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Argentina. Una conferenza per parlare delle politiche sulle droghe
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Articolo di Donatella Poretti
5 ottobre 2003 20:16
 
Si e' tenuta a Buenos Aires la conferenza nazionale "Politiche sulle droghe. Visioni e attori del dibattito" (17 e 18 settembre), organizzata da Intercambios Associacion Civil (clicca qui). La conferenza, tenutasi nella Camera dei Deputati, ha visto la partecipazione di piu' di 250 tra legislatori, giudici, politici, professionisti del sistema giudiziario e della salute, rappresentanti delle Ong e consumatori di droghe.
"Chi detiene una sigaretta di marijuana non e' un problema per la sicurezza dello Stato", ha detto il dr. Walter Fanganiello Maierowitch, gia' segretario nazionale antidroghe brasiliano, che ha proposto di trasformare il possesso di droghe per consumo personale in una infrazione semplicemente di tipo amministrativo. "La legislazione criminalizza il consumo di droghe anche quando questo non coinvolge terze persone. Credo che bisogna trattare come criminali i grandi narcotrafficanti e non i consumatori occasionali", ha aggiunto ancora Walter Fanganiello Maierowitch.
Lo specialista francese Laurent Laniel, che e' stato ricercatore dell'Osservatorio Geopolitico delle Droghe di Parigi, ha denunciato come "il proibizionismo e' un tema politico, e la guerra alle droghe e' una maniera di giustificare l'azione della polizia dopo la guerra fredda".
Ad intervenire anche personaggi argentini, tra cui la deputata Irma Parentella, che ha spiegato come stia lavorando al progetto di riforma della legge sulle droghe: "Posso comprendere la sofferenza dei consumatori, che e' accentuata perche' non c'e' una buona legislazione". Il deputato Eduardo Garcia ha colto l'occasione per preannunciare un progetto di legge che chiedera' di depenalizzare il consumo di droghe: "Qualunque deputato che presenta un progetto di legge collegato alla depenalizzazione viene accusato di essere un tossicodipendente, e queste conferenze aiutano a far si' che non sia cosi'".
"Ci sono piu' morti per il proibizionismo sulle droghe, che per le droghe stesse", ha rilanciato il dr. Horacio Cattani, giudice della Camera Federale Penale.
Durante la conferenza si e' parlato anche del fenomeno delle droghe nel contesto socioculturale, e il dr. Juan Pegoraro, professore all'Universita' di Buenos Aires (Uba) ha spiegato come "e' una fantasia, prodotta dall'immaginario collettivo, pensare che tutti quelli che consumano droghe siano delinquenti".
"I programmi di riduzione del danno ci hanno insegnato che i consumatori di droghe adottano comportamenti responsabili quando dispongono dei mezzi necessari e si smette di perseguitarli. Se realmente decidessimo di discutere il tema delle droghe dalla prospettiva delle politiche della salute, cio' che dobbiamo mettere in gioco e' il livello di tolleranza con cui una societa' decide di convivere e la discussione sui limiti della liberta' individuale", ha spiegato la presidente di Intercambios Graciela Touze.
Ma a proposito di proibizioni il dr. Aquiles Roncoroni, professore emerito dell'Uba, dopo avere spiegato le proprieta' terapeutiche della marijuana ha aggiunto che "esiste una dipendenza a proibire". Il dr. Juan Gabriel Tokatlian, professore all'Universita' di San Andrés ha sostenuto come "il problema del proibizionismo e' culturale, per questo e' difficile rompere con il tabu'. Con la proibizione vincono i politici, vince la polizia e perdono i consumatori occasionali, quelli che non fanno male a nessuno".
"Lontani da conseguire i cambiamenti positivi che promettevano i sostenitori della guerra alle droghe, si e' invece generato un impatto negativo nella politica, nell'economia e nella sicurezza dei nostri Paesi. Ethan Nadelman chiama questa conseguenza politica proibizionista una dipendenza al fallimento. Oggi le droghe sono piu' economiche e piu' abbondanti che mai. Tuttavia, la maggioranza dei Governi ancora da' la priorita' alla guerra contro le droghe", ha detto Paolo Cymerman di Intercambios, concludendo i lavori.
 
 
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