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Argentina. I socialisti per la depenalizzazione del consumo di droghe
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Articolo di Donatella Poretti
2 dicembre 2003 19:13
 
Alcuni deputati socialisti hanno presentato al Congresso Nazionale un progetto di legge che propone la depenalizzazione del possesso di stupefacenti per uso personale.
Eduardo García, il deputato promotore dell'iniziativa ha voluto evidenziare la necessita' di cambiare la legislazione perche' "la penalizzazione del consumo di droghe, in vigore dal 1989, non e' servita in assoluto per migliorare la situazione pensata per la tossicodipendenza ma solo per criminalizzare piu' di 200 mila persone, nella maggioranza giovani, che non avevano commesso alcun reato". Sempre dal 1989 "sono state avviate 23 mila cause collegate alle droghe, di cui il 95 per cento era per semplice detenzione o per uso personale". "Solo il 4,5 per cento aveva una quantita' superiore che poteva giustificare la vendita". E ancora, il 98 per cento delle persone sanzionate "non aveva precedenti penali" e "nell'87 per cento dei casi avevano meno di cinque grammi" di una qualche sostanza stupefacente al momento in cui sono stati arrestati, ha spiegato il parlamentare.
"Non sembra esatto credere che i gravi problemi sociali che affliggono il mondo attuale nel campo della salute pubblica, dell'educazione, delle conseguenze dell'estrema poverta', siano risolvibili con l'applicazione di pene alle vittime di certe situazioni, ma invece con politiche integrali che lo Stato deve istruire con una legislazione completa".
Il progetto di depenalizzazione prevede il carcere da uno a sei anni per chi viene trovato in possesso di stupefacenti "eccetto quando, la sua scarsa quantita' e altre circostanze, suggerisce inequivocabilmente che la detenzione sia per uso personale".
Alla presentazione dell'iniziativa, avvenuta lo scorso 18 novembre, insieme a García c'erano anche gli altri parlamentari socialisti Jorge Rivas, Ariel Basteiro, Rubén Giustiniani, Oscar González, Hector Polino, María Elena Barbagelata y María José Lubertino, ma anche altri parlamentari di altri partiti che hanno preannunciato il loro sostegno al progetto di legge, come l'ex ministro della Salute Aldo Neri (UCR), Margarita Jarque e Irma Parentella (FG), Marcela Rodríguez (ARI), Patricia Walsh (IU), Alicia Castro (Frente para el Cambio).
Fuori dal Parlamento la proposta ha riscosso il favore di alcune associazioni, tra cui quella per la Riduzione dei Danni Argentina (ARDA), che ha sottolineato come la penalizzazione del consumo "condiziona il contatto tra il consumatore di droghe e le istituzioni sanitarie a causa della certezza di essere detenuti". Secondo alcuni studi "nel nostro Paese le leggi sulle droghe fanno piu' danni delle droghe".
Il direttore nazionale di Assistenza della Segreteria della Prevenzione e Lotta contro il Narcotraffico, Camilo Verruno, ha spiegato di non opporsi a questa scelta politica. "Contrarieta' no, ma uno studio attento e giudizioso. E' importante che l'argomento non si politicizzi ma che si risolva a livello umano, in termini di salute pubblica, che vada oltre le differenze dei partiti politici. Se e' evidente che la penalizzazione del possesso e' stato un problema, risolviamolo tutti insieme, senza che nessuno si aggiudichi i meriti".
Il quotidiano argentino Pagina 12 fa il punto sulla situazione legislativa e sulle possibilita' che questa proposta ha oggi di essere approvata. Ricorda come tra il 1968 e il 1974 venne depenalizzato il consumo. Nel 1986 la Corte Suprema ne decreto' l'incostituzionalita' per manifesta contraddizione con quanto stabilito nella Costituzione, per quanto prescrive l'articolo 19 in tema di liberta' personali, laddove non vengano pregiudicate terze persone. Nel 1989 arrivo' la legge 23.777, che nel suo primo articolo prevede il carcere da uno a sei anni o una multa per chi viene trovato in possesso di stupefacenti anche "quando la sua scarsa quantita' e altre circostanze suggeriscono inequivocabilmente che la detenzione sia per uso personale".
Ma oggi il clima potrebbe essere diverso, e per certi versi favorevole. E viene citato a titolo di esempio il neo componente della Corte Suprema della Giustizia, Eugenio Zaffaroni, che ogni qualvolta viene interpellato sull'argomento risponde: "la penalizzazione e' un adeguarsi al proibizionismo nordamericano e la punizione del consumo e' del tutto incostituzionale".
 
 
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