2004, nel 2003 10.017, nel 2002 11.830 e nel 2001 9.395.
Dopo la Colombia e il Peru', la Bolivia e' il terzo produttore mondiale di cocaina. Ma cresce anche un altro mercato quella della marijuana. I sequestri sono aumentati del 62,82% tra il 2003 e il 2004. Un rapporto delle forze antidroga segnala che nel 2003 erano state sequestrate 8,5 tonnellate di marijuana, nel 2004 sono diventate 28,1. Uno studio del Celin (Centro latinoamericano di ricerche scientifica) ha registrato dal 1992 al 2000 una crescita del 311,7% di consumatori di questa sostanza.
E come non bastasse ci sono anche i narcotrafficanti stranieri che utilizzano il territorio boliviano per le loro operazioni. Ci sono sei rotte secondo le forze antidroghe che vengono utilizzate da organizzazioni criminali di nazionalita' argentina, cilena, brasiliana, paraguaiana, colombiana , messicana, spagnola e italiana, che operano in Bolivia utilizzando piccoli gruppi, in alcuni casi veri e propri gruppi famigliari. La droga che proviene dal Peru' destinata ai mercati argentini, cileni e brasiliani passa dalla Bolivia, cosi' come pure quella che utilizzata questi stessi Paesi come transito per Usa e Europa.
 
 
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