Daniel Samper Pizano, Cambalache, pubblica oggi sul quotidiano colombiano El Tiempo un divertente e irriverente articolo che con ironia descrive l'assurdita' della lotta alla droga, e in particolare il modello di war on drugs che gli Usa hanno esportato in Colombia. "E' arrivato il momento di offrire agli Stati Uniti il Plan Uribe".
"Qualche settimana fa un giornale riportava un'informazione con i seguenti dati:
- Le autorita' hanno individuato un notevole aumento delle coltivazioni allucinogene. Zone che fino a dieci anni fa erano pulite, oggi ospitano diverse piantagioni illegali.
- Le coltivazioni invadono diversi parchi nazionali. Per lo meno cinque di questi mostrano vaste zone di piantagioni proibite.
- I responsabili delle semine sono narcotrafficanti che dispongono di sicari armati e hanno assassinato almeno un guardaboschi.
- Il taglio dei boschi e il rischio delle piantagioni provocano danni ecologici nei parchi.
- Per evitare la vigilanza aerea, queste piantagioni vengono fatte piu' piccole e nascoste sotto gli alberi silvestri.
- Le autorita' che sorvegliano i parchi nazionali sanno che li' cresce la materia prima per la droga; che si tratta di un "affare multimilionario"; che ci sono mafiosi armati in zona, e che i cittadini si sentono minacciati. Tuttavia possono far poco per contenere il fenomeno. "Non abbiamo il personale, ne' il denaro per pattugliare parchi tanto estesi", sostengono.

Chiunque potrebbe pensare che sia la radiografia di un tipico problema colombiano, secondo il racconto di un giornale nazionale. Invece no. Si tratta di illuminante reportage del quotidiano californiano San Francisco Chronicle, e i parchi nazionali invasi dalle piantagioni illegali sono quelli degli Stati Uniti. Li' si semina marijuana per inondare il mercato di mezzo continente. Se qualcuno vuol sapere perche' e' scomparso dalla Colombia (per fortuna) il problema della marimba, e' perche' la regione californiana di Mendocino, Humboldt e Trinity -"il Triangolo Esmeralda"- ha ospitato grazie al suo clima favorevole la coltivazione della cannabis e ora gli Stati Uniti producono erba a tutto spiano. Ma di questo se ne parla poco.

Secondo la notizia, l'anno scorso il Servizio Parchi degli Usa ha sequestrato in California piante per 240 milioni di dollari.
Quest'anno, tuttavia, ci sono piu' parchi di prima: i consumatori pagano prezzi piu' elevati perche' i narcos messicani -che sono i re del mambo in questa zona- offrono la loro marijuana.
Il reportage parla dell'impotenza delle autorita', della comparsa delle bande violente, del volume sempre maggiore delle coltivazioni e della mancanza di denaro per combatterle. Pero' in nessun luogo si menziona la possibilita' di fumigare i parchi con il veleno. Queste sono ricette per la Colombia, non per la California.

Credo sia arrivato il momento che il Governo colombiano aiuti quello di Washington a combattere le semine illecite, per ricompensare la preoccupazione e la pressione che suscitano le nostre. Occorre offrire il Plan Uribe, versione creola del Plan Colombia, che consta dei seguenti punti:
1) Si nomina un ministro (o una ministra) dell'Ambiente che non conosca la materia e, per tanto, sia poco interessato a difendere la natura.
2) Si danno poteri al ministro del Governo per pensare e decidere sui parchi nazionali, boschi, fumigazioni...
3) Non si ascolta nessun parere scientifico rispettabile se e' contrario al progetto.
4) Si ignorano completamente le richieste dei cittadini.
5) Si cambia la legge, per poter fumigare i parchi nazionali.
6) Si inondano con il paquat; se non basta, con il glifosato; e, in ultima istanza, con agenti biologici dalle conseguenze imprevedibili, come il fungo fusarium.

Il punto 7 tardera' un po', pero' ci arriveremo: se nulla di tutto questo funzionera', si legalizzera' la droga perche' sia controllata dalle autorita' sanitarie, come sta per fare la citta' canadese di Vancouver con la marijuana e come chiede in maniera clamorosa un numero sempre maggiore e significativo di persone. Forse la crescita della produzione domestica obblighera' gli Stati Uniti ad accettare questa realta'".